Un porto, un’anomalia, una scintilla
Un porto, un’anomalia, una scintilla
Speriamo vivamente che lo sgombero poliziesco del presidio-sciopero al porto di Trieste (un’anomala esperienza che nei momenti più alti ha coinvolto ottocento portuali e circa diecimila solidali) sia la scintilla che renderà ancora più estesa, determinata e ingovernabile l’opposizione al lasciapassare “sanitario” e che attorno all’obiettivo – per noi giusto e irrinunciabile – di ricacciare indietro questo odioso strumento di ricatto, di discriminazione e di controllo si sviluppi un movimento più generale contro il governo e i padroni. La continuazione del blocco a un varco del porto di Genova, il blocco del porto di Ancona, lo sciopero-picchetto dei lavoratori della manutenzione stradale di Napoli, gli scioperi e i presìdi che dal 15 ottobre si stanno moltiplicando nei luoghi di lavoro di varie città, e le prime risposte solidali alla repressione poliziesca, sono già degli importanti segnali.
Chi, nel “movimento antagonista” o nel sindacalismo di base, dice di essere contro il “green pass”, ora lo dimostri nei fatti e non solo a parole. Si considera il ritiro del lasciapassare un obiettivo limitato? Nessuno impedisce di aggiungere tutto quello che si vuole aggiungere, ma lasciare da sola la resistenza triestina sarebbe in questo momento un fatto grave. Su come e con chi declinare la solidarietà, non ci sono ricette univoche, viste anche le tante differenze tra territorio e territorio. Ma se uno vuole, i suoi modi li trova. Altrimenti, stia almeno zitto. Perché sottolineare la limitatezza di quel “no green pass” senza alcun invito alla solidarietà concreta a noi pare davvero micragnoso. Mentre continuare a gettare fango e discredito sui portuali di Trieste – con lo sgombero voluto da governo e padronato, ma chiesto di fatto da Cgil, Cisl e Uil, con gli idranti della polizia ancora in azione e l’aria impestata dai lacrimogeni – è semplicemente vergognoso.
Per quanto ci riguarda, poche parole. Lo abbiamo scritto prima del 15 ottobre e lo ripetiamo adesso: al blocco, all’azione diretta, alla lotta!