Bolzano: Né con i Talebani né con l’occupazione. Volantinaggio e striscioni solidali con le donne afghane

Né con i Talebani né con l’occupazione. Volantinaggio e striscioni solidali con le donne afghane

Durante la sbornia mediatica durata settimane in cui i principali media e politici – dopo avere per anni sostenuto e finanziato la guerra di occupazione – hanno versato ipocrite lacrime di coccodrillo per commentare la rovinosa sconfitta delle forze occidentali nella guerra di invasione in Afghanistan non è stato detto praticamente nulla riguardo i crimini commessi dalle forze occidentali e dal loro governo fantoccio di collaborazionisti afghani nel corso di 20 anni di occupazione da parte della NATO. Un gruppo di compagne e compagni bolzanine/i con buona memoria e consapevoli dell’evidente strumentalizzazione e mistificazione mediatica della condizione delle donne afghnane operata dai principali media col fine di giustificare vecchie e nuove guerre neocolonialiste, ha distribuito per le strade del centro di Bolzano volantini e affisso striscioni in occasione di una giornata di mobilitazione internazionale chiamata dall’associazione rivoluzionaria delle donne afghane (Revolutionary association of the women of Afghanistan – RAWA) per costruire la solidarietà dal basso nei confronti delle donne afghane. Per combattere la narrazione guerrafondaia e colonialista occidentale così come contro il regime oscurantista talebano da poco insediatosi Kabul.

Di seguito il volantino che è stato distribuito per le vie della città:

Né con i Talebani, né con l’occupazione: femminismo e rivoluzione!

L’emancipazione delle donne afghane non potrà essere mai raggiunta finché l’occupazione non avrà termine e i talebani e i criminali del “fronte nazionale” non saranno eliminati!”

Associazione Rivoluzionaria delle Donne d’Afghanistan (RAWA)

Oggi lasciamo a casa paternalismo e sguardi coloniali: lasciamo parlare Rawa e le “sue” donne rivoluzionarie afghane contro i governi e il femminismo bianco borghese, prendendo posizione contro l’imperialismo, le occupazioni e il militarismo. Con Rawa e con tutti i popoli oppressi per denunciare le politiche neocoloniali, il commercio di armi e il sistema industriale militare che trae vantaggio dalle guerre in atto in Afghanistan e in altre parti del mondo. Questo scriveva RAWA il 9 marzo del 2010 riguardo alla condizione delle donne e in generale della popolazione afgana sotto l’occupazione NATO:

Febbraio 2010: i signori della guerra locali nella provincia di Ghor in Afghanistan occidentale frustato pubblicamente due donne afgane. Sebbene non ci si possa aspettare nulla di diverso dal regime fantoccio più corrotto e sporco del mondo, il dolore delle donne afghane viene condannato a diventare cronico nel momento in cui il mondo crede che gli USA e la NATO hanno portato libertà, democrazia e diritti delle donne in Afghanistan.

Otto anni dopo l’aggressione degli USA e dei loro alleati, compiuta sotto la bandiera della “guerra al terrore” che ha messo al potere i più brutali terroristi della Alleanza del Nord e i vecchi burattini dei servizi segreti filosovietici Khalq e Parcham, facendo affidamento sulla loro collaborazione, gli USA hanno imposto al popolo afghano un governo fantoccio. E invece di sradicare le loro proprie creature – i talebani e Al-Qaeda – gli USA e la NATO continuano a uccidere poveri e innocenti civili, perlopiù donne e bambini, nei loro micidiali attacchi aerei. Oggi, a distanza di 20 anni dall’inizio della famigerata operazione “Enduring freedom”, salutata da tutti i governi occidentali e dalla stampa prezzolata come guerra umanitaria contro il terrorismo e per la democrazia, siamo qui a fare i conti umani ed economici che le popolazioni afgana e occidentali hanno pagato. Per quanto riguarda le conseguenze dirette di 20 di guerra in Afganistan, le organizzazioni internazionali governative e non riportano i seguenti dati: 240.000 morti tra civili (la stragrande maggioranza) e guerriglieri; 66.000 fra vedove e orfani, Oltre un milione di disabili permanenti e feriti; 5,5 milioni di sfollati interni e profughi nei paesi confinanti; Il raddoppiamento della percentuale di abitanti in condizioni di povertà estrema (6 su 10); 3,8 milioni di bambini necessitano di aiuto umanitario, 3,7milioni non accedono all’istruzione scolastica; 600 mila soffrono di grave malnutrizione. L’1,6% delle partorienti muore di parto; Il 9% della popolazione adulta è tossicodipendente.

Di seguito i costi economici dell’occupazione militare imposti dai governi della coalizione internazionale alle rispettive popolazioni:

2261 miliardi di dollari spesi dal governo USA (330 milioni al giorno); 8,5 milioni di euro spesi dall’inizio dell’invasione dai governi italiani di ogni colore politico (Berlusconi, Prodi, D’Alema, Monti , Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2, Draghi)

Nonostante l’evidente disastro umanitario e politico prodotto dall’intervento imperialista, i media asserviti ai governi coinvolti continuano ancora oggi a insistere sulla legittimità di questa guerra coprendo i reali interessi economici e geopolitici che l’hanno originata, con una pretestuosa motivazione umanitaria in difesa delle donne e dei diritti civili. Nonostante 20 anni di guerra contro il “terrorismo” e di occupazione militare dell’Occidente, l’Afghanistan è rimasto il “posto peggiore per nascere come donna”

Da un’ intervista a RAWA, agosto 2021:

Qual è stato il ruolo delle ONG occidentali nel Paese, positivo o negativo? Le ONG nel nostro Paese facevano parte dell’occupazione militare dell’Occidente. Sono state tutte create come funghi dopo l’11 settembre. A parte alcuni piccoli ed efficaci progetti, hanno principalmente giocato un ruolo negativo. L’USAID (I’agenzia governativa americana) ha attuato principalmente le politiche degli Stati Uniti e così molte altre ONG internazionali. La ragione principale dietro parte della corruzione e delle tangenti erano queste ONG. Hanno fatto progetti buoni solo sulla carta sotto la supervisione degli stranieri e che non hanno portato a un effettivo cambiamento di vita sulla nostra gente. I Paesi occidentali hanno lasciato l’Afghanistan uno dopo l’altro. Il ritiro americano è stato un errore? E se no, perché? Sì, quasi tutti i Paesi se ne sono andati. Non è assolutamente un errore per noi, piuttosto è qualcosa di positivo. Eravamo totalmente contro questa occupazione e la presenza di queste truppe. Ma purtroppo il ritiro è frutto di un accordo diplomatico tra gli Stati Uniti ei talebani. Ancora una volta, come per gli anni precedenti, sono i civili afgani che ne stanno pagando l’enorme costo. I combattimenti in corso uccidono civili, bruciano le loro case e le loro fattorie e li costringono a lasciare i villaggi. Rawa crede fermamente che nessuna nazione possa ricevere la pace e il progresso come se fosse un regalo. Le nazioni devono lottare, per costruire la pace con le proprie mani, per avere un solido legame con essa.

Oggi abbiamo accolto la richiesta di amplificare la voce di chi da anni si batte per la propria libertà e quella del suo popolo ricordandoci che: “La resistenza fa parte della natura umana e la storia ne è testimone. Abbiamo gli esempi gloriosi della lotta dei movimenti “Occupy Wall Street” e “Black Lives Matter”. Abbiamo visto che nessuna oppressione, nessuna tirannia, nessuna violenza per quanto intense possono fermare la resistenza. Le donne non saranno più ostacolate!”

Sempre a fianco di chi lotta, sempre a fianco di chi combatte occupazioni militari e patriarcato. Guerra alla guerra!

Nemiche e nemici del patriarcato