Il programma mondiale di Bill Gates e come possiamo resistere alla sua guerra contro la vita

Pubblichiamo questo articolo di Vandana Shiva uscito ormai diversi mesi fa perché riassume efficacemente le tendenze sociali che l’Emergenza da Covid-19 ha accelerato. Nel frattempo, la vaccinazione biotecnologica di massa – di cui la Fondazione Gates è promotrice e finanziatrice di punta – ha reso ancora più esplicito il progetto di fare dei nostri corpi delle vere e proprie colonie da cui estrarre dati e profitti. A chi ha descritto e contrastato l’impatto delle biotecnologie sull’agricoltura – la cui diffusione si è accompagnato a una più generale “monocoltura della mente” – non sfugge che la nuova frontiera dell’estrattivismo industriale sono i corpi. E questo programma non risparmia né il sistema sanitario (sempre più spinto verso il digitale e la telemedicina, affidando al mercato quello che rimane delle sue strutture territoriali) né quello educativo. Per rendersene conto basta dare un’occhiata alle pagine – “Missione 4 – Istruzione e Ricerca” – che gli dedica il Piano di Ripresa e Resilienza del governo Draghi (ma il discorso vale per il più ampio programma europeo Next Generation EU). Non solo si dice esplicitamente che la Didattica a Distanza è qui per rimanere; non solo si nominano tra i professori degli Istituti Tecnici dirigenti di azienda affinché forniscano le “competenze” di cui le imprese 4.0 avranno bisogno ( testualmente, “adattare i programmi formativi ai fabbisogni delle aziende locali”); ma si punta proprio alla “monocultura della mente” attraverso la logica del Problem Solving. Dato un problema – di cui non si può mettere in discussione la natura, la formulazione, la neutralità – si tratta di trovare la soluzione più efficace, al di là di ogni altra considerazione etica e sociale. Insomma, la logica dell’algoritmo. L’intelligenza delle macchine. Per cogliere fino in fondo cosa produce la logica del Problem Solving unita a un apparato tecno-burocratico vi consigliamo un libro la cui attualità fa tremare i polsi: Modernità e Olocausto di Zygmunt Bauman. Voler “migliorare la democrazia” – come Vandana Shiva propone in questo testo – significa ancora accettare la definizione statal-capitalista dei problemi da risolvere.

 

 

Il programma mondiale di Bill Gates e come possiamo resistere alla sua guerra contro la vita

di Vandana Shiva

Nel marzo 2015 Bill Gates mostrò l’immagine di un virus dell’influenza in una trasmissione e disse agli spettatori che si trattava dell’immagine del più grande disastro della nostra epoca. La vera minaccia per la vita, disse, “non sono i missili, ma i microbi”. Quando, 5 anni dopo, la pandemia del Coronavirus ha spazzato la terra come uno tsunami, egli è tornato ad utilizzare il linguaggio bellico, nel definire la “pandemia” una “guerra mondiale”. “La pandemia del coronavirus fa ribellare contro il virus tutta l’umanità”

In realtà la “pandemia” non è una guerra. La “pandemia” è una conseguenza della guerra. Una guerra contro la vita.

La mentalità meccanica legata alla macchina dell’estrazione del denaro ha creato l’illusione di un uomo separato dalla natura e della natura come una materia prima morta ed inerte pronta per essere sfruttata. Ma, di fatto, noi siamo parte del bioma (porzione della biosfera, n.d.t.). E siamo parte del viroma (presenza stabile di diversi virus nel nostro organismo. Il viroma interagisce con il microbiota e il genoma umano e tutti si relazionano tra di loro, portando vantaggi e svantaggi alla salute dell’ospite, n.d.t.). Quando facciamo la guerra contro la biodiversità dei nostri boschi, delle nostre fattorie, delle nostre interiora stesse, CI facciamo la guerra.

L’emergenza sanitaria del coronavirus è inseparabile dall’emergenza sanitaria che costituisce l’estinzione, dall’emergenza sanitaria che costituisce la distruzione della biodiversità e dall’emergenza sanitaria che costituisce la crisi climatica. Tutte queste emergenze sono legate ad una visione del mondo meccanicista, militarista e antropocentrica che considera gli umani “esseri” separati dagli altri esseri e superiori ad essi. Esseri che possiamo possedere, manipolare e controllare.

Tutte queste emergenze hanno la loro radice in un modello economico basato sull’illusione di una crescita illimitata e su un’avidità illimitata, che violano i limiti planetari e distruggono l’integrità degli ecosistemi e delle specie individuali.

Si producono nuove malattie perché l’agricoltura globalizzata, industrializzata e inefficiente invade gli habitat, distrugge gli ecosistemi e manipola animali, piante e altri organismi senza rispettare né la loro integrità né la loro salute.

In tutto il mondo ci stiamo unendo per far fronte alla propagazione di una malattia come il coronavirus, che abbiamo causato invadendo gli habitat di altre specie, manipolando piante ed animali a fini commerciali e di lucro, e praticando la monocoltura. Quando distruggiamo i boschi, trasformiamo le fattorie in mono-coltivazioni industriali la cui produzione è tossica e nutrizionalmente nulla, quando i nostri alimenti si degradano a causa della trasformazione industriale con l’uso di sostanze chimiche sintetiche e geneticamente manipolate, quando continuiamo a nutrire l’illusione che la terra e la vita siano materie prime destinate ad essere sfruttate a fini di lucro, siamo – in effetti – tutti uniti.

Ma invece di unirci col proposito di preservare la nostra salute proteggendo la biodiversità, l’integrità e l’auto-organizzazione di tutti gli esseri viventi, compresi gli umani, ci siamo uniti per far fronte ad una malattia.

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro “1.600 milioni su un totale mondiale di 2.000 milioni di lavoratori dell’economia informale (i più vulnerabili del mercato del lavoro) e una mano d’opera mondiale di 3.300 milioni di persone affrontano considerevoli difficoltà per guadagnarsi la vita, a causa delle misure di confinamento e/o perché lavorano nei settori più colpiti”.

Secondo il Programma Mondiale per gli Alimenti, altri 250 milioni di persone soffriranno la fame e potranno morirne 300.000 al giorno.

Anche queste sono epidemie che uccidono la gente. Non si possono salvare vite uccidendo la gente.

La salute riguarda la vita e i sistemi vivi. Ma la “vita” non esiste nel modello di salute che Bill Gates e quelli come lui stanno promuovendo e imponendo al mondo. Insieme ai suoi alleati in tutto il mondo egli definisce dall’alto sia i problemi legati alla salute che i mezzi per risolverli. Paga per far formulare i problemi e poi usa la sua influenza e il suo denaro per imporre le sue soluzioni. E in questo processo si arricchisce ancor di più. Il risultato del suo “finanziamento” è l’eliminazione della democrazia e della biodiversità, della natura e della cultura.

La sua “filantropia” non è solo “filantrocapitalismo” ma “filantroimperialismo”.

La pandemia di coronavirus ed il confinamento hanno dimostrato ancor più chiaramente come ci hanno ridotto ad oggetti che devono essere controllati, e i nostri corpi e le nostre menti diventano una specie di nuove colonie da invadere. Gli imperi creano colonie, le colonie riuniscono i beni comuni delle comunità autoctone e li trasformano in fonti di materie prime che si estraggono a fini di lucro. Questa logica lineare ed estrattiva è incapace di percepire le relazioni intime che permettono la vita nella natura. È cieca alla diversità, ai cicli di rinnovamento, ai valori del dare e del condividere, così come al potere e al potenziale dell’auto-organizzzazione e del mutuo aiuto. È cieca al disordine che crea e alla violenza che provoca.

Il confinamento prolungato del coronavirus è stato un’esperienza di laboratorio per un futuro senza umanità.

Il 26 marzo 2020, nell’apogeo della pandemia di coronavirus e nel mezzo del confinamento, l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI) ha concesso a Microsoft una patente. La patente WO 060606 stabilisce che “l’attività del corpo umano associata ad un compito affidato ad un utente si può utilizzare in un processo di estrazione di criptomoneta…”.

La “attività corporale” che Microsoft aspira ad “estrarre” comprende le radiazioni emesse dal corpo umano, l’attività cerebrale, la circolazione dei fluidi corporali, la circolazione sanguigna, l’attività degli organi, i movimenti corporali (come quelli oculari, facciali e muscolari), così come tutte le altre attività che si possano individuare e rappresentare tramite immagini, onde, segnali, testi, numeri o qualsiasi altra informazione o dato.

La patente è una richiesta di proprietà intellettuale sul nostro corpo e sulla nostra mente.

Nel colonialismo i colonizzatori si arrogano il diritto di prendersi le terre e le risorse dei popoli autoctoni, di eliminare la loro cultura e la loro sovranità e, in casi estremi, di sterminarli. La patente WO 060606 è una dichiarazione di Microsoft secondo la quale il nostro corpo e la nostra mente sono le sue nuove colonie. Siamo miniere di “materie prime” da estrarre, i dati estratti dal nostro corpo. Invece di esseri sovrani, spirituali, coscienti e intelligenti che prendono decisioni scegliendo con saggezza e che possiedono alcuni valori etici rispetto all’impatto che le nostre azioni hanno sul mondo naturale e sociale di cui facciamo parte e al quale siamo strettamente legati, siamo “utenti”. Un “utente” è un consumatore senza scelta nell’impero digitale.

Ma la visione di Gates non si limita a questo. Di fatto è ancora più sinistra: si tratta di colonizzare il cervello, il corpo e la mente dei nostri figli ancor prima che abbiano avuto l’opportunità di capire com’è la libertà e la sovranità, cominciando dai più vulnerabili.

Nel maggio 2020 il governatore di New York Andrew Cuomo annunciò che aveva formato un’associazione con la Fondazione Gates con l’obiettivo di “reinventare l’educazione”. Cuomo definì Gates “un visionario” e sostenne che la pandemia “ha creato un momento nella storia in cui davvero possiamo integrare e far avanzare queste idee (di Gates)…. Che senso hanno tutti questi edifici, tutte queste aule fisiche, con la tecnologia di cui disponiamo?”.

Di fatto sono vent’anni che Gates cerca di smantellare il sistema di educazione pubblica degli Stati Uniti. Per lui gli studenti sono miniere di dati. Per questo gli indicatori che promuove sono l’assistenza, la matricola universitaria e i risultati delle prove di matematica e lettura, visto che si possono quantificare e sfruttare facilmente.

In questa re-invenzione dell’educazione i bambini verranno controllati per mezzo di sistemi di vigilanza per vedere se prestano attenzione mentre li si obbliga ad assistere a lezioni da remoto, soli in casa.

È una distopia (descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa, n.d.t.) in cui i bambini non tornano mai a scuola, non hanno l’opportunità di giocare, non hanno amici. È un mondo senza società, senza relazioni, senza amore o amicizia.

Quando guardo il futuro del mondo di Gates e dei baroni della tecnologia, vedo un’umanità ancor più polarizzata, con gradi quantità di persone “usa e getta” per le quali non c’è posto nel Nuovo Impero. E coloro che saranno inclusi nel Nuovo Impero saranno poco più che schiavi digitali.

Ma possiamo resistere. Possiamo seminare un nuovo futuro, migliorare le nostre democrazie, rivendicare i nostri beni comuni, rigenerare la terra come membri vivi della Famiglia di una Terra, ricca della nostra diversità e libertà, della nostra unità e interconnessione. È un futuro più salutare, un futuro per cui dobbiamo lottare, un futuro che dobbiamo rivendicare.

Siamo sull’orlo dell’estinzione. Lasceremo che una macchina di avidità che non conosce limiti ed è incapace di fermare la sua colonizzazione e la sua distruzione estingua la nostra umanità fatta di esseri viventi, coscienti, intelligenti e autonomi? O fermeremo la macchina e difenderemo la nostra umanità, la nostra libertà e la nostra autonomia per proteggere la vita sulla terra?

Da mondialisation.org

Traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”