È uscito l’opuscolo “Contro lo Stato. Comizi anarchici a Trieste. Autunno 2020”

È uscito l’opuscolo “Contro lo Stato. Comizi anarchici a Trieste. Autunno 2020”

Introduzione

I due comizi tenuti a Trieste sul finire del 2020 nascono dall’idea di portare in strada i motivi che da sempre spingono gli anarchici all’azione. Nell’autunno appena passato processi importanti contro il movimento anarchico italiano stavano volgendo al termine, altri continuavano il loro iter, altri ancora erano l’inizio del loro corso. A queste iniziative è stata esposta una mostra1 fatta appositamente per riuscire a comunicare i motivi delle varie accuse che vengono mosse dallo Stato ai nostri compagni. In essa si trovano esposte – in breve – anche le nefaste cause dell’ingiustizia sociale, della distruzione ambientale in corso e gli strumenti della repressione statale. Nei pannelli si evidenzia il perché oggi gli sfruttati non riescono più a contrapporre un’azione efficace di resistenza alle politiche dannose degli uomini e delle donne di Stato, del perché oggi la lotta – almeno in questo Paese – è al lumicino. In Italia i processi reazionari, repressivi sono in corso da lungo tempo, da decenni, e non accennano a fermarsi. Lo svuotamento di metodi di lotta, della presa di coscienza, un continuo appiattimento mentale alla propaganda dei media, la mancanza di riscatto da parte degli ultimi e del loro riconoscersi, rende la situazione apparentemente piatta in questo Paese, sembra che la classe padronale ed i governanti stiano avendo solo loro voce in capitolo. Solo tramite la solidarietà e l’unione, noi sfruttati potremo finalmente prendere una boccata d’aria dallo sfacelo in corso. Solo tramite la lotta si potrà aprire uno squarcio tale da far sì che le politiche di chi ci governa e reprime possano indietreggiare. Di questo e altro avevamo necessità di parlare, di raccontare, ma soprattutto di comunicare. Come abbiamo detto nelle strade, l’anarchia è un’idea concreta, che non attende il futuro ma affronta il presente di petto, senza indugi, e solo con i fatti si può concretizzare l’auspicata libertà.

L’idea dei comizi anarchici è venuta dalla discussione di vari compagni, i quali ritrovatesi in questa città si sono incontrate per discutere su cosa dire e come riguardo a quello che ci sta accadendo attorno. Tutta una serie di avvenimenti, di politiche statali e padronali, economiche, sanitarie e repressive si abbattono sulla vita di tutti. Senza contare le varie crisi e ristrutturazioni che si perpetuano nel tempo, tutto questo si intreccia in un vortice dannoso per chi oggi vive in tutte le latitudini di questo pianeta. Chi paga gli errori, le conseguenze delle scelte di uomini e donne di potere, sono sempre gli stessi, gli esclusi e diseredati, ma anche chi per aver lottato contro questa società basata sull’ingiustizia e sulla sopraffazione ora si ritrova nelle maglie repressive. Lo Stato non perdona chi ha deciso di affrontarlo.

Abbiamo voluto intitolare i comizi semplicemente “Contro lo Stato” per un semplice motivo: su di esso si articola e basa la struttura sociale in cui viviamo, l’antitesi di un’idea di libertà, di convivenza solidale tra esseri umani, del rispetto di chi ci cura e nutre, che ci difende dalle malattie se solo vogliamo ascoltarne i segnali inequivocabili di sofferenza: la natura.

Ci siamo resi conto che le due iniziative svolte, una in un quartiere storicamente popolare, l’altra in pieno centro, hanno riscosso una buona attenzione. Lo strumento del comizio – modo ormai inusuale da parte del movimento anarchico di fare propaganda – è riuscito a portare i nostri discorsi nelle strade. In troppo pochi prendono in considerazione questo strumento, quando invece sembra che le persone abbiano interesse quanto meno ad ascoltare le nostre idee.

Gli echi di rivolta di questi giorni che provengono da altre parti del mondo – dagli Stati Uniti al Cile, dalla Russia alla Tunisia – fan capire che non tutto è perduto, che se è vero che a queste latitudini il conflitto è ai minimi termini, il nostro compito è sempre lo stesso! Cioè cercare di lottare e lottare ancora, di smuovere gli spiriti liberi che ancora si annidano in ogni dove, trovare metodi efficaci non solo per far conoscere le nostre idee, ma anche per demolire per sempre questa società che non ha più nulla da offrirci se non malattie, morte, guerre, e una vita basata su sfruttamento ed isolamento, infelicità ed ingiustizia.

E l’ora di decidere come vogliamo combattere questa battaglia, come organizzarsi in anticipo tra compagni e compagne e con chi vuole lottare oggi, per prevenire e fermare le future risposte dello Stato contro chi lotta o vorrà lottare. Non secondario è l’aspetto delle forze reazionarie e fasciste, statali o non, che cercheranno – e cercano già oggi – di portare l’odio tra gli sfruttati. La famosa guerra tra poveri. Spiegare a tutti la nostra visuale su questo e altri problemi, con efficacia, determinazione, serietà, costanza. Attaccare ed indicare le strutture dannose presenti attorno a noi, far emergere i processi deleteri che rovinano le nostre vite, che siano tecnologici, sanitari, culturali. Indicare i responsabili del disastro in corso, i manigoldi in giacca e cravatta, politici e padroni, burocrati e scienziati…

Abbiamo il compito di andare avanti, di non demoralizzarci. Lo dobbiamo a noi stessi e alle nostre coscienze che non si ammutoliscono di fronte alle difficoltà, ma lo dobbiamo anche a chi soffre dentro e fuori le galere e ai nostri compagni.

Rinvigorire la lotta e la presa di coscienza, la solidarietà ecco il nostro compito.

Per chi vuole ricevere le copie può scrivere a: edizionielrusac@autistici.org

Prezzo di copertina 3 euro, per i distributori 2euro.

Pagine 106

I soldi ricavati dalla vendita saranno utilizzati per stampare i nuovi titoli per le Edizioni anarchiche El Rùsac.