Torino: Ben strano il mondo

Pensieri individuali.
La vecchia parla.

Ben strano, il mondo.
No alla tav ma sì ai vaccini.

Sinceramente incomprensibile. Non ci si fida delle valutazioni di impatto socio/economico /ambientale dello stato praticamente Mai. La tav, il tap, il mose… Le grandi opere faraoniche sono sempre contestate.
Poi. Pandemia, paura, il gioco della ricerca dell’untore che rende tutti colpevoli e tutti una minaccia. E le soluzioni che lo stato cala dall’alto vengono non solo sposate in pieno ma addirittura applaudite e replicate.
La presa del nuovo potere sanitario è evidente: condiziona ogni aspetto della vita. Come si lavora, come si studia, come si socializza. La risposta è una: a distanza nelle vie effimere del virtuale.
Prima ancora che l’essere umano consegni sé alla modifica genica, bisogna alterare la percezione del “sé” di questa specie.
Siamo involucri di carne malata (grazie al cazzo, direbbe la terza sorella delle 3 grazie, viviamo in un pianeta che ci ammala) da curare anzi da non far ammalare, curandolo dalla nascita.
Ciò che una volta era caro anche alla sinistra “uniti fino alla vittoria ” oggi porta con sé un uniti che è declinato nella sua accezione più negativa. Uniti qui è sottomessi ed uniformati. Uniti no, distanti, se no ci contagiamo. Al massimo facciamo una call o un concerto da mettere in rete.
La natura generante, a cui abbiamo messo mano fino a consumarla e deviarla, oggi è la nemica.
A dirlo con tutta la potenza dei media (quelli a cui si grida di essere asserviti al dominio) è lo stato.
Quello di cui non ci fidiamo per un treno ma a cui concediamo tranquillamente di entrare nelle nostre carni, sotto la nostra pelle, senza porre in questione Nulla.
Senza nemmeno accusarlo di essere il grande avvelenatore, produttore di logiche economiche che sempre più sbilanceranno la biosfera, costringendo questa ultima a modifiche (dal cambiamenti climatici iper-veloci ai sempre più frequenti spill over etc.) di cui paghiamo e pagheremo caro il prezzo.
Ma nessuna domanda viene posta. Nessuna difesa, nessuna autogestione, nessun ragionamento. Al massimo si chiede di più: più efficienza, più capacità. Ma la logica che sottende a questo enorme cambiamento, chissà perché non viene percepita come pericolosa.
Eppure anche la sclerosi evidente di decreti che cambiano alla velocità di un telegiornale, l’evidente capitalizzazione delle cure, la metodica spinta al mondo virtuale dovrebbero essere il classico faro che accende i dubbi.
Ben strano mondo.
Viviamo in un territorio di nuovo in conflitto con lo stato e i suoi sgherri in divisa, ma sorpassate certe porte, ad esso ci consegniamo senza remore.
Strano mondo.
La malattia è il covid.
Il virus il capitalismo.
Il nostro allineamento la pietra tombale delle essere umano.

Prinz Eugen, Torino