Questa mattina si è svolta l’udienza a carico di Beppe nel processo che lo vede imputato per aver posizionato un contenitore di benzina davanti ad un ufficio delle Poste. Incurante del fatto che il gesto fosse evidentemente dimostrativo e soprattutto che il riconoscimento fosse tutt’altro che certo, il pubblico ministero ha continuato a portare avanti la sua tesi. La stessa tesi che viene sostenuta in tutti i tribunali: ogni azione contro i padroni e le istituzione è, in pratica, un atto di terrorismo anche quando questo reato, in se’, non può essere contestato. Sono comunque anni e anni di galera.
L’udienza si è tenuta in un tribunale chiuso e senza che Beppe potesse partecipare perchè le traduzioni dalle galere ai tribunali non vengono effettuate fino alla fine di luglio. Il tutto con la scusa della pandemia che comunque ci permetterà di andare in palestra o alle fiere (sic!)
Domani, alle 15 sotto il carcere di Marassi ed alle 17 in piazza S. Lorenzo, ricorderemo che terrorista è lo Stato con le sue stragi in mare, nelle piazze, sul lavoro, per il covid e delle donne ammazzate ovunque dal patriarcato.
La sentenza per Beppe sarà letta in aula lunedì 10 alle ore 9, prima della ripresa del processo per l’operazione Prometeo che vede imputati lo stesso Beppe, Natascia e Robert