Trionfo della Semplificazione
riceviamo e pubblichiamo questo testo scritto prima dell’Emergenza Covid-19.
Le tecno-scienze come trionfo della semplificazione contro l’inafferrabilità della vita e della libertà; il “fascismo sanitario” come corollario. Ci siamo in pieno. L’immancabile decreto in preparazione – l’atto amministrativo come strumento permanente del potere tecnocratico – sull’obbligatorietà delle vaccinazioni per il personale sanitario ne è l’ennesima conferma. Il silenzio con cui sta passando la riprova dell’“erranza dell’umanità e della critica”.
Trionfo della Semplificazione
Da più parti, e nei più svariati ambiti, assistiamo ad un trionfo della semplificazione associato ad un generale decadimento della qualità più importante per un essere umano, che parte dalla capacità di discernere e comprendere i meccanismi in atto per arrivare ad intraprendere una decisione.
Se su un piatto della bilancia abbiamo la dipendenza dal sistema, servitù più o meno interiorizzata di facile assimilazione, sull’altro dobbiamo porre la ricerca, difesa, valorizzazione ed incremento di una scelta di autonomia e del relativo contesto che la rende possibile: il diavolo si trova nei dettagli.
L’omologazione – distruzione di ogni contesto tramite irrigidimento dell’istituzione – corrisponde alla necessità di contenere una situazione sociale che prevede un orizzonte di miseria sempre più incalzante, e si rende necessaria quando i governati mostrino un temperamento incline alla ribellione ed ostile al controllo.
Il dominio incontrastato della ragione, causa e risultato di un tenore di vita ai più alti livelli della socialdemocrazia (a spese degli sfruttati), pare istintivamente disumano a chi parta da altre espressioni di umanità, bollate dalla storia (che ricordiamo essere da sempre la storia dei vincitori) come utopie. Ma queste utopie possono essere tentativi di mettere in atto società complesse, la somma di tutte le complicazioni necessarie se vogliamo parlare di libertà. Alla loro base, stanno passione e complessità. Ma oggi assistiamo invero al trionfo della semplificazione.
Uomini senza passione o empatia
Non la gioia, non il brivido
verso ciò che non conoscono
l’ignoto? il salto nel buio?
Partendo dall’empatia e scendendo a compromessi con la ragione, tra le qualità della propria utopia-passione potremmo indicare l’equilibrio tra raziocinio e spregiudicatezza, tra autorità e potere, tra insubordinazione ed umiltà.
La consapevolezza di sé, la famosa coscienza, cresce misurandosi con le coscienze degli altri con cui siamo in relazione, con il sentirsi parte di un tutto, con l’uscire allo scoperto nell’avventura sociale, con il sentirsi liberi nonostante tutto intorno cerchi di subordinarci al “dogma” secondo il quale la nostra capacità di autodeterminazione deve essere rintuzzata dall’osservazione di rituali e leggi volte alla governabilità.
Serve a nulla distinguere tra differenti modalità di governo quando queste condividono le medesime basi, e quando l’unico potere per noi degno di nome non ammette l’istituzione della sopraffazione e del privilegio, ma si fonda sull’autorevolezza che siamo in grado di riconoscere ed apprezzare.
L’autorità in questa società malata deriva da un principio mantenuto con la forza. Un principio, che opera dunque dall’inizio del processo sociale, per impedirne altri sviluppi.
A questo principio, in un quadro più desolante, possiamo associare la pretesa autonomia da parte delle scienze nei confronti delle arti. La storia degli ultimi secoli mostra come l’autonomizzarsi delle scienze dal consesso delle arti chiuda definitivamente la partita verso il progredire del pensiero inteso come un tutto.
L’unico ad andare avanti è il pensiero scientifico. Ma senza sinergia né confronto con altre facoltà del pensiero, la direzione è quella già individuata… da profitto, sfruttamento e controllo sociale.
Quel sistema che sotto il nome di “capitalismo” ha emancipato ed autonomizzato su scala globale il “mercato” ha fatto diversi salti di prospettiva. Spazzati via i campi locali della comunità e del confronto, costruito il campo del pensiero unico – assolutamente inopinabile –, ci prospetta come ineluttabile una dittatura della semplificazione che avrebbe del fantascientifico se non fosse reale. L’internet delle cose nasce per realizzarla.
Id2020: agenda digitale globale. Necessario corollario: il fascismo sanitario.
Ca’ di Favale (Val Graveglia / Liguria)
http://www.inventati.org/cafavale