Per un’azione antifascista. Corteo per Dax il 16.03 a Milano

Riceviamo e diffondiamo:

PER UN’AZIONE ANTIFASCISTA
Il 16 marzo 2003 Dax è stato assassinato dai fascisti in via Brioschi. Ricordiamo questa data perché non vogliamo dimenticare che i fascisti esistono ancora e ancora si organizzano. L’emergenza Covid19 ha incrinato la fiducia nel futuro e ha reso molte persone più povere. Il fascismo si nutre delle paure e cresce nelle incertezze. In questo periodo i gruppi organizzati di estrema destra, si sono inseriti nel malcontento generalizzato e hanno trovato terreno fertile per la loro propaganda. Già a giugno, li abbiamo visti tra i gilet arancioni parlare della volontà del popolo sovrano contro Conte e i DPCM e fare proprie istanze antiprogressiste come quella contro i vaccini o la rete 5g. Li abbiamo visti anche tra ristoratori e negozianti, a soffiare sul loro malcontento. A settembre, per la prima volta a Milano, un gruppo di giovani fascisti di Blocco Studentesco, occupano uno stabile in centro a China Town. Chiamano lo spazio 1984, sfruttano l’immaginario di un ribellismo giovanile e antistatale e culturalmente saccheggiano, fino a fare proprio lo slogan dedicato a George Floyd sull’impossibilità di respirare. Questa retorica a Milano si è espressa nella piazza del 26 ottobre, momento in cui le istanze dei commercianti sono state sostenute da giovani fascisti e ultras, armati di catene e mazze che indirizzavano e dirigevano la protesta perché non uscisse dagli argini da loro stabiliti. In quei giorni in tutta Italia gli esponenti di estrema destra sono usciti dalle fogne e hanno organizzato manifestazioni e cortei. Il 7 novembre, a Cernusco sul Naviglio, Casapound ha aperto una libreria. Il volto pulito dell’estrema destra, spazi aperti per incontrarsi, organizzarsi e diffondere l’ottusa ideologia fascista. Questa ideologia attecchisce facilmente nella crisi perché propone slogan semplici e soluzioni sicure, l’odio per chi è diverso o più fragile, la sicurezza del branco e la fiducia cieca in un leader. È importante ricordare bene il ruolo storico dei fascisti e che il ribellismo antistatale da loro promosso, si esprime poi nel supporto agli imprenditori e negli squadroni che attaccano i lavoratori in sciopero. Oggi all’opposizione del “governo di tutti” troviamo in prima. fila Fratelli d’Italia che già prepara la campagna elettorale, prendendosi le strade con banchetti e proclami in molti quartieri, portando discorsi nazionalisti e populisti. La democrazia non ci tutela, molte sedie in parlamento sono oggi occupate da dichiarati fascisti.
Come antifasciste e antifascisti sta a noi organizzarci e togliergli il terreno da sotto i piedi, in strada come in ogni lotta che attraversiamo. Non abbiamo nessuna fiducia nelle istituzioni, facciamo che l’antifascismo non sia delega, ma consapevolezza che diventa azione. Invitiamo ognuno a farsi argine di questa avanzata con ogni mezzo necessario!

PRENDIAMOCI LE STRADE
Il 16 marzo 2021 scegliamo di ricordare Dax con un corteo, in una Milano opprimente, blindata dal coprifuoco, dal divieto di assembramento e da tutte le forti limitazioni tra cui anche quella di potersi muovere in corteo. Il fascismo non è solo quello dei gruppi organizzati, ma si esprime anche attraverso la repressione dello Stato e tutte le strette alla libertà che l’emergenza sanitaria ha legittimato. Da un giorno all’altro la farsa della democrazia si è interrotta per lasciare spazio ad una gestione totalitaria dello Stato. Da un giorno all’altro ci sono state tolte tante libertà, in nome di un paternalismo statale capace di dirci cosa è meglio per noi. Non è un caso che le prime libertà ad essere tolte sono state proprio quelle legate alla possibilità di incontrarsi, organizzarsi e lottare. Vogliono persone isolate, spaventate e chiuse in casa, libere solo di produrre e consumare. La retorica sul Covid ha assunto da subito il linguaggio militare, si è parlato di una guerra e di un fronte e la gestione sanitaria è stata affidata alla brutalità della polizia. Da fine ottobre conviviamo con il coprifuoco, misura militare che non veniva applicata in Italia dal 1943, istituita per ragioni di ordine pubblico dal fascista Badoglio in tempo di guerra. Il 16 marzo sarà già un anno che la pratica del corteo è vietata. Questo divieto non ha nulla a che vedere con le norme sanitarie ma è l’espressione della paura di chi ha il potere, paura che la frustrazione e la rabbia invadano le strade e diventino incontenibili. Accettare questa limitazione significa perdere spazio e strumenti di lotta.
Crediamo sia necessario violare questo divieto, scendere in strada ed essere in tanti e tante. Le libertà che ci stanno togliendo non ci verranno ridate, se non lottiamo per esse, se non ci organizziamo per riprendercele!