Legami inafferrabili, azioni contro il tempo: un testo in solidarietà agli imputati per l’operazione Renata

Pubblichiamo il testo di un compagno impossibilitato, per via delle misure cui è sottoposto, ad essere presente durante il processo

 

Mi dispiace molto non poter essere lì con voi. Ci tengo almeno a far giungere queste mie parole di vicinanza, di affetto e di solidarietà nei confronti delle compagne e dei compagni che verranno processati il 22 febbraio a Trento.

Ci sono legami che lo Stato e i suoi funzionari non riusciranno mai a capire; perché rovesciano i criteri di valutazione abituali. In un mondo basato sul profitto e sulla volontà di potere, gli esseri umani si uniscono in genere per salire di qualche gradino sulla scala sociale – per guadagnare qualcosa di più, per avere maggiori opportunità di riuscita. I legami tra anarchici sembrano invece concepiti apposta per farne socialmente dei falliti. In pochi anni, ci si può giocare ogni possibilità di una qualche carriera, di avere un conto in banca o anche solo un passaporto. Spesso ci si gioca la libertà. Qualcuno persino la vita. Per questo sono legami che chi è mosso dalla competizione e dall’obbedienza non sarà mai in grado di afferrare.

Non è forse un meraviglioso mistero che esistano ancora degli individui che per conquistare la libertà per sé e per gli altri siano disposti a bruciare il proprio quieto vivere?

Nel regno delle macchine intelligenti, degli algoritmi, dei calcoli costi-benefici, una tale attitudine sembra qualcosa di altamente irrazionale, ne converrete.

Agnese, Stecco, Nico, Sasha, Giulio, Rupert e Poza fanno parte di queste meravigliose eccezioni, di questi scarti difettosi, di questi imprevisti. Generosi, solidali, risoluti. Come le azioni di cui sono accusati.

L’agire – non il fare, il programmare, l’azionare, il calcolare, l’archiviare… – è proprio ciò che distingue l’essere umano dalla macchina.

Come tutto quello che ha a che fare con la libertà, le azioni contro il potere vengono represse, ma ancor più stravolte e calunniate, affinché se ne perda ogni significato. Eppure sono dure a morire – sospese in un tempo tutto loro. Sembrano rispondere alle ingiustizie già consumate, e intanto illuminano quelle di là da venire.

Un attacco contro una banca realizzato tempo addietro non appare ancora più sensato oggi che al governo c’è proprio il capo dei banchieri, rappresentante di quel capitale finanziario che considera gli esseri umani e il Pianeta meri indici di un grafico, variabili da schiacciare dietro l’imparzialità di un pacchetto azionario?

Il controllo tecnologico che ciascuno di noi ha sperimentato sulla propria pelle durante il confinamento sociale non rende ancora più pregno di significato un incendio realizzato anni fa contro delle antenne delle telecomunicazioni?

E ora che al “Ministero per la transizione ecologica” troviamo Roberto Cingolani, un ex dirigente della più grande azienda italiana di produzione di armamenti (Leonardo-Finmeccanica), il danneggiamento di un laboratorio di ricerca militare avvenuto nel 2017 non sembra di stretta attualità?

E un’azione contro la Lega? Anni fa suonava come una risposta alla ferocia del razzismo istituzionale. Oggi potrebbe suggerire anche altro: che i servi fanno i sovranisti contro la povera gente, ma diventano subito europeisti e collaboratori di un Banchiere quando sono in gioco i loro privilegi…

Queste sono alcune delle azioni che vengono imputate ad Agnese, Stecco, Nico, Sasha, Giulio, Rupert e Poza.

Si capirà perché non ho l’imbarazzo dei politici e degli imprenditori quando qualche loro collega viene accusato di questo o quell’intrallazzo.

Colpevoli” o “innocenti” che siano, sono orgoglioso di averli per compagni.

Rovereto, 18 febbraio 2021

Massimo