Milano: Resoconto presidio in solidarietà al prigioniero rivoluzionario Dimitri Koufondinas

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Milano: Resoconto presidio in solidarietà al prigioniero rivoluzionario Dimitri Koufondinas

Oggi venerdì 5 febbraio, alcune solidali si sono trovate sotto il consolato greco, in Foro Bonaparte, per parlare dello sciopero della fame di Dimitris Koufodinas, contro la nuova legge che vieta ai detenuti accusati di terrorismo di accedere a carceri con un regime più tenue. Dimitris, 63 anni, arrestato per essere parte del gruppo rivoluzionario 17 Novembre, in carcere dal 2002 non ha smesso di lottare e, l’8 di gennaio, ha iniziato il suo quinto sciopero della fame. Le condizioni di Dimitris sono gravi ed è a rischio la sua vita. Durante il presidio la digos si è avvicinata al gruppo indicando due compagni per delle notifiche. Chi partecipava al presidio ha deciso di non fare invalidare l’iniziativa dall’arroganza di questi agenti e non lasciare spazio alle loro burocrazia. In precedenza non si permettevano di sfruttare i momenti pubblici e di gruppo per notificare atti giudiziarie e denunce, ma dovevano fermare le persone quando isolate o cercarle al loro domicilio. Il gruppo si è compattato, non accettando questa nuova procedura. I poliziotti si sono fatti via via più aggressivi, iniziando a spintonare e far cadere biciclette. Mentre alcuni continuano a megafonare la vicenda di Dimitris, altre persone, accortesi che la porta del consolato non era più sorvegliata, si sono lanciate in quella direzione riuscendo ad entrare. La digos, resasi conto dell’errore, raggiunge rapidamente il posto e inizia a spintonare e strattonare a casaccio, tanto che un’agente, nella foga, ha strappato il cappuccio della giacca di un collega. Si crea così una situazione di stallo con la digos che blocca il portone e tre persone intrappolate nell’androne del consolato. finché la polizia ha aperto permettendo al gruppo di ricompattarsi. Quando ci si sta organizzando per andarsene, la digos ritenta con le notifiche, ma le persone ricercate non sono più lì. Mentre il gruppo si allontana la digos si scaglia contro una persona isolata e rallentata da un piede rotto. Arriva la celere, si schiera e attacca chi prova a supportare la persona fermata. Il risultato finale è 5 fermati di cui uno atterrato brutalmente e ammanettato nel fango di un’aiuola, sotto lo sguardo stupefatto di una manciata di passanti. La nevrosi poliziesca coinvolge anche una donna che, incredula, ha filmato il fermo violento. Un poliziotto esagitato le chiede i documenti e la minaccia per farle cancellare il video, fino a farla piangere di rabbia. Dopo trenta minuti e un’animata discussione sul da farsi fra sbirri confusi, le persone fermate vengono rilasciate e si riuniscono al resto del gruppo rimasto ad attenderle dall’altra parte della strada. Speriamo che il presidio si aggiunga alle molteplici iniziative e azioni in supporto di Dimitris per piegare lo stato greco ad accettare le sue rivendicazioni. Mantenere a distanza la digos meneghina, non permettere che invalidi momenti collettivi di lotta e protesta rimane una questione aperta. Nelle prossime occasioni dovremo tenerlo a mente.