Fermiamo la rete 5G e la digitalizzazione delle nostre vite
FERMIAMO LA RETE 5 G E LA DIGITALIZZAZIONE DELLE NOSTRE VITE
Che la fantasia umana prenda il sopravvento sulla stupidità artificiale
IL MITO DEL PROGRESSO
L’epoca in cui viviamo è fondata sul mito del progresso, mito che impone di perseguire ogni possibilità data dallo sviluppo tecnologico senza considerare le conseguenze che potrebbero derivarne. La società industriale, per risolvere la catastrofe in corso e le irreparabili conseguenze dello sviluppo tecnologico, spaccia digitalizzazione, automazione, Intelligenza Artificiale, città e oggetti Smart come unica soluzione. Dalla società tecnologica non possono che derivare ulteriori danni irreversibili, perciò il punto di partenza deve essere una sua radicale messa in discussione.
UNA MORSA SULLA LIBERTÀ
Basta guardarsi attorno per rendersi conto che la degradazione delle condizioni di vita avanza alla stessa velocità con cui vengono immessi sul mercato nuovi gingilli tecnologici. Lo abbiamo visto con la diffusione mondiale del Covid-19, momento in cui sono emerse le forti contraddizioni di questo modello di società. Durante il periodo di quarantena il lavoro, la scuola e la socialità sono diventati per molte persone telematici e digitali. Tutto ciò ad una velocità spiazzante. I contatti e gli spostamenti sono stati tracciati attraverso app, smartphone e droni. Col pretesto della sicurezza sanitaria la morsa sulla libertà degli individui si è fatta più stringente.
LA RETE 5G
Mentre le persone erano confinate in casa, in molte città hanno intensificato i lavori preparatori alla rete 5G. Ma di cosa si tratta? La rete 5G non è semplicemente un modo per navigare più velocemente. La posta in gioco è ben più alta. La rete 5G è l’infrastruttura indispensabile per la realizzazione del “pianeta intelligente”: un mondo fatto di dispositivi iperconnessi, che raccolgono ed elaborano dati e informazioni sull’ambiente e le persone; un mondo di macchine capaci di risolvere e costringere in percorsi predeterminati tutti i sogni e i bisogni degli esseri umani. La rete 5G trasformerà irreversibilmente la nostra percezione del mondo e il nostro stare in esso. Invaderà ogni aspetto delle nostre vite: dal lavoro alla scuola, dalla vita nelle città alla gestione sanitaria sugli individui, dal modo di fare la guerra allo sfruttamento di persone e ambiente in paesi lontani.
GUERRA
Nella storia le tecnologie di punta hanno sempre avuto un’origine militare. La rete 5G non fa eccezione. Quello di rendere cibernetico il campo di battaglia è un progetto che il complesso industriale-militare persegue dalla Seconda Guerra mondiale. Rete internet, Gps, oggetti connessi, controllo da remoto delle operazioni, droni, analisi e decisioni affidate all’Intelligenza Artificiale, ibridazione soldato-macchina, armi ipersoniche, robot da guerra, sono le quinte dalle quali emergono poi i vari apparecchi digitali da vendere ai consumatori. Ma il legame tra 5G e guerra è più profondo di una serie di innovazioni tecnologiche ad uso bellico. Senza la potenza militare e il giogo neocoloniale che schiaccia miliardi di esseri umani sul Pianeta, non si potrebbero estrarre le materie prime necessarie alla società digitale, né imporre il lavoro semi-schiavistico su cui quell’estrazione si fonda. Dietro l’accaparramento delle terre e dei metalli rari c’è la guerra tra le potenze. Dietro la produzione, il lancio e il controllo di migliaia di satelliti c’è la guerra tra le potenze. Dietro la posa e la sorveglianza dei cavi in fibra ottica che attraversano gli oceani c’è la guerra tra le potenze. L’aumento esponenziale di energia – New Green Deal compreso – di cui hanno bisogno le Smart Cities in costruzione prepara le guerre a venire per l’egemonia sulle risorse e sulle infrastrutture.
SCUOLA E ISTRUZIONE
La didattica a distanza (DAD o Didattica Digitale Integrata) e quella basata sul distanziamento in aula, sono le due facce di una stessa medaglia: entrambe si basano sull’isolamento della persona e sull’eliminazione della relazione e dello scambio. Questo modello si è imposto all’interno dell’emergenza sanitaria per essere meglio accettato, ma è frutto di un lungo processo iniziato con l’ingresso dei colossi dell’informatica nella scuola, la quale si è rivelata un ambito dove poter far fruttare capitali. Il modello che viene perseguito è quello di una società sempre più digitalizzata, più smart e meno umana. La DAD e la didattica del distanziamento non garantiscono né un adeguato sviluppo personale, emotivo e sociale, né tantomeno l’apprendimento. L’identità si costruisce attraverso relazioni che passano per comunicazioni verbali, non verbali (come il sorriso o il contatto col corpo) e la condivisione di stati emotivi. Gli apprendimenti che avvengono attraverso le tecnologie sono labili, superficiali, non soggetti ad un’elaborazione critica. Tali modalità stravolgono lo sviluppo della persona e rischiano di amplificare problemi già noti legati al massiccio uso delle tecnologie: isolamento, difficoltà di adattamento alla vita reale, incapacità di empatia, confusione tra vita reale e realtà virtuale, scarsa conoscenza del proprio corpo e delle proprie emozioni, iperattività, ansia e stress.
ESTRATTIVISMO
Metalli Rari e Terre Rare, oltre ad altri elementi chimici – minerali e metalli – sono l’ossatura di tutte le componenti tecnologiche del mondo digitale, sfruttati per le loro peculiarità necessarie alla microelettronica. La corsa all’accaparramento e al saccheggio delle sostanze terrestri trova fondamento nell’oppressione neo-coloniale e nello sfruttamento razzista di uomini, donne e bambini dall’altra parte del mondo, condannati ad ammalarsi di cancro o a morire in miniera, avvelenati sia dall’irreversibile inquinamento derivante dalle tecniche di lavorazione nei siti di trivellazione, sia dal fatto che questi territori diventano la discarica dell’occidente quando si tratta di trovare un luogo dove buttare gli apparecchi non più funzionanti. Come avviene in Ghana e in Nigeria dove arrivano centinaia di container di rifiuti elettronici al mese. Questa materialità imprescindibile viene celata da quella propaganda in chiave positiva e dalla facciata ecosostenibile che affascina i più. Basta pensare che per ogni kg di Terre Rare estratto vengono prodotte circa 2000 kg di rifiuti tossici e/o radioattivi e che una singola macchina elettrica ne contiene dai 9 agli 11 kg, che una miniera può contaminare fino a 800 lt di acqua al secondo, spesso lasciando le comunità locali in crisi idrica, per svelare la contraddizione del capitalismo “verde”.
CONTROLLO
Con l’introduzione della rete 5G il controllo sociale aumenterà in modo esponenziale. Controllo finalizzato a gestire meglio e a orientare la vita degli individui sia negli spazi urbani che tra le mura domestiche. Grazie all’Internet of Things (IoT) vi saranno un’infinità di apparecchi tecnologici progettati per le nostre abitazioni (dai contatori “intelligenti” ad Alexa), che raccoglieranno informazioni sui nostri gusti, le nostre preferenze, i nostri acquisti, in pratica su ogni singolo aspetto della nostra vita. L’obiettivo è influenzare i nostri comportamenti, le nostre idee, i nostri consumi e trasformarci in meri fruitori di dati, spettatori passivi e dipendenti in un tecno-mondo che nega ogni spazio di decisione autonoma. Non si tratta di fantascienza, ma della nostra vita nelle future Smart Cities, dove milioni di telecamere, sensori, satelliti ed oggetti connessi tra loro monitoreranno e comunicheranno costantemente, dove l’Intelligenza Artificiale valuterà una serie di comportamenti come “anormali”, dove lo spazio per relazioni sociali autentiche e non mediate da dispositivi sarà sempre meno, dove chi non vuole o non può adeguarsi sarà ancora più escluso.
LAVORO
La rete 5G è un’infrastruttura fortemente voluta dagli industriali. I vantaggi che ne trarranno in termini di profitti infatti saranno enormi. Grazie alla rete 5G lo smart-working verrà sdoganato definitivamente. Questo, organizzato sugli obiettivi e non sulle ore, porta il lavoro a invadere tempi e spazi personali. Isolando chi lavora, rende di fatto ancor più difficoltoso, se non impossibile, il confronto e l’organizzazione fra lavoratori. Inoltre darà una spinta a quello che è il progetto “Industria 4.0”, che mira all’espandersi dell’automazione, introducendo macchine in grado di funzionare in completa autonomia, di ripararsi e migliorarsi da sole, dove la completa gestione della produzione e della produttività è affidata ad un software che calcola il rendimento di chi lavora, imponendo ritmi sempre più serrati. Ciò avviene già nei magazzini di Amazon, dove in base a questi calcoli si decide chi dovrà essere licenziato e chi no. In questa nuova ristrutturazione del mondo del lavoro i lavoratori si troveranno ad essere terminali di un meccanismo che non governano e che rende il loro lavoro ancor più alienante.
SALUTE
Con la rete 5G e il conseguente aumento di dispositivi iperconnessi, di antenne e satelliti, saremo ancora più immersi in un mondo elettromagnetico, attraversati da microonde ventiquattro ore su ventiquattro. Tutto questo non può che ripercuotersi sulla nostra salute e quella di tutti gli altri esseri viventi. Gli effetti devastanti che le onde elettromagnetiche già in uso hanno a livello neurologico, riproduttivo e non solo, rende logico pensare (senza rivolgersi a tecnici o esperti) che un aumento esponenziale dei livelli di esposizione peggiorerà la situazione. La digitalizzazione in ambito sanitario (diagnosi da remoto, medicina personalizzata, telechirurgia robotica), specialmente di questi tempi, viene propagandata come estremamente benefica per tutti noi. Ciò di cui non si parla mai sono i pericolosi effetti collaterali, parte inevitabile di un progetto che ambisce al controllo totale delle nostre vite: dall’utero alla morte. Di fatto saremo costantemente monitorati e la nostra esistenza verrà “curata” anche in assenza di malattia.
Il lockdown è stato una finestra sul mondo che verrà. In due mesi di quarantena tantissime persone hanno sofferto l’oppressione per il controllo capillare, la privazione della libertà, la perdita del contatto con il mondo reale e la digitalizzazione degli affetti e delle relazioni. Una finestra ancora aperta, perché quei giorni hanno segnato i nostri comportamenti e il nostro modo di pensare e di vivere, definendo una nuova normalità. Se vogliamo opporci a questi progetti sulle nostre vite, di cui la rete 5G è un tassello fondamentale, è importante tenere gli occhi bene aperti, conoscere e capire i cambiamenti in corso, incontrarsi e confrontarsi con altre persone, raccogliere e diffondere informazioni, imparare a organizzarsi autonomamente. La rete 5G è un’infrastruttura fisica che può essere attaccata in vari modi. C’è chi si è opposto all’istallazione di nuove antenne occupando i cantieri, come c’è chi in diverse parti d’Europa ha scelto di dare alle fiamme i ripetitori. Se la rete 5G invaderà ogni ambito della nostra vita, ciò significa che i modi e i luoghi per sabotare questo progetto sono infiniti. Sta a noi aguzzare l’ingegno, per chiudere quella finestra che altrimenti rimarrà aperta.
(testo di un manifesto uscito a novembre, frutto della collaborazione tra compagne e compagni di varie città)