Seconda lettera di Errol

Che cos’è la libertà? Che cos’è la schiavitù? La libertà dell’uomo si compone alla sua rivolta contro tutte le leggi? Si, se si tratta di leggi penali e politiche imposte da persone a uomini e donne tramite la legge della forza, con la violenza, o ipocritamente in nome di una religione, o di qualunque dottrina metafisica, o, infine, a causa della pseudo-democrazia che si chiama suffragio universale”.

Michail Bakunin

Sono già passate quasi due settimane da quando sono stato preso in ostaggio dallo Stato dopo la decisione presa dal Dipartimento di Sicurezza dello stato che chiede la mia espulsione e il divieto di riento nel territorio greco. In questo cosiddetto documento “riservato”, questa decisione è giustificata necessaria per motivi di “sicurezza nazionale e politica”, senza ulteriori dettagli. Sono ufficialmente un prigioniero politico.

Tuttavia credo che tutti i prigionieri siano politici nella misura in cui il sistema legale della realtà sociale esistente è costruito su potenti istituzioni che hanno come unico scopo quello di garantire il potere e la sovranità dello Stato e quindi giustificare la repressione e lo sfruttamento.

Tuttavia, nel mio caso, lo Stato non si è vergognato neanche di privarmi della libertà senza nemmeno di accusarmi di un crimine e senza muovere nei miei confronti alcun tipo di accusa penale. L’ unico mezzo che ha usato è stata una misura “eccezionale”, che ultimamente è diventata molto comune e quotidiana essendo la firma della tirannia.

Vorrei, inoltre, condividere le condizioni di detenzione sia mia che degli altri detenuti:

  • Dal mio arresto fino ad ora sono detenuto in isolamento assoluto (ho il divieto di comunicazione con gli altri prigionieri) e sono l’unico che sta da solo in cella.

  • Siamo tutti rinchiusi 24ore al giorno nelle celle senza nessun momento fuori e senza nessun accesso al cortile. Giornate interi passano senza vedere il cielo.

  • Nel cuore dell’nverno siamo rinchiusi in celle gelide con finestre rotte e senza materassi.

  • I colloqui sono vietati per motivi sanitari, un divieto che personalmente credo sia a dir poco brutale brutale visto che qui sono detenute persone che aspettano la loro deportazione. Ci hanno pure negato l’accesso ai cellulari così da tagliare ancora di più i contatti con l’esterno.

  • Il cibo fa schifo ed è poco. È successo che ci lasciassero per 24ora senza cibo per poi darci solo una brioche, mentre ci proibiscano di comprare qualsiasi cosa dall’esterno. I detenuti qua soffrono la fame e chiedono cibo.

Queste condizioni che per gli altri detenuti si presentano come misure di quarantena causate della pandemia, a me sembrano essere permanenti durante la mia carcerazione. Non mi lamento. Sono anarchico ed è orma tanto tempo che mi sono dichiarato come nemico dello stato e della società, per come è organizzata oggi. Come non esserlo quando si vive in un paese amministrato da un stato che, tra le altre cose, caccia e incarcera in condizioni simili persone che sono arrivate qui con la speranza di una vita migliore o che sono scappate da zone di guerra? Uno stato che se la prende con perone venute qui con l’obiettivo di sostenere economicamente le proprie famiglie o i propri amici mandando qualche soldo nei paesi di provenienza, di solito saccheggiati o bombardati per gli interessi dei paesi più ricchi.

L’altro ieri, detenuti che sono stati trasferiti in questi giorni da Petru Ralli mi hanno informato che tre giorni fa, il 13/12 durante una rivolta, una delle due sezioni del secondo piano di Petru Ralli è stata distrutta nelle fiamme ed è risultata inutilizzabile. I miei complimenti.

Rimango della mia posizione di resistere ad ogni tentativo di espulsione e di continuare a lottare qui, con i miei/ le mie compagni/ compagne anarchici/ anarchiche. Credo che il fuoco della rivolta, motivato dal desiderio di libertà combinato con la rivolta individuale, sia necessario per colpire questo regime autoritario.

La violenza si risponde con violenza.

Errol

Amigdaleza

16/12/2020