OP. Prometeo – Sulle udienze preliminari dell’11 e 18 Novembre

L’11 e il 18 novembre si sono tenute le due udienze facenti parti della più generica udienza preliminare per l’operazione Prometeo in cui sono imputati Natascia, Robert e Beppe. Il gup di Genova, Claudio Siclari, ha deciso di dividerla in due per far parlare prima l’accusa, impersonata dal pm Manotti, e poi la difesa.
Nell’udienza dell’11 il pm ha concluso il suo discorsi in pochi secondi chiedendo un lapidario rinvio a giudizio per tutti e tre. Gli avvocati della difesa hanno perciò avuto spazio in entrambe le udienze per esporre le motivazioni con cui chiedevano il ridimensionamento dell’accusa di 280 comma 1 e 3, che con l’aggravante della “letalità” comporta una pena dai 20 ai 30 anni. Per Robert, essendoci  ben due sentenze di cassazione che si erano già espresse sull’assenza di prove, è stato invece chiesto il non luogo a procedere. La difesa ha portato una serie di perizie che constatano pacificamente la non micidialità delle buste, cosa tra l’altro espressa dalle stesse perizie dei RIS di Parma contenute nel fascicolo d’indagine. Viene da chiedersi allora da dove venga fuori questa fantomatica micidialità, e la risposta sta tutta nella fervida fantasia del pm Piero Basilone (titolare iniziale dell’indagine) che in tutto questo tempo non è mai stata avvalorata da alcun dato tecnico o qualsivoglia perizia.
Nell’udienza del 18 il gup ha decretato un rinvio a giudizio per tutti e tre, mantenendo lo stesso capo di imputazione iniziale nonostante le perizie presentate.
L’8 febbraio si terrà la prima udienza di smistamento davanti alla corte d’assise di Genova. Nel frattempo, considerando anche che il capo di imputazione è rimasto invariato, reggono purtroppo i presupposti cautelari per tenere Natascia e Beppe rinchiusi in carcere per un tempo ancora indefinito.

Che ben poco ci si potesse aspettare dall’ennesimo teatrino giudiziario in salsa macchiettistica è scontato: normale amministrazione del potere giudiziario. Lo stesso che si arroga la facoltà di decidere sulle vite altrui per mezzo di una firma distratta, distribuendo mesi di galera e misure restrittive con la stessa noncuranza con cui si gioca ai dadi. Un presente in cui sempre più persone che remano controcorrente possono incappare, una realtà di cui occorre prendere atto e contro cui occorre resistere e lottare e mettersi di traverso con ogni mezzo necessario.
Al fianco di Natascia, Robert, Beppe e tutte le compagne e i compagni prigionieri di un sogno.

La solidarietà è un’arma, usiamola. Continuiamo a far arrivare loro tutta la nostra solidarietà, il nostro calore e affetto.

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