Bergamo: Occupato un tetto che ospita un impianto 5G

 

BERGAMO: OCCUPATO TETTO SITO DI IMPIANTO 5G

Oggi, 27 ottobre 2020, a Bergamo abbiamo occupato il tetto di uno stabile in via Baioni, 53 che ospita ormai da mesi impianti di telefonia mobile a rete 5G.
FERMIAMO LA RETE 5G E LA SMART CITY.
RESTARE UMANI SIGNIFICA RESISTERE.
Spazio di documentazione La Piralide
Resistenze al nanomondo
Qui il volantino che è stato diffuso durante l’iniziativa:
FERMIAMO LA RETE 5G E LA SMART CITY
In questi mesi le parole che abbiamo sentito sicuramente più spesso sono “benessere della salute” e “stato di emergenza”.
In questo contesto rinnovato e rinforzato a colpi di DPCM il benessere della salute coincide e anzi è imprescindibile dall’instaurazione di uno stato di emergenza che sta permettendo di fare di tutto. Questo regime tecno-sanitario oltre a distruggere nell’immediato ogni forma di libertà si impegna a mortificare anche il futuro delle prossime generazioni, considerato quello che sta avvenendo nelle scuole – e non solo – contro i bambini, non nascondendo più le proprie intenzioni e apprestandosi a modificare il mondo in modo irreversibile.
Ma se siamo sotto dittatura sanitaria dove sono le truppe? Si diranno in molti…
Questo regime tecno-sanitario viene da più lontano che dai fantocci presenti a Roma e opera attraverso tecnici e specialisti che non sono meri consulenti, basta pensare alla Task Force guidata da Colao, uomo di Verizon e della finanza internazionale. Oggi l’obbedienza si ottiene attraverso il controllo sanitario, con dati manipolati e creati ad hoc, gestiti dalle compagnie del digitale.
Un persistente attacco alla dimensione emozionale terrorizzando, confondendo, creando speranze. Costringere le persone a stare in un perenne stato di ansia, ma soprattutto di paura – e di paura ne serve molta per i loro piani – perché la paura soffocata dentro le mascherine impedisce la creazione di pensieri, soprattutto la creazione di una critica e quindi di una reazione verso quello che ci stanno facendo ormai da mesi e possiamo essere certi che non si fermeranno se non saranno costretti a farlo. Una forma di controllo per arrivare a digitalizzare tutto: fuori e dentro di noi.
Questo nuovo mondo che con grande velocità stanno allestendo, per funzionare ha bisogno oltre che della nostra sottomissione anche di una nuova rete di telefonia mobile: la 5G.
La rete 5G non rappresenta solo un superamento delle precedenti 2G, 3G, 4G, ma sarà la rete che permetterà “l’internet delle cose”: un mondo di oggetti comunicanti non solo con maggiore velocità, ma soprattutto in simultanea. Una connessione continua che declasserà ad oggetti connessi anche noi, i nostri corpi e quelli degli altri animali, continuamente sollecitati da centinaia, che presto saranno migliaia, di antenne sprigionanti onde millimetriche in grado di far di modificare il funzionamento e il metabolismo cellulare e di creare danni irreversibili alla salute come disfunzioni, tumori e infertilità.
Una totale e continua irradiazione elettromagnetica a cui nessuna persona, nessun animale, nessuna pianta potrà sottrarsi, a livelli di radiazione che sono centinaia di volte più grandi di quelli esistenti oggi.
Ancora una volta in nome di un’emergenza, questa volta una “pandemia”, in passato il “terrorismo islamico”, viene imposto un cambiamento radicale alle nostre vite, ma il cambiamento che si sta concretizzando e che a volte facciamo fatica a comprendere nella sua totalità, è un cambiamento antropologico dell’essere umano.
Vogliono un mondo di automi mascherati perchè l’uniformità dell’obbedienza sia subito evidente, un mondo di alienati e anestetizzati davanti agli smartphone in attesa di leggere l’ultimo bollettino giornaliero o di sapere se nella notte è stato sfornato un nuovo DPCM. La mascherina è ben rappresentativa di un nuovo modello antropologico neutro in cui scompaiono i tratti del volto e le espressioni, per una società in cui bambine e bambini si abitueranno al distanziamento sociale, in cui verranno minate le basi dell’empatia, della relazione, della solidarietà, del dissenso, della difesa dei nostri corpi e della resistenza. E tutto questo entrerà a far parte della normalità, per un mondo a misura di pandemia in una narcosi collettiva.
Nel periodo di arresti domiciliari a cui siamo stati sottoposti, il progetto di digitalizzazione ha funzionato a gonfie vele. Le compagnie di telefonia mobile, sapendo bene che i ripetitori e il taglio di alberi per facilitare la diffusione del segnale non sono graditi, hanno riempito di impianti le città deserte. Qui a Bergamo proprio in quei giorni ne sono state messe a dimora almeno dodici e altre nove sono in fase di installazione, cosa stavano allora sperimentando a Oltressenda Alta e a Bianzano e negli altri piccoli comuni in tutta Italia? Spostavano l’attenzione da tutti quei progetti – già in corso – per disseminare Smart City ovunque? Città intelligenti per persone atomizzate? A Bergamo, gran parte delle autorizzazioni risalgono al 2019 e poche al 2020, questo però non ha tolto all’attuale sindaco di Bergamo del partito digital-democratico la sfacciataggine di dichiarare in un’intervista che a Bergamo non c’erano antenne 5G e che quindi potevamo stare tranquilli… forse perché sapeva che invece dobbiamo preoccuparci?
Sappiamo ormai da anni che l’elettromagnetismo è un grave pericolo per la salute e molti dei centomila (e più) morti all’anno per tumore in Italia – emergenza mai dichiarata sono dovuti alle onde elettromagnetiche e al mondo avvelenato in cui ci tocca vivere. Ma il principale motivo per cui è fondamentale opporci alla nuova rete 5G e ai loro stati di emergenza sono il mondo che questi permetteranno di sviluppare con esseri umani ridotti ad automi in totale dipendenza dal digitale e ingegnerizzati geneticamente con i nuovi vaccini a RNA, un mondo transumanista dove l’essere umano, per come lo conosciamo, con i suoi limiti e incertezze, sarà concepito come l’errore.
Facciamo che la paura passi di campo, questo programma non arretrerà con le buone intenzioni, le grandissime manifestazioni di Parigi, Berlino, Madrid, Londra hanno già dimostrato che non tutti hanno intenzione di accettare questa situazione senza lottare.
UNA SITUAZIONE MAI VISTA NECESSITA DI UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA, PER CONTRASTARE UNA GUERRA CHE HANNO DICHIARATO ALL’ESSERE UMANO, PIU’ CHE AD UN VIRUS. RESTARE UMANI SIGNIFICA RESISTERE.
Cosa stiamo aspettando? Se non ora, quando?
 
Bergamo, ottobre 2020
Spazio di documentazione “La Piralide”
www.lapiralide.noblogs.org – avvelenate@anche.no
Resistenze al nanomondo

www.resistenzealnanomondo.org – info@resistenzealnanomondo.org