13 luglio: Ricordando Willem Van Spronsen

Tradotto da https://earthfirstjournal.news/2020/07/13/july-13-remembering-willem-van-spronsen/

13 luglio: Ricordando Willem Van Spronsen

Sembra impossibile che sia passato solo un anno dall’azione di Willem Van Spronsen al centro di detenzione di Tacoma ICE, e allo stesso tempo non possiamo credere che sia già luglio. Quando abbiamo iniziato a lavorare sul nostro numero di autunno lo scorso agosto, le ultime parole e azioni di Willem erano fresche nelle nostre menti. Sembrava che il candelotto che chiamiamo America fosse innescato e posizionato per l’accensione e stessimo osservando le scintille che volavano da tutto il mondo, aspettando solo che una accenda la miccia. Ci sono così tante prime linee su cui combattere adesso, ma non dimentichiamo le migliaia di persone ridotte in condizioni disumane nei campi di concentramento dell’ICE. Non dimentichiamo l’esecuzione di Willem Van Spronsen da parte della polizia di Tacoma e il suo ultimo scritto per l’abolizione diretta dell’ICE e delle loro strutture. Con le sue stesse parole: “I campi di detenzione sono un abominio. Non sto aspettando. Non dovrei davvero dire altro”. Earth First! Journal Collective Il 13 luglio 2019, Willem Van Spronsen ha tentato di dare fuoco a una flotta di autobus a Tacoma, il centro di detenzione del nord-ovest di Washington (NWDC). NWDC è un centro di detenzione a scopo di lucro di proprietà di The Geo Group, utilizzato per imprigionare i migranti in attesa di espulsione e audizioni legali. Armato con un fucile d’assalto AR-15 e razzi, Spronsen fu colpito e ucciso dalla polizia di Tacoma, dopo aver bruciato un’auto. Mentre Earth First! Diary è una pubblicazione incentrata principalmente sulla resistenza ecologica, è impossibile ignorare l’importanza e la pertinenza della guerra dello Stato contro i migranti nel movimento di difesa ecologica. Gli stessi sistemi e la retorica che consentono ad orrori impensabili di apparire sui nostri paesaggi consentono che i richiedenti asilo siano imprigionati in queste gabbie, a beneficio di The Geo Group e di altri appaltatori privati. Al di là dell’impatto ecologico diretto del muro di confine proposta (vedere “Farfalle e frontiere”, pagina 24), il genocidio ecologico del cosiddetto “Terzo mondo” da parte delle nazioni industriali è di lunga data, efficiente e dilagante. La brutale estrazione di risorse dell’America centrale e meridionale (diamanti, carne, banane, petrolio, l’elenco continua) spinge i popoli indigeni a fuggire dalle loro case ancestrali, solo per finire imprigionati dalle stesse nazioni che traggono profitto dalla distruzione delle loro terre. La resistenza della guerra di confine e dei suoi campi di concentramento è inseparabile dalla difesa della Terra. È con questo in mente che invio la dichiarazione finale di Will Spronsen, inviata ai suoi amici poco prima di quello che sicuramente sapeva sarebbe stata la sua ultima azione.

Rest In Power Willem Van Spronsen, 1950-2019

Qui l’appello di Van Sprosen:

https://it.crimethinc.com/2019/07/14/lazione-di-willem-van-spronsen-contro-il-northwest-detention-center-a-tacoma-con-il-testo-completo-del-suo-ultimo-comunicato