Friburgo: Attacco di vernice contro la fabbrica Starag
Friburgo: Attacco di vernice contro la fabbrica Starag
30 maggio 2020 – Fonte: renverse.co
I popoli della Federazione democratica del nord e dell’est della Siria (Rojava), che hanno liberato le loro terre da Daesh, stanno ora affrontando gli attacchi dello Stato turco. Dal 2018 la Turchia ha invaso la regione, costringendo centinaia di migliaia di famiglie a fuggire. Questa occupazione, di una violenza senza precedenti è un attacco diretto al sistema democratico stabilito nel Rojava. In effetti, la prospettiva di una regione governata secondo i principi dell’ecologia e della liberazione delle donne fa tremare tutti gli Stati capitalisti e imperialisti.
27 maggio
È quindi con il sostegno dell’Unione Europea e del governo svizzero che Erdogan continua la sua guerra di occupazione. Ciò comprende il sostegno diplomatico e finanziario, nonché il sostegno militare. Così Starag è in grado di esportare le sue macchine utensili in Turchia per la fabbricazione di granate a razzo, tra le altre armi da guerra. Una delle fonti della guerra di Erdogan si trova quindi nel cuore della Gruyère svizzera. Ma dal Rojava alla Gruyère, il popolo è stufo dei governanti che si arricchiscono con le guerre. All’inizio di aprile, i nostri compagni dell’HBDH (Movimento rivoluzionario dei popoli uniti) in Turchia hanno attaccato una fabbrica a Roketsan, un produttore di … Razzi. Questa azione ha messo in risalto le molte fabbriche svizzere che collaborano con Roketsan. Vogliamo dimostrare il nostro sostegno a questa azione con un attacco di vernice alla fabbrica Starag. Le frasi “Free Rojava”, “le tue macchine uccidono” e “Le donne difendono il Rojava” sono state dipinte a spruzzo sulla facciata. Rivendichiamo questa azione a nome della brigata Sehids Bese, Çiçek e Siyajin, 3 guerriglier* cadut* sotto il bombardamento dell’esercito turco a Heftanin lo scorso novembre. Tutti e tre provenivano dal Kurdistan settentrionale e si erano uniti alla lotta della stella YJA per costruire una vita dignitosa e libera.
È qui che inizia la guerra, fermiamola alla sua fonte.