The TRUMAN Show. L’università di Trento collabora anche con Israel IBM

Non c’è pace per il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian. Dopo che l’Assemblea trentina in solidarietà alla resistenza palestinese è andata a cantargliele chiare sulle sue false dichiarazioni in merito all’interruzione dei rapporti con le università israeliane, una chiara denuncia arriva adesso direttamente da docenti e ricercatori della stessa università: l’ateneo di Trento collabora, all’interno di un progetto chiamato “Truman”, con la divisione israeliana di IBM (IBM! L’azienda che ieri forniva le sue schede perforate per i lager nazisti, e che adesso fornisce i suoi sistemi informatici allo Stato genocida d’Israele!).
Qui le puntate precedenti:
https://ilrovescio.info/2025/06/11/luniversita-trentina-e-la-guerra-giu-la-maschera-deflorian/
Qui un articolo tratto da un giornale locale su quest’ultima vicenda, contenente svariate informazioni sul ruolo di IBM nell’apartheid e nel genocidio dei palestinesi: https://www.iltquotidiano.it/articoli/nuova-collaborazione-tra-luniversita-di-trento-e-unazienda-israeliana-scoppia-la-polemica/
Qui un testo dell’Assemblea in solidarietà alla resistenza palestinese di Trento, aggiornato a quest’ultima “scoperta”:
DEFLORIAN PARLA MA TACE SULLE COLLABORAZIONI IN CORSO
A quasi due anni dal suo inizio, l’enormità del genocidio a Gaza è diventata innegabile.
In questo frangente rompe il silenzio dietro cui si era trincerato il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian.
Con un editoriale per il giornale online Unitrento Mag, sulla spinta del partecipato corteo arrivato sotto al Rettorato il 30 aprile in occasione dello sciopero provinciale contro il genocidio, Deflorian smentisce categoricamente le accuse mosse a lui e all’Ateneo di complicità col genocidio («aberranti calunnie»).
Al contrario ci informa che l’Ateneo è «per la Palestina» e che «ha cercato di sostenere concretamente il popolo palestinese».
In che modo? Fornendo «supporto alla didattica universitaria da remoto», ovviamente «finché è stato possibile», istituendo un dottorato sui “Peace Studies” e promuovendo «incontri sul tema della pace».
Le collaborazioni con le «istituzioni di ricerca e formazione israeliane», continua Deflorian, sono al momento inattive, anche se lui spera di «poter[le] riprendere in futuro».
E in ogni caso ci rassicura, si è sempre trattato di «collaborazione culturale e scientifica su temi di pace».
Probabilmente Deflorian, così preso dagli impegni del suo ruolo, saranno sfuggite alcune di queste collaborazioni.
Facile scordarsi di un progetto dal nome “Safe U-Comm”, per lo sviluppo di comunicazioni subacque in ambito militare, portato avanti da ricercatori Italia, Canada, Regno Unito e per l’appunto Israele, con il supporto della NATO.
Un progetto che ha visto coinvolto per Trento il Manta Lab del Disi (Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione) e che si è concluso nel 2024, nel pieno dei bombardamenti su Gaza.
Uno dei sei progetti che vedono coinvolte istituzioni trentine di cui si trova traccia nel portale dell’Università di Haifa.
Ma si potrebbe dire che il passato è passato, bisogna guardare all’oggi e al futuro.
E guarda un po’, oggi il professor Paolo Casari del Disi che si occupava di “Safe-U-Comm” dirige un altro progetto, SHIELD, sempre sulla sicurezza militare delle comunicazioni sottomarine, sempre coi finanziamenti NATO, questa volta con la partecipazione di cinque paesi: Italia, Canada, Regno Unito, Croazia e… Israele!
Un progetto quello di SHIELD iniziato a marzo 2025 e che si concluderà nel febbraio 2028 (un informazione visibile ad oggi sul sito del Manta Lab).
Mentre inizierà il 1° luglio un altro progetto che coinvolge il Disi: TRUMAN, legato allo sviluppo dell’IA, di cui è responsabile Fausto Giunchiglia e che ha tra i partner IBM Israel.
La presenza di IBM Israel, che fornisce tecnologie di schedatura funzionali al controllo dei palestinesi e collabora attraverso una sussidiaria con l’esercito israeliano, ha fatto sì che stia circolando tra i dipendenti di Unitn una raccolta firme per chiedere lo stop al progetto.
Deflorian lo ha detto anche a Casari e a Giunchiglia che non ci sono collaborazioni tra Unitn e l’accademia israeliana?
Anche questi progetti rientrano nei «temi di pace» di cui scrive Deflorian?
Ma, lasciando stare i singoli progetti – di cui evidentemente il rettore non è informato – ci sono vari dati di fatto che consolidano l’immagine dell’Università come “luogo di guerra”, su cui Deflorian elegantemente sorvola nel suo editoriale.
Non solamente la sua personale partecipazione a MedOr, fondazione “culturale” di Leonardo, da cui è uscito in sordina proprio dopo le proteste.
Si tratta più in generale della presenza dentro l’Ateneo di Leonardo stessa e di altre aziende belliche (Iveco Defence, Fincantieri…). Aziende che finanziano e partecipano ai programmi di dottorato, che presenziano agli eventi di orientamento post-laurea come il Career Fair, che sponsorizzano il Festival dell’Economia co-organizzato da Unitn.
Contro questa presenza ci sono stati negli ultimi anni presidii, cortei, scioperi e anche due occupazioni dell’università.
Un’opposizione portata avanti da più realtà, da tutti e tutte coloro che non hanno voluto restare testimoni passivi di un genocidio e che come gesto concreto hanno deciso di andare a puntare il dito sulle collaborazioni tra Occidente e colonialismo d’insediamento israeliano.
Troppo comodo, come fa nel suo testo Deflorian, dire che lui e l’Ateneo sono colpevoli al pari di tutti delle «tragedia» in atto: in questi due anni c’è stata certamente «l’ignavia» di chi non ha fatto niente, ma soprattutto l’aperta di complicità di chi ha continuato a fare quello che faceva prima e ha ostacolato chi cercava invece di fare qualcosa.
Le istituzioni europee, italiane e trentine sono attori di questa tragedia nella misura in cui hanno instaurato legami e continuano ad averne con il colonialismo d’insediamento israeliano.
Se Unitn appende teli bianchi per coprire le proprie responsabilità, bisogna invece continuare a scrivere nero su bianco sugli striscioni che Unitn continua a essere complice di genocidio e un ateneo che va alla guerra.
Deflorian vuole che si smetta di associare il suo nome e quello dell’Università di Trento al genocidio e alla guerra? Si adoperi allora per la cessazione immediata di tutti i progetti e le collaborazioni tra Unitn e Israele, nonché per l’uscita di tutte le aziende belliche dai dipartimenti, fornendone prove ben più solide delle sue fumose dichiarazioni.
Mentre lo Stato israeliano annega nel sangue che ha versato e, attaccando l’Iran, si adopera per arrivare a una guerra mondiale, riprendiamo con forza l’opposizione alle collaborazioni trentine col genocidio e colla guerra, come forma concreta di solidarietà alla resistenza palestinese e come opposizione al riarmo!
16 giugno 2025
Assemblea di solidarietà con la resistenza palestinese
In pdf: Risposta a Deflorian RIVISTO