Dichiarazione di Zac all’udienza del 23 maggio

Riceviamo e diffondiamo. Solidarietà con Zac!

Dichiarazione di Zac all’udienza del 23 maggio

Dopo un anno di carcerazione preventiva e 13 udienze, di cui 9 in videoconferenza, strumento derealizzante, creato in ottica emergenziale, ma ormai allargato ad una sempre più grossa fetta di prigionieri, che dietro una generica giustificazione di motivi di sicurezza rende l’imputato, cioè l’effettivo protagonista del processo, spettatore del proprio destino, riducendo ancor più il processo stesso ad un confronto tra tecnici, tutto a garantire il pacifico svolgimento delle udienze, e senza neanche il fastidio di dover guardare il prigioniero negli occhi, ho deciso di rilasciare questa dichiarazione. Lo faccio perché questo è un processo politico, anche se nessuno ha voglia di dirlo ad alta voce. Non mi interessa entrare nel merito delle accuse, né dell’operazione di polizia da cui sono partite, che per quanto mi riguarda, è solo un’accozzaglia di burocrazia giudiziaria, funzionale alla volontà politica degli apparati governativi, che coerentemente con la logica di guerra, punta a rinchiudere i cosiddetti nemici interni, quelli considerati irriformabili. Ecco perché non ho interesse a lamentarmi della specificità della mia situazione giudiziaria, anzi, essere considerato un nemico da chi protegge e fa gli interessi di chi fa affari con le guerre, come lo stato italiano e le sue partecipate, è per me motivo d’orgoglio.
Ciò che invece mi interessa è ribadire il mio essere anarchico, e come tale non riconosco il concetto dicotomico di colpevolezza o innocenza, perché, come scriveva un compagno che mi porto nel cuore “un procedimento giudiziario sarà sempre arbitrario, sarà fondato non sull’evidenza ma sulla forza, non sulla logica ma sul dominio”. Ciò che invece riconosco come uno dei principi fondanti del mio anarchismo è l’importanza della solidarietà tra rivoluzionari, ribelli e oppressi, quindi voglio esprimere la solidarietà a tutte le compagne e i compagni rinchiusi nelle galere di mezzo mondo, a quelli minacciati e che subiscono tutte le fantasiose forme della repressione. Non ci sono muri o vincoli che ci possano separare. Tutte e tutti liberi.

23/05/2024