Dichiarazione di Luigi Palli in videoconferenza al tribunale di Massa
Riceviamo e diffondiamo:
Diffondiamo la dichiarazione di Luigi in occasione dell’udienza dell’8 marzo nell’ambito del processo con giudizio immediato in corso presso il tribunale di Massa. Ricordiamo che il compagno si trova attualmente agli arresti domiciliari restrittivi per l’operazione Scripta Scelera contro il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny”. A fronte di dieci compagni coinvolti nell’indagine, il processo si sta svolgendo solo contro i quattro agli arresti domiciliari restrittivi (e in riferimento agli artt. 414, 270 bis 1 e 278 c. p.). Seguirà un aggiornamento specifico su quest’ultima udienza.
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Per i dettagli della vicenda, si veda qui: https://ilrovescio.info/2024/03/08/16818/
Qui la dichiarazione in pdf: dichiarazione in videoconferenza alludienza dell8 marzo presso il tribunale di massa (1)
Dichiarazione in videoconferenza all’udienza dell’8 marzo presso il tribunale di Massa
8 agosto 2023. 8 marzo 2024. Sette mesi di confinamento e domicilio coatto.
Non mi aspettavo, da parte degli uomini e donne di giustizia, un trattamento migliore. Le vessazioni fatte in questi mesi sono state molteplici. Saltellamenti tra carcere e domiciliari, rigetti (peraltro vietati dalla vostra stessa legge) per presenziare in aula, se non addirittura la ridicola, anche se c’è ben poco da ridere, scorta di decine di uomini dei carabinieri per i compagni detenuti ai domiciliari a Carrara per un viaggio di… due chilometri verso il tribunale di Massa. E ultima ma non meno importante, la mia traduzione nel carcere di Bologna per “partecipare”, per usare un ossimoro, all’udienza tramite multivideoconferenza.
Tutte queste vessazioni non sono altro che tentativi di nascondere, da parte di voi uomini di cattedra giudiziaria, la natura essenziale del processo che avete imbastito e che dovete affrontare; un processo politico.
Un processo politico che infatti chiama in causa non fatti specifici, ma le idee degli anarchici, pensieri di classe, in questo caso espressi su un giornale.
Mi trovo, in quest’assurda circostanza, in accordo con voi. Un giornale è uno strumento importantissimo e lo scritto, la parola, sono ancora armi davvero efficaci anche in tempi in cui la comunicazione e interazione fra le persone si è pressoché assopita. La capacità del linguaggio, se ben utilizzato, è in grado davvero di tracciare dei solchi nei cuori degli uomini, e se non fosse così non avrei dedicato tanti anni nel mio impegno in pubblicazioni e o anche in semplici, ma non meno importanti, volantini e manifesti.
Devo precisare che rifiuto e schifo le vostre accuse di istigazione al terrorismo. Sono un anarchico e per me la volontà di un individuo è inviolabile. Per quanto possa augurare scenari di scontro sociale, di classe, da parte del proletariato contro la borghesia, questo non può e non vuole essere una costrizione. Solo la volontà degli uomini, di fronte alla necessità dello scontro, è in grado di avviare quei processi trasformativi che possano demolire fino in fondo la società autoritaria e costruire un mondo basato sul mutuo appoggio. Questa volontà, vincolata alla necessità dell’azione, è per forza di cose generata dalla primordiale consapevolezza rispetto alla propria sofferenza sociale. Ed è in quelle sofferenze sociali che i rivoluzionari intervengono.
In questi mesi ho assistito alle lagne governative, anche in ambito giudiziario, sul pessimo trattamento di una compagna detenuta a Budapest, Ilaria Salis. Lagne che non solo non smuovono una foglia secca ma che non sono nient’altro che becera ipocrisia. Infatti, in Italia, spesso alle udienze i detenuti – in special modo quelli rivoluzionari – manco ci possono essere, nemmeno in catene. Come serpi velenose aggirate tecniche di brutalità che definireste “anti-democratiche” utilizzando uno strumento come la videoconferenza. Sicuramente questo è anche il modo di affrontare le cose “all’italiana”, perché gli apparati burocratici semplicemente non hanno voglia di alzare il posteriore dai propri banchi e accompagnare un uomo davanti al giudizio terreno. Ma non credo proprio sia tutto qui. Credo invece, come è anche ben descritto dalla notifica che mi è pervenuta, che il vostro sia un tentativo, in questo preciso caso, di desolidarizzazione. Ma, vi piaccia o meno, fin quando giudicherete i rivoluzionari, fin quando ci arresterete, le aule rimarranno terreni di lotta. E questo, da un certo punto di vista, lo avete deciso voi.
E qui chiudo, mandando un pensiero di cuore a tutti i muratori che muoiono sotto il peso della società capitalista: solo la lotta potrà farci uscire da questo infernale girone di vite.
Un abbraccio pieno di speranza ai proletari in lotta nella martoriata Palestina, e ai proletari israeliani che subiscono le prepotenze guerrafondaie dello Stato di Israele. Un saluto a tutti i disertori ucraini e russi, a tutti i compagni in lotta contro la guerra.
Oggi più che mai mi sembra adatto il grido di: VIVA LA RIVOLUZIONE SOCIALE, PER LA COMUNE.
Bologna, 8 marzo 2024
Luigi Palli