L’università è guerra
Riceviamo e diffondiamo:
Venerdì 16 dicembre, nella sala conferenze del Rettorato dell’università del Salento, si è tenuto un convegno dal titolo “Dalla ricerca all’impresa: i dottorati innovativi di UniSalento”. Tra i relatori anche il rettore Fabio Pollice. Il convegno è stato interrotto per chiarire le complicità di UniSalento col militarismo. È stato aperto uno striscione con scritto “UniSalento complice della guerra”, effettuato un intervento al megafono e distribuito il seguente volantino.
Università è guerra
Quanto lontani i tempi in cui dalle università scaturiva la scintilla che infiammava i cuori alla ricerca dello sconvolgimento sociale, e quelli in cui dai campus partiva la rivolta contro le guerre di aggressione. Oggi accade esattamente l’opposto: nelle università, come ogni altro àmbito della società, si prepara la guerra, e UniSalento non è da meno.
Da anni non si contano più gli accordi di collaborazione con enti militari, dall’esercito all’aeronautica, dalla Nato a Leonardo, uno dei massimi produttori di sistemi militari al mondo; accordi che non coinvolgono solo dipartimenti scientifici come ingegneria, ma anche corsi di laurea umanistici quali antropologia, sociologia, psicologia, nella formazione e ricerca di personale da inserire nei percorsi di peacebuilding, come amano chiamare con un eufemismo il percorso di colonizzazione e pacificazione che segue la guerra vera e propria.
Non interrogarsi oggi su cosa sia la guerra significa essere complici. Guerra non è più – se mai lo è stata – solo la bomba che cade lontano da casa nostra, ma significa ricerca, collaborazioni, accordi, finanziamenti… L’aereo che bombarda è solo l’ultimo anello di una catena molto lunga che inizia fuori – e talvolta dentro – la porta della nostra casa, e passa senz’altro da tutte le università. La guerra inizia qui, e copre ogni aspetto del nostro vivere. Per questo non è possibile chiudere gli occhi su ciò che produce il nostro lavoro; ogni attività umana, nel mondo di oggi, ha ripercussioni da qualche altra parte, e se pensiamo che un nostro dottorato di ricerca in qualche scienza umanistica o per la costruzione di una piccola antennina non danneggi nessuno, è possibile che si stia lavorando a un sistema d’arma che ammazzerà qualcuno in un luogo sperduto o ci si stia preparando a insegnare la rassegnazione e l’accettazione della guerra a qualche popolazione aggredita.
Non basta lo sdegno all’ora di pranzo mentre passano in tv i crimini di qualche esercito o forza di polizia straniera, magari di regimi dittatoriali.
Le forze di polizia, diceva un vecchio proscritto, sono tutte sorelle, e il mestiere di ogni soldato del mondo è fare la guerra e ammazzare.
Il rettore Fabio Pollice è senz’altro uno dei massimi responsabili della direzione di guerra che ha intrapreso UniSalento; una vera e propria passione per accordi e convenzioni con enti militari e aziende di armamenti, come se fosse la stessa cosa che coltivare piante sul balcone di casa.
Insomma un vero Pollice verde, ma verde militare.
Antimilitaristi