Un anarchico al 41bis
Un anarchico al 41bis
Ma non dicevano che al 41bis ci stanno i mafiosi? Quelli che sciolgono i bambini nell’acido? Quei non-umani contro i quali tutto è lecito? Anche seppellirli vivi fino alla morte?
Il 5 maggio 2022 l’anarchico Alfredo Cospito è entrato a far parte dei seppelliti vivi. Dal carcere di Terni, dove era detenuto dal 2021, è stato trasferito in una delle carceri della colonia penale “italiana”, la Sardegna. Il carcere è quello di Bancali, in provincia di Sassari, e a detta di chi si vanta di questo abominio è l’unico 41bis davvero “idoneo”: alcune celle sono sottoterra.
Alfredo era detenuto dal 2012. Catturato con un suo compagno, rivendica il ferimento dell’Amministratore Delegato di ANSALDO NUCLEARE. In un’intervista pubblicata sul giornale anarchico “Vetriolo”, spiega molto semplicemente che “lo abbiamo fatto perché non volevamo capitasse qui da noi quello che avete visto accadere in questo film” (sulla tragedia di Chernobyl), “per erigere un muro invalicabile davanti al cinismo tecnologico ed assassino di scienziati e politici senza scrupoli”: “non riporterete il nucleare in Italia, altrimenti ci opporremo con tutti i mezzi”.
Dopo 10 anni di detenzione in sezioni di Alta Sicurezza, regimi speciali al servizio della “differenziazione” (cioè del divide et impera) con censura della posta in entrata e in uscita, processi in videoconferenza, e condanne per altri 20 anni, Alfredo non aveva ancora deciso di “tacere”.
La Direzione Nazionale Antimafia non l’ha rinchiuso in 41bis perché mandava fuori “pizzini”, ma perché non ha mai smesso di sentirsi ancora vivo e pensante e capace di contribuire al dibattito sulla necessità della distruzione della società tecnologica e sulla costruzione di una società libera dallo Stato.
(pannello di una mostra su carcere e 41bis)