Solidarietà con Gigi e Veronica! Comunicati e considerazioni solidali [in aggiornamento]

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Raccogliamo in questa pagina i diversi comunicati di solidarietà a Gigi e Veronica, arrestati per l’Operazione “Delivery”, che sarà via via aggiornata man mano che riceveremo testi o li troveremo sul web:

Comunicato del Garage Anarchico di Pisa sull’Operazione “Delivery”

Gigi e Veronica, due nostri compagni, oggi, 11 settembre, sono stati messi ai domiciliari (con divieto di comunicazioni e visite) con l’accusa di “atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”. I fatti di cui sono accusati, avvenuti nel 2023, si inseriscono nella mobilitazione in solidarietà al compagno Alfredo Cospito, al tempo in sciopero della fame contro il 41bis. Per gli stessi fatti furono perquisiti già lo scorso 26 marzo in un’operazione coordinata sempre dalla DDA di Firenze.
Nella situazione attuale, non proprio tranquilla dal punto di vista sociale, in cui si concretizzano prospettive di guerra e durissima repressione di massa, non stupisce che Questura e DDA si siano impegnate così tanto per togliere dalle strade due ribelli.
Solidarietà a chi lotta e a chi è colpito dalla repressione.

Ci vediamo presto.

Garage anarchico


SOLIDALI CON LUIGI E VERONICA. COMPLICI CON CHI ATTACCA

La mattina dell’11 settembre 2025 sono state perquisite diverse abitazioni nei comuni di Carrara, Pisa, Sarzana e Montignoso in quella che le forze della polizia politica hanno denominato “Operazione Delivery”, volta ad attribuire delle responsabilità per il collocamento di un ordigno esplosivo sulla porta di servizio del Tribunale di Pisa nella notte del 21 Febbraio 2023: una compagna e un compagno sono finiti agli arresti domiciliari, gli altri sono indagati e sospettati in quanto solidali coi due arrestati come ha affermato il procuratore di Firenze.
Come avvengano questi addebiti è noto a tutti, attraverso improbabili match fotografici, intercettazioni tagliate, reperimento d’oggetti d’uso comune in sede di perquisizione. In questo caso la stampa di regime (corriere della sera, edizione digitale della mattina degli arresti) ci delizia con un nuovo particolare distopico: i due anarchici sarebbero stati individuati a causa della loro camminata e di pochi dettagli del volto, il tutto sottoposto al calcolo alchimistico di un software che utilizza una tecnica che distilla informatica e biomeccanica, quindi comparati con immagini provenienti dagli archivi di polizia e rubate nel corso di numerose manifestazioni (dove dobbiamo ritenere siamo stati tutti quanti schedati e i nostri nomi candidati per l’estrazione nel “tombolone” del software).
Un fatto che di per sé ci sospinge verso impressioni più generali sull’uso delle nuove tecnologie come macchine da guerra (esterna, ma anche interna, come in questo caso). Si tratta di dispositivi del tutto analoghi a quelli che utilizza Israele nel suo genocidio automatizzato: in quel caso non scattano gli arresti, ma piove direttamente un missile sull’ospedale, sulla scuola, sugli affamati in fila per il cibo quando l’Intelligenza comunica che c’è qualcuno che ha un dettaglio del volto o un modo di camminare proprio da terrorista! Con quell’inferno qui da noi c’è una differenza di intensità, ma non qualitativa.
Che fine farà in tutto questo il diritto liberale – sarebbe curioso assistere al controinterrogatorio di un’intelligenza artificiale, o forse il suo parere verrà accettato come indiscutibile? – è in fondo un problema ozioso. Vogliamo infatti ricordare cosa sono i tribunali verso i quali quell’azione era rivolta: luoghi in cui chi si sottrae giustamente alle logiche del “lavora-produci-consuma-crepa”, dandosi all’illegalismo, viene condannato ad anni di galera mentre chi, invece, ingenuamente eccepisce, soprusi (spesso anche fisici) da parte dei padroni o dei loro sgherri viene tutt’al più rimborsato (malamente) per quello che ha vissuto. Perché i Tribunali sono quello che sono; luoghi in cui le istanze di classe non hanno nessun soddisfacimento, perché sono ideati per perpetrare le istanze di potere insite in questa società.
Ricordiamo l’azione nel contesto in cui era inserita, cioè a 120 giorni di sciopero della fame a oltranza del compagno anarchico Alfredo Cospito contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. Il trasferimento di un anarchico in 41 bis non è stata solo un’ingiustizia, è stata soprattutto una provocazione: perché il movimento anarchico non ha capi, né prende ordini da nessuno. Un’ingiustizia e una provocazione come la condanna di Anna Beniamino e dello stesso Alfredo Cospito per strage politica (senza morti) individuandoli, con prove irrisorie, come i responsabili d’un ordigno trappola alla scuola Allievi Carbinieri di Fossano – in un Paese nel quale le stragi e la ha fatte sempre lo Stato.
Mentre l’Italia veniva trascinata in guerra al fianco della NATO in Ucraina, lo Stato tentava di schiacciare il movimento anarchico e di assassinare Alfredo Cospito in 41 bis, c’è stato chi ha attaccato. Ribadiamo ancora una volta che ci assumiamo storicamente tutte le iniziative e le azioni che sono state portate avanti in quel periodo, compresa l’azione sotto accusa in questa inchiesta. Condividendone il significato profondo, rifiutandoci di farci schiacciare in una dinamica meramente anti-repressiva, vogliamo concludere con le parole utilizzate in quell’occasione dagli autori.

SOSTENIAMO LE LOTTE SOCIALI CON LA LOTTA RIVOLUZIONARIA

Circolo Anarchico “La Faglia” – Foligno
t.me/circoloanarchicolafaglia