Per Ghespe, per tutti i prigionieri, contro la tortura di Stato. Presidio al carcere di Spoleto il 26 aprile

Riceviamo e diffondiamo, invitando alla massima diffusione e partecipazione:
Il compagno anarchico Salvatore Vespertino si trova detenuto nel carcere di Spoleto.
L’arresto è avvenuto in Spagna in esecuzione di un mandato d’arresto europeo per una condanna a 8 anni, resa definitiva da una sentenza della Cassazione del 2023, che ha sancito la fine del cosiddetto “processo Panico”.
Nello specifico, Ghespe (com’è conosciuto da compagn* e amic*) è stato condannato per il ferimento di un artificiere della Polizia che ha incautamente preso a calci un manufatto contenente polvere pirica posto all’esterno della libreria fascista “Il Bargello” a Firenze, la notte del 31 dicembre 2016. Sarebbe senz’altro ironico che un professionista sia incorso nel più banale degli incidenti di Capodanno.
Lo sarebbe, se non fosse che questa vicenda – assieme ad altri episodi legati alla lotta in corso nella città di Firenze contro la militarizzazione, l’apertura di nuove sedi fasciste e l’arroganza sbirresca – è stata usata dallo Stato per colpire i/le compagn* anarchic* e le loro realtà di appartenenza, con condanne di varia entità.
In occasione del suo arresto e durante l’inizio della sua detenzione, lo Stato spagnolo rappresentato dalle sue servili guardie carcerarie, ha voluto mostrare a Ghespe che il sadismo non è esclusiva dei secondini italiani.
Nulla di speciale, tocca dire. Nelle carceri di tutto il mondo si tortura. Tutti lo sanno. E tutti lo accettano, per paura… prima di tutto di finirci dentro.
Così il nostro compagno, posto in custodia di uno Stato occidentale, presunto faro di civiltà, è stato costretto a fare ciò che si fa nella giungla. Lottare per sopravvivere, ferirsi e sanguinare per restare vivi.
Resosi conto che la permanenza in quel carcere era molto pericolosa e senz’altro memore delle biografie di molti compagni che lo hanno preceduto nello scontro con le istituzioni totali, armato di coraggio e di qualche arnese occasionale si è tagliato gli avambracci. Questa azione ed il conseguente trasferimento per ricevere le cure necessarie hanno permesso al nostro compagno di uscire da una situazione inaffrontabile per poi rientrare, ancora detenuto, purtroppo, in Italia, dove deve scontare 5 anni e mezzo di pena residua (dopo un anno e mezzo scontato in via preventiva).
Non sono riusciti a inserire Salvatore Vespertino nella lista dei suicidi di Stato.
Lunga vita a Ghespe e a tutti i ribelli!
Il capitale uccide in galera, in fabbrica, in guerra. Distrugge tutto ciò che c’è di bello per la smania di dominio di gruppi ristrettissimi. Per tutti gli altri l’unica opzione sensata è cospirare per la sua distruzione. Non ci si può dichiarare neutrali di fronte a un’offensiva scatenata unilateralmente e quotidianamente.
Se la parola d’ordine dello stato è sempre di più repressione noi risponderemo SOLIDARIETÀ.
SABATO 26/4 ORE 15 PRESIDIO PRESSO IL CARCERE DI SPOLETO (PG)
LOCALITÀ MAIANO 10