Non si può morire dentro – Conferenza pubblica a Busto Arsizio
Riceviamo e diffondiamo:
A chi si sollazza dell’infame tortura inflitta dallo Stato italiano nei confronti di Alfredo Cospito senza porsi alcun problema, né etico né politico, vorremmo instillare il dubbio.
Rassicura ed allieta l’ego di ognuno/a affermare la propria verità conferendole valore assoluto, soprattutto se queste ricadono a discapito del “nemico pubblico” di turno. Ma talvolta sarebbe meglio essere prudenti e attardarsi nell’esprimere giudizi gravi e definitivi. È utile ed importante che il confronto civile non venga meno per tenere uno spiraglio aperto e non ammuffire con stantie e comode convinzioni calate dall’alto; esercizio fondamentale per chi presume di avere coscienza critica, di essere un individuo sveglio, che ritiene di andare controcorrente rispetto alla massa, ed in questi anni “pandemici” ha compreso molto di ciò che andava compreso.
La vicenda di Cospito, grave ed allarmante per più motivi, sta venendo sottovalutata e maltrattata dalla cosiddetta “area del dissenso” . Si sta dando credibilità e si stanno ripetendo i messaggi di chi diciamo di voler combattere. Si sta perdendo un’occasione per crescere, cogliamola!
Prendiamoci il tempo per incontrarci anziché interagire con lo smartphone, guardarci negli occhi piuttosto che digitare.