Viterbo, 9 novembre: assemblea pubblica “Sabotiamo la guerra”
Riceviamo e diffondiamo:
“La NATO si riarma, la guerra si avvicina: resistere, resistere come in Palestina”. È uno degli slogan gridati nelle piazze che meglio sintetizza, in poche parole, il quadro generale dei vari fronti di guerra, compreso quello interno. Il “fronte ucraino” è lungi dal venire risolto come da promessa elettorale, ma appare in continua escalation fra provocazioni, nuove forniture di missili a lungo raggio ed esercitazioni militari in Europa orientale sempre più “realistiche”. Il governo genocida dell’entità sionista, col contributo nordamericano e la benedizione di tutti i blocchi capitalistici – dalla Russia al G7 passando per i regimi arabi – pone alla resistenza palestinese il suo più feroce ultimatum: la resa, il disarmo e il ritorno al protettorato coloniale (anche con accenti surreali, come l’incoronazione di Tony Blair come viceré di Gaza), oppure lo sterminio. Nel fronte interno la borghesia cala l’elmetto e lo Stato si presenta sempre più letteralmente come suo braccio armato: dopo il decreto sicurezza (ex ddl 1660), arriva la proposta di Salvini di equiparare penalmente l’antisionismo all’antisemitismo, si minacciano nuove leggi anti-scioperi e anti-manifestazioni, continua lo stillicidio di operazioni repressive. È il programma politico-militare di una società in mobilitazione bellica permanente che serra i ranghi e non può più tollerare alcuna forma di dissenso.
In questo quadro, sembra risvegliarsi qualcosa nella coscienza della nostra classe. Gli scioperi di settembre e ottobre in Italia, i blocchi dei porti e delle infrastrutture logistiche, il montare della diserzione nel fronte russo-ucraino (solo in Ucraina si è raggiunta la cifra di 17mila nuovi processi per diserzione ogni mese!), la resistenza armata del popolo palestinese, che non ha amici tra le grandi potenze e che riesce ad opporsi a una delle più terribili e avanzate macchine belliche presenti sulla Terra, sono fenomeni diversi, ma che indicano come la variante umana e di classe è ancora determinante.
Dal nostro lato dei molteplici fronti, lottiamo per la disfatta del nostro campo: per la sconfitta della NATO, per la distruzione del sionismo. Trasformiamo la guerra dei padroni in guerra contro i padroni!
VITERBO 9 NOVEMBRE 2025
Ore 10,30 – Assemblea pubblica di “Sabotiamo la guerra”. Bilancio di lotta di metà autunno e discussione sul connubio guerra-repressione.
Dal pomeriggio – discutiamo la proposta di costruire una manifestazione contro la guerra, repressione e il 41-bis come carcere di guerra, in occasione del possibile rinnovo di questo regime di tortura ad Alfredo Cospito.
presso Officina Dinamo
via del suffragio 18 Viterbo