(IT; ES) Dichiarazione di Juan Sorroche al processo per l’azione contro la scuola di polizia POLGAI

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PDF scaricabile: DICHIARAZIONE JUAN AL PROCESSO 02.10.2025

DICHIARAZIONE AL PROCESSO (BS) -02/10/2025-

PER L’AZIONE RIVOLUZIONARIA ALLA SCUOLA DI POLIZIA POLGAI


RISPOSTE ALLE PROCURE E TEST
I:

Ho ascoltato molto attentamente e in silenzio, e ho preso nota in tutto questo tempo, nelle tante udienze, con innumerevoli testi della procura, in più di un anno di processo. Hanno spaziato ampiamente e lungamente, con uno sproposito di documentazioni e di dichiarazioni, con innumerevoli divagazioni e interpretazioni di tutto un contesto di lotta politica e sociale, alle quali è impossibile rispondere nei tempi di questo processo.

Quindi, viste le tante mistificazioni, vorrei ribattere solo un po’ sul contesto sociale e politico entro il quale vengo accusato. Accusato anche forzando e incastrando ruoli specifici, sia politici che personali, gerarchie e ideologie mai assunte da diverse e singole persone.

Costruzione sistematicamente faziosa,con una serie di profili inventati, con tanto di nomi e cognomi senza motivazioni. Che vorrei smentire, viste le accuse ingiuriose.

E lo stesso metodo è stato utilizzato rispetto a diversi scritti e diverse dichiarazioni processuali firmati da me, includendovi anche scritti di altre persone e di anonimi, tutti sistematicamente spezzettati e separati completamente dal loro contesto reale [generale dove sono stati creati]. Dilatandosi in digressioni politiche e storiche, spaziando, spezzettando, senza alcuna sensata motivazione lungo 150 anni di storia dell’anarchismo. Addirittura con divagazioni filosofiche sull’anarchismo. Tutta sta mole di dichiarazioni su un lunghissimo arco di contesto storico, sociale, politico e filosofico, sempre senza prove fattuali e sempre mistificato, registrate in più di un anno di processo, sono solo strumentalizzazioni fuorvianti, e servono solo a creare un clima processuale emergenziale e di pericolosità davanti alla giuria popolare per accusarmi in quanto anarchico.

Procure e testi qui sono arrivati ad inventare dei ruoli di tre leder politici nell’anarchismo, e molto dogmaticamente, per colpevolizzarle, delle persone come capi, i leader politici del movimento anarchico italiano, con tanto di nomi e cognomi di questi compagni anarchici, uno defunto; ma ad oggi in questo processo non sono né incriminati né imputati, e procura e testi non hanno portato un straccio di prova, ma solo le loro chiacchiere. Hanno voluto continuamente spiegarci sta fantomatica e digressiva storia del movimento anarchico italiano, con queste assurde tre diverse correnti, iper-sociali, sociali, antisociali, per ognuna di queste, il suo capetto di turno nell’anarchismo. Costruzioni assurde e completamente inventate.

Mai sentite in vita mia in quanto anarchico; e il movimento anarchico Italiano, certo, lo frequento orgogliosamente da 25 anni.

Queste accuse, riportate in questo modo nel processo, sono mere accuse politiche senza prove.

Speculazioni politiche costruite e comandate dall’alto dalla magistratura, dalla Direzione Nazionale Antiterrorismo. Lo dico per il fatto provato che, essendo completamente false, sentite in questo processo e risentite e riutilizzate solo in diversi altri processi e in ambienti processuali utilizzati delle magistrature, beh la matematica non è una opinione: vogliono, con queste dichiarazioni politiche, condannarmi esemplarmente e politicamente e, insieme, attaccare tutto un contesto di lotta politica e storico e filosofico del movimento anarchico Italiano.

Ci sarebbe tanto e tanto altro da dire, perché le procure e i testi hanno voluto spaziare e introdurre nel processo la lunga e complessa storia delle esperienze politiche e rivoluzionarie della lotta armata degli anni 70 e 80 di questo paese, mettendo tutto ciò in un confronto fazioso e in modo a dir poco strumentale, per dare al processo la solita pennellata folcloristica e sensazionalista sulla lotta armata per impressionare la giuria popolare.

Mi hanno accusato in quanto anarchico, ma vengo ridefinito politicamente a piacimento della procura, inventandosi e imponendomi questa sorta di macchietta infamante di “anarchico individualista”, che rifiuto completamente perché non mi rappresenta per niente. Cosi come loro l’interpretano e rendono.

Tipo. I testi e le procure dicono che non vorrei le lotte sociali. Falso. Che non vorrei lottare con altre persone non anarchiche. Anche questo è falso. Che dico che bisogna assolutamente rivendicare gli attentati. Falso.

Che non voglio le rivoluzioni sociali con gli altri oppressi. Falso. E addirittura ho sentito dire questa gran idiozia da un teste della DIGOS, che io sarei un a-solidale, il che vuol dire nella lingua italiana – e scusate se mi permetto da straniero, ma le parole e la grammatica hanno regole e un loro giusto significato e soprattutto un loro peso-, e vuol dire: non essere solidale con nessuno. Una fesseria stupida, oltre che una falsità. Però magari il teste era ignorante, del significato. La realtà è che io non ho mai negato né nascosto di essere individualista anarchico. Anzi, ne sono molto fiero! Però di sicuro non saranno le procure e testi e le vostre ipocrite autorità a potermi catalogare, tra l’altro cambiando continuamente nei diversi processi e nel tempo a piacimento le mie concezioni di anarchico, senza coerenza, volutamente, perché certo serve soltanto a strumentalizzarle per condannarmi esemplarmente come nemico interno, come terrorista.

VIDEOCONFERENZA E DNA:

Più di un anno di processo fatto tutto in videoconferenza, senza avere potuto mai presenziare di persona in aula, nonostante le mie ripetute richieste, richieste tutte rifiutate dalla corte – a parte l’autorizzazione a presenziare ma con-obbligo-di-interrogatorio, cercando così di fatto di coartare le scelte della difesa degli imputati.

La questione videoconferenza, e la dinamica emergenziale con la quale è stata approvata, rientra o, per essere più precisi, rientrava nella infame logica della differenziazione dei circuiti detentivi introdotta con la dinamica strutturale emergenziale perenne dello Stato Italiano, dove l’individuo recluso e imputato viene demonizzato e disumanizzato con la così detta “notevole pericolosità sociale”.

Questo progresso tecnologico, rivela chiaramente l’asservimento in ogni aspetto delle nostre vite all’autorità statale capitalista: privando della possibilità di contestare le varie innovazioni, nuova religione da adorare.

Così la super-prova del DNA, indiscutibile e incontestabile, e che, bisogna dire, è invece interamente nelle mani e nel monopolio dello Stato, e certo delle sue super-procure e della polizia, la quale fa i rilevamenti e i prelevamenti sulla scena del crimine, detiene tutti i vari reperti nei propri archivi, fa condurre i test e le analisi dal personale proprio, all’interno dei loro propri laboratori; le contro-analisi di parte sono limitatissime e sono costosissime e, diciamolo, la gran maggioranza dei prigionieri certo non se le possono permettere; le contro-analisi sono impossibili da condurre, da parte della difesa, in laboratori che siano indipendenti dagli apparati dello Stato. In più la prova permette un’enorme malleabilità e discrezionalità nell’interpretazione dei risultati, come ci ha dimostrato lo spettacolo indegno e l’enorme malleabilità e la discrezionalità dei risultati nel così detto caso-Garlasco; in una percezione pubblica che è sovradimensionata dallo scientismo della fede nella prova del DNA, che spesso spunta per magia dopo decenni, raccontandoci la favoletta risentita da secoli sulle grandezze del progresso che va avanti, certo attraverso una continua e martellante propaganda lobotomizzante e il bombardamento mediatico della nuova fede in tale affidabilità da adorare. Questo consumismo spettacolare e visivo dei media svolge un ruolo cruciale nella costruzione di questa base che è ideologica. Tutto questo è l’ennesima conferma delle contraddizioni e delle sospensioni effettive di tutti i diritti fondamentali della vostra democrazia borghese. Sono questioni sistemiche nello Stato, non si tratta di due errori disfunzionali o di due mele marce, come si suol dire in questi casi.

ATTO DI TERRORISMO CON ORDIGNI MICIDIALI O ESPLOSIVI, 280 bis c.p:

Per finire vorrei chiarire alcune cose riguardo l’attentato e l’accusa di terrorismo 280 bis c.p., visto che procura e testi, per accusarmi nello specifico dell’attentato della scuola della polizia POLGAI, hanno voluto e potuto spaziare allargandosi a tutto un generale contesto sociale, politico e storico.

Quindi vorrei parlare anche io un po’ sia del contesto sociale e politico e storico sia dello specifico, per poter difendermi delle accuse che mi sono state rivolte.

La prima domanda da farsi qui è: che cosa è la struttura della scuola di polizia POLGAI?

La risposta è: una struttura scientifico-militar-internazionale d’addestramento a tecniche militari.

E poi, a chi insegnano, e a cosa addestrano. Nei suoi locali, come altrove, insegnano le tecniche di antiterrorismo e antiguerriglia alle polizie di tutto il mondo, a paesi anche molto noti alle cronache italiane come l’Egitto, la Libia, come anche alla polizia di Israele, e tanti tanti altri. L’antiterrorismo include intrinsecamente l’addestramento alla tortura sistematica: crimine odioso, anche per le vostre democrazie borghesi, che fintamente lo condannano, provando maldestramente a dissimularlo.

Faccio una piccola parentesi storica, visto che le procure hanno voluto inserire e parlare della lotta armata in Italia negli anni 70 e sul contesto storico di allora. Perché non avete parlato della tortura messa in pratica dallo Stato italiano durante gli anni 80 dal governo Spadolini, 1981, coalizione DC,PSI,PSDI, PRI,PLI, certo votato democraticamente, con decine e decine di casi denunciati di tortura e anche con violenze sessuali, contro una marea di persone che lottavano, e la giustificazione secondo cui è servita a fermare la lotta armata. Però non è questo il punto: questa piccolissima parentesi sul contesto Storico è per mostrare che sono queste le tecniche che si utilizzano nei complessi scientifico-militar-industriali locali e internazionali come quello della scuola di polizia POLGAI. Sono la massima espressione del monopolio statale della violenza e delle sue tecniche. Questo è il contesto.

Contesto che ci sta trascinando oggi tutti verso la terza guerra mondiale, di cui il genocidio in corso a Gaza è il capitolo più emblematico e più in vista. Però chi è, chi sono i terroristi per la procura e per lo Stato italiano che mi accusa. Attenzione perché in questi tempi di guerra totale si sfumano i confini tra i “terroristi” del fronte esterno e i “terroristi” del fronte interno. Per fare un esempio specifico: nella stessa sezione speciale del carcere dove sono prigioniero, vivo con diversi compagni rivoluzionari, come il compagno prigioniero Anan Yaeesh, partigiano palestinese, e benché la resistenza armata di cui lo si accusa sia legittima persino per la vostra carta straccia del diritto internazionale, l’Italia lo tiene prigioniero qui. Così come alcuni dei rivoluzionari comunisti richiusi negli anni 80, rinchiusi da più di 40 anni: sono quelli di più lunga durata nelle carceri di tutta Europa. E approfitto per esprimere a tutti solidarietà.

Cosa c’entra tutto ciò. C’entra che tutti abbiamo le stesse accuse: per “terrorismo”. È la stessa accusa, “terrorismo”, che mi fa questa procura per l’azione rivoluzionaria contro la POLGAI.

Ma, se di terrorismo vogliamo parlare, vorrei ricordare che siete seduti e vivete in un territorio, Brescia, dove, in Ghedi, si trova un parte micidiale del vostro imperialismo occidentale, attivo e complice nel genocidio del popolo palestinese, e che ha una base NATO, con bombe nucleari in grado di disintegrare popolazioni intere, e queste si indiscriminatamente, e anche in grado di disintegrare tutta Brescia.

Capisco le dichiarazioni di procura e testi, non sono un stupido: dovete reprimere noi, pericolosi-terroristi, quelli delle retrovie di questa guerra totale, tra l’altro in una fase complicata del capitalismo italiano ed europeo. Certo il fronte interno deve rimanere pacificato a forza di manganello e condanne esemplari, per conservare l’ordine sociale. Per questo le strette repressive verso ogni pratica di lotta non simbolica; per questo la repressione con il DDL sicurezza, con leggi repressive con condanne esemplari anche per i prigionieri che lottano nel carcere anche per la sola disobbedienza pacifica e punendo lo sciopero della fame collettivo come rivolta.

Tra l’altro oltre alle carceri italiane che hanno problemi con l’acqua come a Terni, in alcune non c’è proprio l’acqua per lavarsi, né tanto meno per bere, come ad esempio nel carcere di Uta in Sardegna, dove c’è stato un recente sciopero della fame; e tutte sovraffollate. Per questo anche l’attacco con l’utilizzo infame da parte dello Stato della legge più grave che ci sia nell’ordinamento di questo paese, la cosi detta “strage politica”, il 285 c.p.; ormai pure questa è stata sdoganata estesa contro chiunque, nonostante la sproporzione tra fatti reali, reato e pena: così per la prima volta è passato il reato di strage senza che ci fossero né morti né feriti, nelle condanne degli anarchici Anna Beniamino e Alfredo Cospito, quest’ultimo rinchiuso in 41 bis. A Alfredo e Anna va tutta la mia solidarietà. A differenza delle recenti stragi di Stato con i 14 prigionieri uccisi lasciati morire in carcere durante le rivolte di marzo 2020, oppure il ponte Morandi di Genova con 43 morti e tante e tante altre.

E visto anche che le procure e testi continuano in questo processo a parlare di un altro mio processo per cui sono stato condannato in via definitiva e degli ordigni alla sede della Lega in Treviso, per quelli, vorrei ricordare, con l’accusa, senza morti e senza feriti, di “strage politica”, poi ritirata dal PM, sono stato condannato a 28 anni di prigione in primo grado, misura che non si vedeva da decenni.

D’altra parte, ricordare non fa male: è un dato di fatto che la Lega è un partito che costituisce parte del governo fortemente razzista, misogino e xenofobo, oltre ad essere un partito complice dichiarato del genocidio in Palestina. Poi semmai, riguardo alle accuse di strage: è lo Stato italiano l’unico responsabile delle stragi, da sempre; e, noi anarchici, è dal 1970 che continuiamo e continueremo ad accusare lo Stato italiano come l’unico responsabile dell’epoca dello stragismo e della così detta “strategia della tensione”, comandata dagli USA, stragi come piazza Fontana, e, dove state voi a Brescia, piazza della Loggia, e che lo Stato in tutti questi anni ha fatto di tutto per uscirne impunito. Proprio per ciò mi piacerebbe ricordare e far notare alla corte che i numerosi politici e magistrati del periodo stragista degli anni 70 sono gli stessi che ancora sono protagonisti, e alcuni oggi governano, della vita pubblica italiana. Non vedo con quale legittimità proprio voi possiate accusarci di essere stragisti e terroristi.

Voi certo volete cancellare tutto ciò con un colpo di spugna. Sia il passato che il presente, i livelli altissimi di guerra totale, il razzismo statale e nazionale-sociale che avete diffuso e che si respirano oggi in Italia e nel mondo, e che voi come Stato da anni avete fomentato in tutta la società italiana facendolo passare come qualcosa che è privo di violenza, una semplice opinione… Volete sorvolare queste questioni fondamentali.

Queste sono alcune contestualizzazioni sociali e politiche e storiche; in sintesi, perché potrei continuare all’infinito. Certo voi potete condannarmi o no, sono qui prigioniero, ma non scordatevi mai che siete voi rappresentanti dello Stato quelli accusati di terrorismo e stragisti con storiche responsabilità.

E tutti questi fatti parlano delle ragioni sociali delle lotte da secoli degli oppressi del mondo. Io sono una piccola goccia, ma semplicemente dalla parte giusta della storia.

A prescindere e al di là di ciò che deciderete. lo condivido politicamente e solidarizzo con la lotta anarchica rivoluzionaria contro il capitale e lo Stato e solidarizzo con il popolo oppresso palestinese e con la lotta di liberazione rivoluzionaria contro il colonialismo occidentale! È per tutti questi motivi che questo processo e qualsiasi Stato non mi rappresentano, viste le continue stragi e genocidi della classe degli oppressi di cui io faccio parte, e le continue falsificazioni e manipolazioni di cui lo Stato è responsabile. Oggi, in modo assoluto rifiuto questa farsa statale, rifiuto questo tribunale e qualsiasi verdetto, sia esso di colpevolezza che di innocenza. Oggi dichiaro che per me questo processo è finito e non vedrete più la mia immagine.

Viva l’anarchia!

Juan Sorroche
02/10/2025
-AS2, c.c.Terni –

PDF Declaración Juan es: Declaracion 2025

DECLARACIÓN EN EL JUICIO (BS) -02/10/2025-

POR LA ACCIÓN REVOLUCIONARIA EN LA ESCUELA DE POLICÍA POLGAI

RESPUESTAS A LAS FISCALÍAS Y TESTOS:

He escuchado con mucha atención y en silencio, y he tomado nota durante todo este tiempo, en las numerosas audiencias, con innumerables testigos de la fiscalía, en más de un año de juicio. Han abarcado amplia y largamente, con un exceso de documentación y declaraciones, con innumerables divagaciones e interpretaciones de todo un contexto de lucha política y social, a las que es imposible responder en el tiempo que dura este juicio.

Por lo tanto, dadas las numerosas mistificaciones, me gustaría rebater solo un poco el contexto social y político en el que se me acusa. Acusado también forzando y encajando roles específicos, tanto políticos como personales, jerarquías e ideologías nunca asumidas por personas diferentes e individuales.

Una construcción sistemáticamente parcial, con una serie de perfiles inventados, con nombres y apellidos sin motivación alguna. Lo cual me gustaría desmentir, dadas las acusaciones injuriosas.

Y el mismo método se ha utilizado con respecto a varios escritos y declaraciones procesales firmados por mí, incluyendo también escritos de otras personas y de anónimos, todos ellos sistemáticamente fragmentados y separados completamente de su contexto real [general en el que se crearon].

Extendiéndose en digresiones políticas e históricas, divagando, fragmentando, sin ninguna motivación sensata a lo largo de 150 años de historia del anarquismo. Incluso con divagaciones filosóficas sobre el anarquismo. Toda esta mole de declaraciones sobre un larguísimo arco de contexto histórico, social, político y filosófico, siempre sin pruebas fácticas y siempre mistificadas, registradas en más de un año de juicio, no son más que instrumentalizaciones engañosas, y solo sirven para crear un clima procesal de emergencia y peligrosidad ante el jurado popular para acusarme porqué anarquista.

La fiscalía y los testigos han llegado a inventar los roles de tres líderes políticos en el anarquismo, y de forma muy dogmática, para culparlos, a personas como jefes, líderes políticos del movimiento anarquista italiano, con nombres y apellidos de estos compañeros anarquistas, uno de ellos fallecido; pero hasta hoy en este proceso no están ni incriminados ni imputados, y la fiscalía y los testigos no han aportado ni una pizca de prueba, solo sus chácharas. Han querido explicarnos continuamente esta historia fantástica y digresiva del movimiento anarquista italiano, con estas tres corrientes absurdas y diferentes, hipersociales, sociales y antisociales, cada una con su propio líder

en el anarquismo. Construcciones absurdas y completamente inventadas. Nunca las había oído en mi vida como anarquista; y el movimiento anarquista italiano, por supuesto, lo frecuento

con orgullo desde hace 25 años.

Estas acusaciones, tal y como se han presentado en el juicio, son meras acusaciones políticas sin pruebas. Especulaciones políticas construidas y dirigidas desde arriba por la magistratura, por la Dirección Nacional Antiterrorista. Lo digo por el hecho probado de que, al ser completamente falsas, escuchadas en este juicio y reutilizadas solo en otros juicios y en entornos procesales utilizados por la magistratura, bueno, las matemáticas no engañan: quieren, con estas declaraciones

políticas, condenarme de manera ejemplar y política y, al mismo tiempo, atacar todo un contexto de

lucha política, histórica y filosófica del movimiento anarquista italiano.

Habría mucho y mucho más que decir, porque las fiscalías y los testigos han querido abarcar e introducir en el proceso la larga y compleja historia de las experiencias políticas y revolucionarias de la lucha armada de los años 70 y 80 de este país, poniendo todo ello en una comparación partidista y nada menos que instrumental, para dar al proceso el habitual toque folclórico y sensacionalista sobre la lucha armada para impresionar al jurado popular.

Me han acusado de ser anarquista, pero me redefinen políticamente a su antojo, inventándose e imponiéndome esta especie de caricatura infamante de «anarquista individualista», que rechazo por completo porque no me representa en absoluto. Tal y como ellos lo interpretan y lo presentan.

Por ejemplo. Los testigos y las fiscalías dicen que no quiero las luchas sociales. Falso. Que no quiero luchar con otras personas no anarquistas. Esto también es falso. Que digo que hay que reivindicar absolutamente los atentados. Falso. Que no quiero revoluciones sociales con los demás oprimidos. Falso. E incluso he oído decir esta gran idiotez a un testigo de la DIGOS, que yo sería un a-solidario, lo que significa en italiano —y perdón por permitirme, como extranjero, pero las palabras y la gramática tienen reglas y su propio significado y, sobre todo, su propio peso—, y significa: no ser solidario con nadie. Una tontería estúpida, además de una falsedad. Pero tal vez el testigo era ignorante del significado. La realidad es que yo nunca he negado ni ocultado ser un anarquista individualista. ¡Al contrario, estoy muy orgulloso de ello! Pero desde luego no serán las fiscalías, los testigos y sus hipócritas autoridades quienes puedan catalogarme, entre otras cosas cambiando continuamente en los distintos procesos y a su antojo mis concepciones de anarquista, sin coherencia, deliberadamente, porque sin duda solo sirve para instrumentalizarlas para condenarme de manera ejemplar como enemigo interno, como terrorista.

VIDEOCONFERENCIA Y ADN:

Más de un año de juicio celebrado íntegramente por videoconferencia, sin haber podido asistir nunca en persona a la sala, a pesar de mis reiteradas solicitudes, todas ellas rechazadas por el tribunal, salvo la autorización para asistir con la obligación de ser interrogado, intentando así coartar las decisiones de la defensa de los acusados.

La cuestión de la videoconferencia, y la dinámica de emergencia con la que se aprobó, entra o, para ser más precisos, entraba en la infame lógica de la diferenciación de los circuitos penitenciarios introducida con la dinámica estructural de emergencia permanente del Estado italiano, donde el individuo recluso y acusado es demonizado y deshumanizado con la llamada «notable peligrosidad social».

Este avance tecnológico revela claramente la sumisión en todos los aspectos de nuestras vidas a la autoridad estatal capitalista: privándonos de la posibilidad de cuestionar las diversas innovaciones, nueva religión a la que adorar. Así, la superprueba del ADN, indiscutible e incontestable, y que, hay que decir, está en cambio íntegramente en manos y bajo el monopolio del Estado, y ciertamente de sus superfiscalías y de la policía, que realiza los levantamientos y las recogidas en la escena del crimen, conserva todos los diversos hallazgos en sus propios archivos, hace que su propio personal realice las pruebas y los análisis, dentro de sus propios laboratorios; las contraanálisis de parte son muy limitadas y muy costosas y, digámoslo así, la gran mayoría de los presos no pueden permitírselas; las contraanálisis son imposibles de realizar, por parte de la defensa, en laboratorios independientes de los aparatos del Estado. Además, la prueba permite una enorme maleabilidad y discrecionalidad en la interpretación de los resultados, como nos ha demostrado el indigno espectáculo y la enorme maleabilidad y discrecionalidad de los resultados en el llamado caso Garlasco; en una percepción pública que está sobredimensionada por el cientificismo de la fe en las pruebas de ADN, que a menudo aparecen por arte de magia después de décadas, contándonos el cuento resentido desde hace siglos sobre las grandezas del progreso que avanza, sin duda a través de una continua y martilleante propaganda lobotomizante y el bombardeo mediático de la nueva fe en tal fiabilidad que hay que adorar. Este consumismo espectacular y visual de los medios de comunicación desempeña un papel crucial en la construcción de esta base ideológica. Todo ello es una confirmación más de las contradicciones y suspensiones efectivas de todos los derechos fundamentales de vuestra democracia burguesa. Se trata de cuestiones sistémicas del Estado, no de dos errores disfuncionales o dos manzanas podridas, como se suele decir en estos casos.

ACTO DE TERRORISMO CON ARMAS MORTÍFERAS O EXPLOSIVOS, 280 bis del Código Penal:

Para terminar, me gustaría aclarar algunas cosas sobre el atentado y la acusación de terrorismo 280 bis del Código Penal, dado que la fiscalía y los testigos, para acusarme específicamente del atentado contra la escuela de policía POLGAI, han querido y podido ampliar el alcance a todo un contexto social, político e histórico general.

Por lo tanto, yo también quisiera hablar un poco tanto del contexto social, político e histórico como del caso concreto, para poder defenderme de las acusaciones que se me han imputado. La primera pregunta que hay que hacerse aquí es: ¿qué es la estructura de la escuela de policía POLGAI? La respuesta es: una estructura científico-militar-internacional de entrenamiento en técnicas militares. Y luego, a quién enseñan y en qué entrenan. En sus instalaciones, como en otros lugares, enseñan técnicas de antiterrorismo y antiguerrilla a policías de todo el mundo, a países muy conocidos en la actualidad italiana, como Egipto, Libia, así como a la policía de Israel y muchos otros. La lucha contra el terrorismo incluye intrínsecamente el entrenamiento en la tortura sistemática: un crimen odioso, incluso para vuestras democracias burguesas, que lo condenan falsamente, tratando torpemente de disimularlo.

Hago un pequeño inciso histórico, ya que las fiscalías han querido incluir y hablar de la lucha armada en Italia en los años 70 y del contexto histórico de entonces. ¿Por qué no han hablado de la tortura practicada por el Estado italiano durante los años 80 por el gobierno de Spadolini, 1981, coalición DC, PSI, PSDI, PRI, PLI, ciertamente votado democráticamente, con decenas y decenas de casos denunciados de tortura e incluso de violencia sexual, contra una marea de personas que luchaban, y la justificación de que sirvió para detener la lucha armada. Pero esa no es la cuestión: esta pequeña digresión sobre el contexto histórico sirve para mostrar que estas son las técnicas que se utilizan en los complejos científico-militares-industriales locales e internacionales, como el de la escuela de policía POLGAI. Son la máxima expresión del monopolio estatal de la violencia y de sus técnicas. Este es el contexto.

Contexto que hoy nos está arrastrando a todos hacia la tercera guerra mundial, de la que el genocidio en curso en Gaza es el capítulo más emblemático y visible. Pero ¿quiénes son los terroristas para la fiscalía y para el Estado italiano que me acusa? Atención, porque en estos tiempos de guerra total se difuminan las fronteras entre los «terroristas» del frente externo y los «terroristas» del frente interno. Por poner un ejemplo concreto: en la misma sección especial de la cárcel donde estoy preso, convivo con varios compañeros revolucionarios, como el compañero preso Anan Yaeesh, partisano palestino, y aunque la resistencia armada de la que se le acusa es legítima incluso para su papel desecho de derecho internacional, Italia lo mantiene preso aquí. Al igual que algunos de los revolucionarios comunistas encerrados en los años 80, recluidos desde hace más de 40 años: son los que llevan más tiempo en las cárceles de toda Europa. Aprovecho para expresar mi solidaridad con todos ellos.

¿Qué tiene que ver todo esto? Tiene que ver porque todos tenemos los mismos cargos: por «terrorismo». Es el mismo cargo, «terrorismo», que me imputa esta fiscalía por la acción revolucionaria contra la POLGAI. Pero, si queremos hablar de terrorismo, me gustaría recordar que ustedes están sentados y viven en un territorio, Brescia, donde, en Ghedi, se encuentra una parte letal de vuestro imperialismo occidental, activo y cómplice del genocidio del pueblo palestino, y que tiene una base de la OTAN, con bombas nucleares capaces de desintegrar poblaciones enteras, y esto de forma indiscriminada, y también capaces de desintegrar toda Brescia.

Entiendo las declaraciones de la fiscalía y de los testigos, no soy tonto: tenéis que reprimirnos a nosotros, los peligrosos terroristas, los que estamos en la retaguardia de esta guerra total, entre otras cosas en una fase complicada del capitalismo italiano y europeo. Por supuesto, el frente interno debe permanecer pacificado a fuerza de porras y condenas ejemplares, para mantener el orden social. Por eso las medidas represivas contra toda práctica de lucha no simbólica; por eso la represión con el DDL seguridad (proyecto de ley de seguridad), con leyes represivas con condenas ejemplares incluso para los presos que luchan en la cárcel incluso por la simple desobediencia pacífica y castigando la huelga de hambre colectiva como revuelta. Entre otras cosas, además de las cárceles italianas que tienen problemas con el agua, como en Terni, en algunas no hay agua para lavarse, y mucho menos para beber, como por ejemplo en la cárcel de Uta, en Cerdeña, donde recientemente ha habido una huelga de hambre; y todas están superpobladas. Por eso, también el ataque con el infame uso por parte del Estado de la ley más grave que existe en el ordenamiento de este país, la llamada «masacre política», el artículo 285 del Código Penal; ahora también se ha extendido contra cualquiera, a pesar de la desproporción entre los hechos reales, el delito y la pena: así, por primera vez se ha aprobado el delito de masacre sin que hubiera muertos ni heridos, en las condenas de los anarquistas Anna Beniamino y Alfredo Cospito, este último recluido en 41 bis. A Alfredo y Anna les va toda mi solidaridad. A diferencia de las recientes masacres de Estado con los 14 presos asesinados a los que se dejó morir en prisión durante los disturbios de marzo de 2020, o el puente Morandi de Génova con 43 muertos y muchos otros.

Y dado que los fiscales y los testigos siguen hablando en este juicio de otro juicio mío por el que fui condenado definitivamente y de los artefactos explosivos colocados en la sede de la Liga en Treviso, por ellos, me gustaría recordar, fui acusado, sin muertos ni heridos, de «masacre política», acusación que luego fue retirada por la fiscalía, fui condenado a 28 años de prisión en primera instancia, una medida que no se veía desde hacía décadas.

Por otra parte, recordar no hace daño: es un hecho que la Liga es un partido que forma parte del gobierno fuertemente racista, misógino y xenófobo, además de ser un partido cómplice declarado del genocidio en Palestina. Luego, en cuanto a las acusaciones de masacre: el Estado italiano es el único responsable de las masacres, desde siempre; y nosotros, los anarquistas, desde 1970 seguimos y seguiremos acusando al Estado italiano como único responsable de la época del terrorismo y de la llamada «estrategia de la tensión», dirigida por Estados Unidos, masacres como la de Piazza Fontana, y, dónde vivís vosotros, en Brescia, en la Piazza della Loggia, y que el Estado ha hecho todo lo posible durante todos estos años para salir impune.

Precisamente por eso me gustaría recordar y señalar al tribunal que los numerosos políticos y magistrados de la época de los atentados de los años 70 son los mismos que siguen siendo protagonistas, y algunos hoy gobiernan, de la vida pública italiana. No veo con qué legitimidad ustedes pueden acusarnos de ser terroristas y autores de atentados.

Sin duda, ustedes quieren borrar todo esto de un plumazo. Tanto el pasado como el presente, los altísimos niveles de guerra total, el racismo estatal y nacionalsocialista que han difundido y que se respira hoy en Italia y en el mundo, y que ustedes, como Estado, han fomentado durante años en toda la sociedad italiana haciéndolo pasar por algo que carece de violencia, una simple opinión… Quieren pasar por alto estas cuestiones fundamentales.

Estas son algunas contextualizaciones sociales, políticas e históricas; en resumen, porque podría

seguir hasta el infinito. Por supuesto, podéis condenarme o no, estoy aquí prisionero, pero no olvidéis nunca que sois vosotros, los representantes del Estado, los acusados de terrorismo y de cometer masacres con responsabilidades históricas. Y todos estos hechos hablan de las razones sociales de las luchas seculares de los oprimidos del mundo. Yo soy una pequeña gota, pero simplemente estoy en el lado correcto de la historia.

Independientemente y más allá de lo que decidáis. Lo comparto políticamente y me solidarizo con la lucha anárquica revolucionaria contra el capital y el Estado, y me solidarizo con el pueblo oprimido palestino y con la lucha de liberación revolucionaria contra el colonialismo occidental. Es por todas estas razones que este proceso y cualquier Estado no me representan, dadas las continuas matanzas y genocidios de la clase oprimida a la que pertenezco, y las continuas falsificaciones y manipulaciones de las que el Estado es responsable. Hoy, rechazo de manera absoluta esta farsa estatal, rechazo este tribunal y cualquier veredicto, ya sea de culpabilidad o de inocencia. Hoy declaro que para mí este proceso ha terminado y no volverán a ver mi imagen.

Viva la anarquía!

Juan Sorroche

02/10/2025

-AS2, c.c.Terni –