Sulla manifestazione dello scorso 2 ottobre a Lecco. Bloccare la produzione bellica è possibile!

Riceviamo e diffondiamo:
Qui in formato volantino: DUE PAROLE SULLA SERATA DI LOTTA DEL 2 OTTOBRE A LECCO
DUE PAROLE SULLA SERATA DI LOTTA DEL 2 OTTOBRE A LECCO
Bloccare la produzione bellica è urgente e possibile!
Il corteo spontaneo di giovedì 2 ottobre ha dimostrato che la lotta al fianco della resistenza palestinese può trasformarsi in una critica radicale del nostro sistema economico di guerra e sfruttamento.
Infatti, dopo un primo ritrovo in Largo Montenero con l’obiettivo di bloccare la normalità della vita lecchese, oltre mille persone hanno scelto di dirigersi verso la Fiocchi Munizioni e i rioni di Belledo e Germanedo, veri avamposti locali di guerra con la presenza di aziende quali Invernizzi Presse, Simecon, 3M, LDM Transport, Defremm.
La scelta di bloccare stazioni ferroviarie e strade avrebbe portato con sé una volontà di denuncia, di lotta anche simbolica, bloccare tutto anche per far riflettere tutte e tutti sulla necessità di interrompere la propria quotidianità e “normalità”.
La scelta di muoversi compatti verso i poli della guerra, invece, è quel passo in più, che esce dal simbolico per diventare obiettivo di lotta, che trasforma una testimonianza in un attacco a chi le guerre le produce. Una giornata che ci mostra la strada da percorrere se veramente vogliamo dire no alle guerre e ai genocidi dei padroni.
A ridosso del cancello di ingresso della Fiocchi, protetto da una camionetta e da agenti in tenuta antisommossa, ci si è fermati per un lungo presidio in prossimità del cambio turno serale. Questo ha provocato l’annullamento da parte dell’azienda del turno notturno. I e le dipendenti, intimoriti dalla presenza di centinaia di persone, hanno posticipato l’uscita. Chi sceglie di contribuire alla produzione di morte e di guerra deve riconoscere le proprie colpe e le proprie responsabilità: noi saremo lì ogni volta che potremo a ricordarglielo.
Questo è il segno evidente che le proteste, se mantengono uno sguardo di lotta, sono in grado di sortire effetti concreti, reali.
Il corteo, verso le 21:00, ha poi deciso di proseguire in direzione ospedale dove si è ricongiunto al personale sanitario impegnato nel flash mob “Luci per la Palestina”.
Quello che è accaduto ieri è stato un profondo movimento politico collettivo. Il simbolo potente della direzione che deve prendere la lotta.
Dobbiamo continuare a fare fronte compatto.
Un fronte che condanna le oppressioni, le guerre e i genocidi e che, al contrario, supporta la cura e la resistenza.
Perché non c’è pace sotto occupazione.
Non c’è pace senza autodeterminazione.
Non c’è pace senza libertà.
La resistenza palestinese infatti non punta solo alla sopravvivenza, combatte per smantellare un sistema che opprime. Lo stesso sistema che, seppur in forme diverse, si ripropone a livello mondiale.
Per questo ci riguarda.
Per questo chi lotta per la Palestina lo sta facendo pensando alla liberazione di tutte e tutti.
La protesta perciò è una faccia dell’umanità.
Un’umanità che non accetta di essere complice.
Che non si piega.
Che non arretra.
Che non scende a compromessi con chi arma e finanzia il genocidio.
Che non si lascia intimidire.
Serve perciò una mobilitazione continua, un’attivazione perenne popolare dal basso, che inizi a incrinare le strutture stesse del potere. E che lo faccia, innanzitutto, partendo da qui.
Dobbiamo tenere al centro la Palestina, ma anche la nostra complicità, perché le radici del genocidio affondano qui: nella nostra storia coloniale e nella nostra economia.
L’Italia arma, finanzia e copre i crimini israeliani.
Da Lecco sono partiti quei proiettili che ritroviamo nei corpi dei palestinesi in Cisgiordania.
Da Lecco sono partiti quei macchinari che producono proiettili per l’esercito israeliano.
A sconcertarci, non può essere solo la violenza di Israele, ma anche la violenza razzista, fascista, coloniale e suprematista che attraversa tutto l’”Occidente”
IL SIONISMO SI FERMA CON IL BOICOTTAGGIO.
IL GENOCIDIO SI FERMA CON LA RESISTENZA.
LA MACCHINA BELLICA SI FERMA CON LA RIVOLTA.
La città si è riunita in un unico boato di rabbia e in un grande abbraccio collettivo d’amore.
Una piccola intifada è esplosa nel cuore della città: un grido di resistenza.
Lecco sa da che parte stare.
Palestina libera.
Dal fiume fino al mare.
Assemblea permanente contro le guerre (Lecco)
Coordinamento Stop Genocidio (Lecco)