Succede all’Aquila, il 12 settembre. Bloccata Leonardo S.P.A. in solidarietà ad Anan, Alì e Mansour

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Riceviamo e diffondiamo questo resoconto commentato dell’importante iniziativa a L’Aquila dello scorso 12 settembre, corredato da diverse foto:

Bloccata Leonardo S.P.A., fabbrica di morte, in solidarietà con Anan, Alì e Mansour

Venerdì 12 settembre 2005, abbiamo partecipato ad un’assemblea pubblica indetta all’ingresso delle fabbriche di armi Leonardo e Thales Alenia, situate nella zona industriale dell’Aquila. In questo complesso militare di eccellenza lavorano 450 persone tra tecnici e ingegneri e si producono sistemi di riconoscimento (amico-nemico) ed apparati di identificazione avionica, sia civili che militari. Queste fabbriche sono un pezzo della guerra algoritmica contro l’umano combattuta dal capitalismo. Sono ubicate all’interno di uno spazio paradigmatico del mondo distopico in cui viviamo, un non-luogo in cui convivono fabbriche d’armi, centri commerciale e carceri speciali.

Durante la nostra presenza il blocco è stato effettivo, nessun veicolo è entrato o uscito dalle fabbriche; siamo inoltre a conoscenza del fatto che Leonardo ha lasciato preventivamente a casa molti dipendenti in “smart working”. Siamo stati determinati nel non farci spostare dalla strada di accesso che abbiamo presidiato fin dalle prime ore del mattino, per un giorno è stata interrotta la normalità di chi produce e vende armi. I pochi lavoratori con cui abbiamo avuto modo di confrontarci ci hanno confermato che all’interno di questi siti produttivi non vi sono operai, ma solo tecnici altamente specializzati perfettamente coscienti di quello che producono.

Al termine del presidio ci siamo spostati in corteo fino ad un Hub importante per il commercio ed il capitalismo, uno dei grandi centri commerciali della città, dove abbiamo tenuto un presidio informativo sulla presenza delle vicine fabbriche e sulla lotta per la liberazione della Palestina. Va segnalato l’interesse e l’approvazione di molte delle persone che abbiamo incrociato durante l’intero arco dell’iniziativa.

Leonardo, industria controllata dallo Stato, ha continuato a vendere armi ad Israele durante tutto il periodo dell’assedio a Gaza, del massacro di un enorme numero di palestinesi in tutti i territori occupati, e dell’attacco del IDF a diversi paesi dell’Asia occidentale. Questa è una prova della complicità del Governo italiano con il genocidio in corso. A parte qualche ipocrita dissociazione di facciata, fatta per rabbonire una società schierata per la maggior parte a fianco dei palestinesi e contro Israele, il Governo italiano sostiene fedelmente i terroristi israeliani nei loro progetti criminali.

Senza un flusso costante di aiuti da parte dei paesi occidentali Israele non potrebbe perpetrare il genocidio: fermiamolo!

Blocchiamo tutto: scuole, fabbriche, trasporti, ricerca, eventi culturali e sportivi!

Le azioni dei solidali con la Palestina contro i complici di Israele sono continue, crescenti e diffuse un ogni parte del mondo: è nato un movimento di solidarietà internazionale che può fermare la guerra. Se il popolo palestinese non ha amici tra i potenti ha al suo fianco tutti gli oppressi del mondo.

Trasformiamo la guerra dei padroni in guerra contro i padroni!

Abbiamo bloccato Leonardo in solidarietà con i tre palestinesi, Anan, Alì e Mansour, accusati dal tribunale dell’Aquila di finanziamento del terrorismo e associazione con finalità di terrorismo.

Si tratta di un processo farsa ordito dal DDAA (Dipartimento Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo) e dal DCPP (Dipartimento Centrale della Polizia di Prevenzione) su mandato del governo e dei servizi segreti israeliani.

Anan Yaeesh è stato un combattente della resistenza contro l’occupazione coloniale in Cisgiordania, ha fatto parte del gruppo di risposta rapida, brigata Tulkarem, articolazione delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, ha subito tentativi di omicidio, è stato ferito, imprigionato e torturato dalle forze di occupazione israeliane. Da 2017 vive in Italia e gode di protezione umanitaria.

Perseguire gli esuli all’estero, che hanno legittimamente combattuto contro l’occupazione illegale delle loro terre, fa parte del progetto di colonialismo di insediamento e della guerra di sterminio perché fino a quando esisteranno palestinesi coscienti e combattivi, in qualsiasi parte del mondo, la perpetuazione dell’occupazione israeliana è in pericolo.

Quanto sta accadendo in questi tempi ci chiarisce che non saranno né il diritto internazionale né degli aiuti umanitari a porre fine al massacro. Se esiste la Palestina e se il popolo palestinese vive sulla sua terra lo deve a se stesso ed alla sua forte resistenza, è solo tramite la resistenza che i popoli oppressi possono sconfiggere il giogo coloniale e giungere alla liberazione ed all’autodeterminazione.

Quanto accade un Palestina ci riguarda tutti, è lo specchio del mondo in cui viviamo.

La colonizzazione capitalista del pianeta considera la popolazione palestinese come una massa eccedente, superflua e da eliminare per fare spazio a progetti di valorizzazione dello spazio. In direzione opposta la strenua resistenza del popolo palestinese a questi processi dimostra che è possibile fermarli e ribaltare l’ordine delle cose. I palestinesi ci danno un esempio di come possiamo bloccare i devastanti progetti del capitale, ovunque e anche qui.

Il 19 e 26 settembre si terranno presso il tribunale dell’Aquila due udienze del processo ai tre palestinesi. A questo processo vi è stata una presenza di solidali costante, nutrita ed utile.

Se guerra, genocidio e repressione partono da qui è qui che bisogna fermarli!

Adesso è il momento di moltiplicare la solidarietà con la resistenza e farla risuonare in ogni città!

Libertà per Anan, Alì e Mansour!

Complici e solidali

Qui il pdf: comunicato presidio Leonardo 1

Qui sotto le foto dell’iniziativa: