Dall’Iran. “Contro i due mostri capitalisti, formare i Consigli operai!”

Mentre quella che già viene chiamata “la guerra dei 12 giorni” è congelata da una fragile tregua, un nostro amico ha scovato in rete la traduzione di questo comunicato di alcuni Lavoratori anticapitalisti iraniani, già apparso su un blog ispanico (https://barbaria.net/2025/06/22/dos-comunicados-internacionalistas-desde-iran-contra-las-guerras-en-oriente-medio-por-la-lucha-de-clases-contra-todos-los-capitalistas/). A questi compagni il nostro augurio di realizzazione dei loro propositi sovversivi, e a tutto il popolo iraniano, e agli sfruttati di tutto il mondo.
Solo un’insurrezione operaia anticapitalista, può schiacciare queste due piovre capitaliste assassine e guerrafondaie
1 I lavoratori vengono impiegati in tutti i settori: nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali, nei servizi comunali, nell’agricoltura, nell’industria, nei trasporti terrestri, marittimi e aerei, nell’energia e nei servizi pubblici, nell’edilizia, nella silvicoltura e altro ancora. Che si sia disoccupati, pensionati o gravati da un lavoro domestico non retribuito, apparteniamo tutti alla stessa classe operaia, unita dalla nostra esistenza sociale e dal nostro sfruttamento. Sopportiamo tutto il peso della dominazione capitalista: schiavitù salariata, repressione, privazione, genocidio, incarcerazione, tortura, violenza di genere, oppressione etnica, distruzione ambientale e tutte le calamità che questo sistema genera.
2 Fino a poco tempo fa, in Iran, questa violenza ci veniva imposta direttamente solo dalla classe capitalista e dal regime islamico. Ora, con la guerra in corso, ci troviamo di fronte a due mostri capitalistici: la borghesia iraniana e il suo regime da un lato, e i governi di Israele, degli Stati Uniti e dell’Unione Europea dall’altro. Nonostante il loro conflitto interno, entrambe le parti impongono la stessa brutalità genocida. Sia dall’alto che dal basso – in quelli che sono tutti gli aspetti della vita – veniamo schiacciati dalla violenta macchina del capitale, che sia iraniano, israeliano, americano o europeo.
3 Questa guerra non viene condotta tra “Stati”, essa viene condotta contro di noi. Decine di milioni di lavoratori ne sopportano il peso: sfollamento, senzatetto, fame, carestia, mancanza di acqua, di medicine, di cure, e morte di massa. Le nostre case vengono bombardate, i nostri cari giacciono insepolti, e il futuro dei nostri figli è incerto. A Teheran, Kermanshah, Isfahan e altrove, il costo della guerra è immenso. Tutte queste condizioni ci impongono di agire collettivamente, a livello nazionale e con un’organizzazione cosciente e consiliare. Questo non è uno slogan. È una questione di sopravvivenza. Dobbiamo unirci dove viviamo e dove lavoriamo – fabbriche, scuole, ospedali, porti, quartieri – per formare consigli. Questi consigli non dovrebbero essere isolati o locali; ma devono crescere in un movimento nazionale, capace di mobilitare tutte le risorse per poter soddisfare i bisogni urgenti: cibo, sicurezza, assistenza sanitaria, alloggio, istruzione. Questi consigli devono riunirsi, evolversi fino a diventare una forza anticapitalista unificata, e strappare dalle mani della classe capitalista e del suo Stato il controllo della produzione, della ricchezza e delle infrastrutture. Proclamiamo al mondo che: noi vediamo tutte le classi dominanti – israeliane, islamiche, americane, europee – come i nemici genocidi della classe operaia. Chiediamo ai lavoratori di tutto il mondo solidarietà e sostegno.
Lavoratori anticapitalisti (Iran)
17 Giugno 2025