Venezia, 2 giugno: Contro la Repubblica delle armi. Corteo antimilitarista

Riceviamo e diffondiamo:

Scarica la locandina: CORTE 2.0

NON C’È PIU’ SPAZIO PER L’AMBIGUITÀ

Viviamo anni in cui tutto diventa più chiaro e nitido.

L’”unica democrazia” in Asia occidentale, Israele, non soddisfatta dei più di 70 anni di occupazione, dei quasi due anni di genocidio, del blocco dell’entrata degli aiuti umanitari a Gaza che va avanti da più di due mesi, forte della protezione internazionale europea ed americana arriva ad attuare la soluzione finale: l’annessione totale di gaza, il cancellamento della Palestina e la deportazione di migliaia di persone. Diventa chiaro e nitido il ruolo e l’obiettivo di Israele, come la criminale complicità occidentale.

Le nostre democrazie europee fanno cadere le proprie maschere, proponendo un piano di riarmo europeo per la costruzione di un esercito di difesa, che verrà a costare alle popolazioni europee 800miliardi di euro, tolti ai servizi pubblici, alle pensioni, alla sanità, andando a pesare sulle tasche di chi già è in difficoltà, portando ad un impoverimento generale e ad un peggioramento delle condizioni di vita. I governi europei di tutto questo se ne fregano: bisogna correre alla guerra, armarsi meglio, perché la guerra è quello che permette a questo sistema economico di superare le sue crisi e di sostenersi, oltre che essere un’enorme fonte economica, vantaggiosa e redditizia. Diventa così chiaro e nitido il reale interesse dell’Europa: mandare i giovani al fronte a morire per difendere i suoi putridi “valori” ed interessi, per permettere di continuare a trarre profitto dalla guerra. Basta vedere gli investimenti economici nella corsa al riarmo, che vede l’Europa in testa, per avere un’immagine ben chiara di quanto sta succedendo.

È quindi evidente che la guerra non è una questione tra le altre, ma è il tratto costante che va a definire la nostra vita, i nostri rapporti, la ricerca universitaria, l’economia, la politica: Il nostro concreto orizzonte. Di contro a tutto ciò, l’unica speranza per non soccombere nel mondo guerra è quella di appellarci a valori molto chiari e nitidi. Come in Palestina, resistere all’oppressione capitalista ed imperialista che qua da noi genera morte sul lavoro, nelle carceri e nei cpr, sfruttamento, repressione, è l’unico modo per mettere un freno a tutto ciò. Allo stesso modo, dobbiamo appellarci al valore della diserzione, come fanno proletari russi e ucraini, che piuttosto che farsi uccidere al fronte per gli interessi delle rispettive borghesie, decidono di scappare nel bosco. Disertare l’economia di guerra, la ricerca bellica e tutto quel sistema che fa sì che la guerra funzioni.

Questo è un momento in cui non possiamo permetterci di essere ambigui. Bisogna avere posizioni molto chiare contro il riarmo europeo, al fianco della resistenza palestinese, per la diserzione contro i nostri nemici, ovvero il nostro Stato. A queste posizioni nette e non ambigue, bisogna fare conseguire pratiche e lotte altrettanto chiare e nette. Per questo è necessario continuare a mobilitarsi, a scendere in strada per opporsi a questo mondo. In questo momento un cui la crisi di egemonia del capitalismo imperialista apre a nuovi scenari, noi dobbiamo inserirci per provare a chiudere i conti definitivamente con questo sistema che produce morta, sfruttamento, devastazione e guerra.

CORTEO ANTIMILITARISTA

CONTRO LA FESTA DELLA REPUBBLICA DELLE ARMI

2 GIUGNO ORE 16 CAMPO SAN BORTOLOMIO.

Collettivo Sumud