Il peso della scelta
Riceviamo e diffondiamo:
IL PESO DELLA SCELTA
Tiziana Lippiello, rettrice di Ca’ Foscari, si fa complice del genocidio del popolo palestinese rimanendo in Med-Or, l’apparato accademico di Leonardo SPA, la più grande azienda in Italia a produrre ed esportare armi. I suoi legami con Israele sono noti, e i suoi affari si gonfiano allo scoppio di ogni guerra o genocidio. La sua scelta di essere complice non dimettendosi da Med-Or è pesante, macchiata dal sangue delle più di 50.000 persone uccise durante il genocidio algoritmico che da oltre un anno ormai viene trasmesso in diretta. Dimenticarci di questa scelta, e permettere che Lippiello si dimentichi delle sue conseguenze e del peso morale, vorrebbe dire accettarla, e silenziare l’odio che provoca in noi una tale infamia.
Non ci piace la politica del dolore e dei numeri, ma oggi, per comprendere la gravità di quanto sta succedendo, un piccolo sforzo immaginativo può aiutare. Se Israele avesse usato la sua furia genocidaria contro Venezia, ora non ci sarebbe nemmeno un abitante, dal momento che son scesi sotto la soglia dei 50.000 qualche anno fa. Se siamo coerenti con quello che vediamo, sappiamo e sentiamo di fronte all’orrore che Israele ha compiuto e continua a compiere, se diamo peso alle nostre stesse parole di solidarietà, allora dobbiamo continuare a mobilitarci, per provare ad inchiodare chi è complice alla sua complicità, chi collabora al suo collaborazionismo. Se vogliamo capire chi fornisce soldi, armi, tecnologie e appoggio politico ad Israele, la risposta non è difficile: gli Stati Uniti e l’intero Occidente. La catena genocidaria passa per aziende private, enti pubblici e di ricerca, fondazioni accademiche ed università. Gli anelli più vicini a noi sono l’Università Ca’ Foscari e la stessa Leonardo SPA, con uno dei suoi stabilimenti a Tessera, dove si produce morte, dietro l’aeroporto Marco Polo. Se vogliamo dare dei nomi più specifici e meno generici: “Fondazione per la scuola italiana” e “Fondazione per l’Italia”. Queste due nuove fondazioni, entrambe con a capo Leonardo SPA, nate a giugno e dicembre 2024, raggruppano le varie aziende che si sono macchiate di complicità e che hanno tratto profitto dal genocidio, come Fincantieri, Eni e ovviamente Leonardo SPA. Queste stesse aziende collaborazioniste ora si uniscono in due fondazioni dando vita ad un complesso militare-tecnologico-industriale-energetico-accademico per mettersi alla testa della ricerca universitaria da indirizzare verso il profitto e la guerra. Solo tornando a mobilitarsi autonomamente nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle strade, sinceramente e radicalmente al fianco del popolo palestinese, abbiamo una possibilità di arginare la morte che avanza.
Come ha affermato di recente lo scrittore palestinese Abdaljawad Omar, Gaza non è solo una «rovina apocalittica», ma anche «un deliberato spettacolo di crudeltà». Per milioni di oppressi, «ogni bambino sepolto, ogni famiglia cancellata, ogni casa ridotta in macerie diventa un promemoria del loro posto in un mondo che si rifiuta di fermare il massacro». Qui sta la nostra «bancarotta morale». A meno di non spezzare la nostra disumana collaborazione. (da un volantino dell’assemblea in solidarietà alla Palestina di Trento)
IL NEMICO SI AGGIORNA
Come c’era da aspettarsi, in questi mesi di solidarietà al popolo palestinese, gli amici del genocidio non sono stati fermi. Forse grazie alle mobilitazioni universitarie che hanno denunciato con precisione il suo ruolo di collaborazionismo del genocidio, sicuramente per opportunismo e scaltrezza, Med-Or non esiste più. Ha cambiato nome e struttura; ora si chiama “Fondazione per l’Italia”, e al suo interno si trovano Cassa depositi e presiti, Enel, Eni, Fs, Fincantieri, Poste Italiane, Snam e Terna. Il tutto sotto la direzione di Leonardo SPA, che si è messa a capo anche della “Fondazione per la scuola italiana”, composta da UniCredit, Banco BPM, Enel e Autostrade per l’Italia.
Il fine di quest’ultima è “raccogliere in sinergia con il Ministero dell’Istruzione e del Merito 50 milioni di euro – fino al 2029 – da aziende, privati e bandi” da investire “nei settori produttivi in cui si avverte con maggiore evidenza il fabbisogno insoddisfatto di competenze professionali”. Tradotto in lingua umana: aziende private finanziano l’istruzione pubblica per renderla più competitiva, per poterne determinare l’indirizzo verso i propri interessi. Vedendo chi compone questa fondazione, è chiaro che gli interessi non sono altro che di guerra e di profitto.
Similmente la “Fondazione per l’Italia”: “si concentra su progetti che spaziano da energia, infrastrutture, sicurezza, e alta formazione”, “si pone come punto di raccordo per unire le competenze e le capacità dell’industria con il mondo accademico, creando sinergie pubblico-private”, “strumento di studio, ricerca e soft power italiano su scala internazionale”. A volte dicono tutto “loro”.
In questi ultimi mesi (giugno-dicembre) assistiamo alla costruzione di un complesso militare-industriale-tecnologico-energetico-accademico, composto dalle maggiori aziende compartecipate dallo Stato, il cui fine è quello di mettersi a capo della ricerca accademica, ma non solo, per indirizzarla verso gli interessi di guerra e capitalistici. Queste due fondazioni, come anche la “Fondazione Leonardo” sono particolarmente interessate alla ricerca STEM, dal momento che i nuovi dispositivi di controllo, sterminio, repressione e così via si basano su un sempre più stretto rapporto tra tecnologie, scienze, ingegneria e matematica.
Chi studia e fa ricerca nel mondo STEM vedrà il proprio futuro accademico definirsi in base agli interessi di queste aziende private, centrali nella produzione bellica e nella “transizione ecologica”, il più luccicante modello estrattivista di oggi: appare infatti evidente l’interesse di Terna ed Eni in questo ambito. Per concretizzare questi passaggi di fase, basta leggere le parole di Roberto Cingolani, l’amministratore delegato di Leonardo SPA, in una recente intervista sul futuro dell’azienda. I due progetti più recenti sono la costruzione di un nuovo carro armato basato sull’accordo Leonardo-Rheinmetall, e il caccia stealth di ultima generazione, figlio del “Global Combat Air Program”. Ed è proprio dalle sue parole che si può comprendere quanto la nascita e il futuro ruolo di queste due nuove fondazioni è un affare di tutte e tutti. Non solo per chi studia e lavora nella ricerca accademica e in particolar modo nelle materie STEM; ma proprio perché questo nascente complesso di governo si vuole mettere a capo della ricerca e della produzione, riguarda la vita di tutte le persone.
Senza troppe speculazioni, “Fondazione per l’Italia” e “Fondazione per la Scuola italiana” si propongono di far collaborare enti pubblici e privati nel campo della ricerca accademica, della sicurezza e delle infrastrutture, per facilitare la produzione bellica. Da qui nascono tecnologie volte a rendere la morte più veloce, calcolata ed efficiente possibile.