Bloccare tutto e disertare. Sulla giornata di lotta al porto di Genova

In attesa di un più ampio resoconto e di altre valutazioni da parte di chi ha promosso l’iniziativa di Genova o vi ha partecipato, riceviamo e pubblichiamo queste prime righe. Possiamo senz’altro dire una cosa: doveva essere una giornata di lotta, ed è stata una giornata di lotta. Contro la guerra, la sua economia, la sua logistica, i suoi computer, blocchiamo tutto!

Bloccare tutto e disertare.
Sulla giornata di lotta al porto di Genova.

Il 25 giugno Genova si è mobilitata in solidarietà al popolo palestinese e contro la guerra. Un momento importante di manifestazione popolare contro la mobilitazione totale a cui siamo sottoposti. Un gruppo eterogeneo, con una componente di portuali e facchini, che nei suoi picchi ha raggiunto le circa mille persone provenienti da diverse città e vallate, si è riunito ostruendo i varchi San Benigno-Albertazzi e il varco Etiopia, bloccando uno dei principali snodi logistici dello Stato italiano, da cui transitano anche le navi Zim e Bahri che riforniscono di armi e munizioni lo Stato israeliano responsabile del genocidio a Gaza.

Lx manifestantx hanno anche attraversato le strade della città, bloccando la tangenziale e ribadendo con cori e scritte la responsabilità che lo Stato italiano ha nei confronti del genocidio del popolo palestinese, delle guerre in corso, in primis in Ucraina, e della repressione dei nemici interni. Il varco di Ponente, presidiato dai corpi di polizia, è stato chiuso dalle stesse camionette e reso inaccessibile al corteo, che ha deviato il suo percorso e ha proseguito verso una sede genovese di Leonardo, dove si trova il supercomputer Davinci1, utilizzato per la mobilità militare nell’ambito dell’accordo tra RFI e l’azienda. Più di una pietra è volata sul palazzo e ora sui muri nei suoi pressi si legge la sua complicità con le guerre, che il corteo ha riassunto con scritte come “Leonardo assassina” e con cori come “Contro la guerra dobbiamo lottare. Bloccare tutto e disertare!”, “Fiocchi, Leonardo, Fincantieri, assassini oggi come ieri” . Il corteo si è infine riunito a coloro che bloccavano il varco Etiopia, per poi proseguire per il varco San Benigno e dirigersi attorno alle 17 verso la stazione Principe, presidiata da altri elementi del corpo di Polizia.

È la prima volta che si è riusciti a chiudere per una giornata tre dei quattro varchi del porto, bloccando le principali arterie di Genova e creando un grosso danno economico ai padroni della logistica e della città. Il corteo si è disperso forte di questa consapevolezza, con la chiara intenzione di costruire presto nuovi appuntamenti di lotta contro la guerra.

Alcunx partecipanti al blocco del porto di Genova