“Non facciamoci trascinare nella guerra!”. Un’importante presa di posizione contro l’accordo Leonardo-RFI
L’accordo tra Leonardo e RFI sulla militarizzazione (a controllo digitale) delle ferrovie è un passaggio esplicito verso l’economia e la logistica di guerra. Ben venga allora questa chiara presa di posizione da parte di quei ferrovieri che non ignorano né la gravità della situazione attuale né gli insegnamenti della propria storia.
FERROVIE: ACCORDO RFI-LEONARDO SULLA MILITARY MOBILITY, I FERROVIERI SONO GIÀ IN GUERRA?
La rete ferroviaria italiana si accinge a far parte dei progetti di Mobilità Militare (Military Mobility), entrando a pieno titolo nei preparativi di guerra perseguiti da tempo, ma con un’accelerazione straordinaria negli ultimi mesi, dall’UE e dal governo italiano.
Il 15 aprile u.s., la più importante azienda bellica italiana, Leonardo, ha siglato un accordo in tal senso con RFI.
L’accordo si propone di “assicurare la movimentazione di risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa” anche “con breve preavviso e su larga scala”.
Il comunicato stampa diramato da Leonardo e RFI precisa che la mobilità militare avverrà in “situazioni ordinarie e straordinarie” e che “il trasporto di materiale militare” sarà realizzato “attraverso infrastrutture dual-use”, cioè sui binari e gli impianti della rete utilizzati per il normale traffico passeggeri e merci, che verranno sottoposti alla supervisione e al controllo di Leonardo attraverso “tecniche avanzate di A.I.” e di uno dei “super computer più potenti del settore aerospazio, difesa e sicurezza”.
La circolazione ferroviaria, secondo tale accordo, verrà integrata nelle piattaforme militari di mobilità aeree e terrestri.
In poche parole, si sta attuando, nel silenzio generale, la militarizzazione del settore ferroviario ed il passaggio delle infrastrutture sotto il controllo dell’industria militare più potente d’Italia, al fine di assecondare l’escalation alla guerra voluta dalla Nato.
Ricordiamo che negli ultimi mesi i profitti di Leonardo sono passati da 40 a 459 milioni, grazie alle super vendite di sistemi militari all’Ucraina, a Israele e a regimi in guerra di mezzo mondo. Profitti che grondano del sangue dei bambini di Gaza.
Ricordiamo anche che il Ministro della Difesa, Crosetto, proviene dal settore dell’aerospazio, implicato in progetti bellicisti o “dual-use”.
VOGLIONO INFILARE L’ELMETTO SULLA TESTA DEI FERROVIERI!
I FERROVIERI DEVONO INVECE ALZARE LA TESTA ED ESPRIMERE LA LORO NETTA CONTRARIETÀ ALL’ACCORDO CON CUI SI MILITARIZZA LA RETE PER INTERESSI IMPERIALISTI E GUERRAFONDAI.
Non facciamoci trascinare nella guerra!
Difendiamo il trasporto pubblico. La ferrovia non si tocca!
6 giugno 2024
CUB Trasporti