Trento. Una risposta al Magnifico
Testo diffuso da alcuni studenti e studentesse di Trento in risposta a un’intervista rilasciata da Deflorian, “magnifico rettore” dell’Università nonché parte del comitato scientifico di Med-Or, fondazione di Leonardo-Finmeccanica dedicata ai rapporti con il Medio Oriente (leggi: Israele). Dopo mesi di contestazioni e schivate, il “magnifico” si è finalmente deciso a rompere il silenzio con un’intervista a un quotidiano locale a seguito del blocco del rettorato durante lo sciopero generale dello scorso 23 febbraio, ad opera di un folto e variegato gruppo di solidali con gli oppressi palestinesi.
Qui il testo in formato-volantino: LETTERA DI RISPOSTA A DE FLORIAN
Non vogliamo dare una solita risposta “strategica” alla lettera scritta dal “magnifico” “orrifico” rettore De Florian (un uomo che ha il coraggio di esprimersi solo rintanato nel suo palazzo in Via Calepina). Siamo consapevoli che come ogni servo la sua opinione è solamente un’eco dell’ideologia guerrafondaia e sionista, ma noi ci teniamo comunque a fare un gioco e ribadire 6 punti che emergono dalle sue bugie scritte sull’Adige il 25 febbraio, a seguito di un blocco di qualche ora del rettorato pensato in solidarietà con la resistenza palestinese.
Dunque, prendendo ispirazione da Lutero, ecco le nostre risposte eretiche:
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Inizia il suo piagnisteo definendo ridicole le accuse di essere responsabile degli eccidi di Gaza, sottolineando solo le vittime israeliane del 7 ottobre e definendo invece quelle palestinesi come causate da un “effetto collaterale” degli attacchi di Hamas. Pensiamo che qualsiasi persona con un minimo di empatia possa comprendere l’orrore di definire la morte di più di 30mila persone un “effetto collaterale”.
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Il rettore loda l’università come uno spazio libero per le iniziative studentesche. A noi studenti e studentesse, personalmente, viene da ridere vista la continua censura. In questi 6 mesi di genocidio, l’Università ha continuato a togliere striscioni e volantini e vietato aule per conferenze e assemblee, deridendoci e silenziandoci con metodi vigliacchi. Le iniziative ci sono state lo stesso ma la risposta istituzionale arriva solo ora e con questa lettera pseudo-neutrale che ha il solo scopo di ripulire la sua immagine e quella dell’istituzione che rappresenta (a.k.a. paraculata).
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Descrive come l’università di Trento non abbia rapporti con industrie belliche ma solo con le università israeliane. Beh, da dove iniziare?
Partiamo nell’elencare i “gruppuscoli” (di ricerca) facenti parte della galassia FBK e interni del Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica, primo fra tutti ELEDIA Group, coinvolto con l’azienda bellica israeliana ELBIT Systems in ricerche sulla localizzazione e il tracciamento e i cui partner sono fra l’altro Leonardo e Thales (due delle aziende belliche più grandi d’Europa). Senza dimenticare la “combriccoLAB” di MANTA Lab, Miro lab, Granelli Lab e Security Lab, accumunate da ricerche a scopi bellici, talvolta utili alla NATO, talaltra all’Unione Europea.
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Riguardo al suo sterile discorso sulla neutralità dell’università, è fondamentale ripetere che nel sistema Israele non esiste separazione tra l’ambito universitario e quello militare! L’istruzione superiore universitaria è uno dei tre pilastri fondamentali del sistema politico-militare-sicuritario di Israele, accanto a quello rappresentato dalle forze armate e dai molteplici apparati dei servizi segreti e a quello del complesso bellico industriale e finanziario. Sin dalla fondazione dello Stato d’Israele, scuole, istituti, centri di ricerca e laboratori scientifici hanno contribuito enormemente alla costruzione delle basi culturali e ideologiche del sionismo e dell’apartheid del popolo palestinese. Specie negli ultimi decenni non c’è stato programma con finalità militari o dual use (civile/militare) che non abbia visto la partecipazione di quasi tutte le università pubbliche e private d’Israele.
Inoltre, le università israeliane sono complici dell’apartheid in quanto discriminano e intimidiscono gli studenti e le studentesse arabi/e e costruiscono i propri campus universitari sui terreni palestinesi ottenuti con il sangue proprio di un colonialismo d’insediamento. A tutto questo si aggiunge la promozione che fanno nei confronti degli studenti e delle studentesse che si arruolano nell’esercito e l’impossibilità di frequentare dei corsi o peggio di essere perseguitati per chi si oppone (sempre solidarietà a chi diserta!).
Infine, speaking of neutrality, un trattamento diverso è stato riservato alle università russe dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ma non ci sorprende dati i diversi interessi politici ed economici.
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A tutto questo si somma l’inversione dell’ordine della ricerca scientifica: non è vero che le ricerche scientifiche che hanno unicamente scopi civili capitano quasi per sbaglio nelle mani dell’apparato militare, ma è l’apparato militare a finanziare e promuovere la ricerca a scopi bellici che poi viene utilizzata nell’ambito civile con scopi di controllo sociale (basti pensare alle tecnologie che utilizziamo quotidianamente ma nate e testate nei laboratori militari, come computer, internet, radar, GPS, droni ecc.)…ed “è sempre stato così”(Deflorian, 2024).
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Vogliamo poi solo aggiungere che Med-or non è una fondazione con obiettivi culturali, di ricerca e formazione, come millanta, ma una vera e propria operazione di stampo geopolitico di Leonardo, che prova ad allargare e ad approfondire i propri affari nei Paesi del Medio-Oriente.
Ben 13 rettori delle università italiane fanno parte del comitato di Med-or e questo non può che inorridirci alla luce del fatto che Leonardo si serva della fondazione come modo per legittimare il suo operato attraverso l’università. La cultura accademica, infatti, facilmente si prostra alla produttività, chiudendo gli occhi e dimenticando la sua vera natura, quella della libertà e della creatività.
E qui concludiamo, con la nostra “tifoseria” ribadendo:
I POPOLI IN RIVOLTA SCRIVONO LA STORIA,
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA
Free Palestine – Liberiamo il Sapere
P.S. Vi consigliamo di leggervi il comunato di De florian del 25 febbraio sull’Adige, per comprendere meglio le assurdità a cui ci riferiamo nella nostra lettera di risposta. Per informarsi, invece, potete trovare tutte le fonti nei siti di questi laboratori di ricerca e di queste fondazioni e inoltre vi informiamo dell’assemblea in solidarietà con la resistenza palestinese che si tiene ogni lunedì alle 17.30 a Sociologia.