Un lampo di memoria sull’Operazione Panico
Dopo che le condanne dell’Operazione Panico sono state rese definitive dalla Cassazione (https://ilrovescio.info/2023/07/15/operazione-panico-condanne-confermate-in-cassazione-paska-condotto-in-carcere-a-bologna/), ci sembra opportuno rammemorare – almeno per sommi capi – i fatti per cui sono stati condannati questi compagni e compagne. Lo facciamo ripubblicando un manifestino diffuso in Trentino e altrove nell’estate 2019, alla vigilia della sentenza di primo grado. Mentre l’accusa di associazione a delinquere è caduta in secondo grado, e Giovanni è stato assolto per il “botto di Capodanno”, quasi tutte le altre accuse sono state confermate in appello e adesso dalla Cassazione romana. Ricordiamo inoltre che Paska, arrestato a Bologna, è stato trasferito nel carcere milanese di Opera. A lui e a tutti i condannati e condannate la nostra piena solidarietà: se sono “innocenti”, la meritano tutta; se sono “colpevoli”, la meritano ancora di più!
Per scrivere a Paska:
Pierloreto Fallanca
Via camporgnago 40
20141
Milano
Qui il manifestino in pdf: Lampo (1)
UN LAMPO DI MEMORIA E DI VENDETTA
Nella notte di capodanno 2017, a Firenze, un ordigno artigianale viene ritrovato dalla Digos nella saracinesca della libreria fascista “il Bargello”, legata a Casapound. Intervenuto senza protezioni, e forse ubriaco per i bagordi, un artificiere della polizia se la fa esplodere in faccia, rimanendo seriamente ferito.
Circa un mese dopo scatta l’Operazione Panico, che in due distinte retate vede spiccare misure cautelari contro diversi anarchici e anarchiche, tra le quali alcune detenzioni domiciliari e carcerazioni. Contestualmente vengono anche sgomberate le decennali occupazioni “Villa Panico” e “la Riottosa”.
Oltre che di associazione a delinquere e altri reati minori, i compagni sono accusati a vario titolo di altri due danneggiamenti alla precedente sede della libreria fascista.
Per il “botto di capodanno” tre compagni – Giovanni, Vespertino e Paska – si trovano in carcere da più di un anno anche con l’accusa di tentato omicidio del poliziotto artificiere.
Il 22 luglio [2019], il tribunale di Firenze emetterà la sentenza di primo grado.
Non ci interessa sapere se i compagni abbiano effettivamente compiuto quelle azioni. Ci basta conoscere le loro scelte di vita, fatte di rifiuto di ogni fascismo, razzismo e oppressione, e della società che li produce. Sappiamo che non hanno mai praticato violenza indiscriminata, men che meno verso chi in tasca non ha i soldi o i documenti “adeguati”. Sappiamo che non hanno mai attizzato la guerra tra poveri. Sappiamo anche che verso certe nefandezze questi compagni nutrono un odio giusto e soprattutto conseguente.
Tra convegni di neonazisti sulla famiglia e emigranti fatti morire in mare, tra un Ministro dell’Interno che rivendica alla polizia la licenza di uccidere e Casapound che ne pubblica i libri, i fascisti continuano a picchiare, ammazzare, stuprare o minacciare di farlo (come a Viterbo e a Casal Bruciato). Sono in molti a dire che tira una brutta aria. Chi ce ne metterà al riparo? La Costituzione? I carabinieri? Oppure quegli “antifascisti” di partito che solo adesso riscoprono “bella ciao”, dopo aver aperto i campi di concentramento per immigrati (ieri CPT, poi CIE, oggi CPR), riempito le strade di militari, varato un “pacchetto-sicurezza” dietro l’altro, riabilitato i “ragazzi di Salò”, finanziato il governo libico e i suoi lager…?
Ben vengano altri lampi di memoria e di vendetta, a ricordare chi sono i fascisti e che colpirli è giusto.
SOLIDARIETÀ AI PROCESSATI E ALLE PROCESSATE DELL’OPERAZIONE PANICO
LIBERTÀ PER GIOVANNI, PASKA E VESPERTINO
anarchiche e anarchici di Trento e Rovereto