Rivendicazione dell’incendio di un escavatore della ditta Strabag in solidarietà con Alfredo Cospito e tutti gli altri ribelli in carcere (Berlino, Germania, 10 febbraio 2023)
Riceviamo e a nostra volta diffondiamo: https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/02/13/rivendicazione-dellincendio-di-un-escavatore-della-ditta-strabag-in-solidarieta-con-alfredo-cospito-e-tutti-gli-altri-ribelli-in-carcere-berlino-germania-10-febbraio-2023/
In segno di solidarietà con Alfredo Cospito e il suo sciopero della fame contro il regime del 41 bis, nella notte tra il 9.2 e il 10.2 abbiamo dato fuoco a un escavatore della ditta Strabag a Berlino, nel quartiere di Prenzlauer Berg.
Contro la società che necessita di prigioni, dalla cui costruzione Strabag trae profitto. Contro la società che crede nel capitalismo verde, per la quale Strabag costruisce centrali elettriche in tutto il mondo!
È positivo che ci sia una risonanza internazionale, avviata dalla mobilitazione degli innumerevoli compagni in Italia. Ci scalda il cuore vedere come la solidarietà con i prigionieri anarchici diventi un’arma che cerca e trova i suoi bersagli in tutto il mondo. Le nostre analisi di questa società ci portano inevitabilmente ad attaccarla e a rovesciarla. Ma non sono solo le secche analisi a smuoverci, proviamo un profondo disgusto per questo mondo e tutte le sue imposizioni. Condividiamo le proposte e i dibattiti finalizzati a un confronto internazionale. È necessaria una riunione sediziosa informale di nemici dello Stato per mettersi e rimanere in movimento. L’internazionalismo può quindi facilitare lo scambio di esperienze, critiche e prospettive e incoraggiare l’aggressività. Sentiamo l’odore del fumo che arriva dalla sud e l’eco dei compagni che urlano “Fuori Alfredo dal 41 bis!”
Tuttavia, c’è da chiedersi se Alfredo uscirà dal regime di 41bis nel prossimo futuro e se potrà mai venire a sapere di tutto ciò che sta accadendo “fuori”. Ci si chiede anche se riuscirà a sopravvivere a questa prova di forza contro l’autorità. Sembra che il dado sia già tratto. Il governo italiano ha dichiarato più volte che non si arrenderà. Sicuramente per loro c’è in gioco molto di più che avere “solo” un anarchico morto sulla coscienza.
Ma lottare da una prospettiva anarchica per noi significa anche molto di più che salvare singole vite in questa situazione drammatica. Probabilmente Alfredo ha già preso la sua decisione da tempo, come qualcuno ha già scritto nel testo “A tutte le ore – Alcune riflessioni sugli ultimi mesi di mobilitazione”. Tuttavia, possiamo prendere spunto dalla natura intransigente delle sue azioni per intensificare la sovversione e far sì che l’eco della sua lotta, ora chiaramente udita oltre i confini italiani, non venga facilmente messa a tacere. Con passione e gioia, armati dei nostri sogni, contro tutto ciò che ci impedisce di realizzarli: lo Stato, il governo, l’autorità, la giustizia, il capitalismo e la struttura di potere che sostiene tutto questo.
La libertà passa attraverso il movimento di lotta – Per un maggiore disfacimento dello Stato!
Solidarietà ad Alfredo, Juan, Anna, Ivan, Dayvid, Tonio e a tutti gli altri ribelli in carcere.
Un saluto all’anarchico del processo Parkbank che è di nuovo in prigione ad Amburgo.
In memoria di Tortuguita, ucciso dalla polizia il 18 gennaio durante un’irruzione poliziesca nell’occupazione StopCopCity (Atlanta, USA). Rest in power!
Lunga vita all’anarchia!