[IT] Chi di guerra ferisce, di guerra… guadagna! Rivendicazione del sabotaggio di alcuni ripetitori sul Monte Leco da parte degli Anarchici per la distruzione dell’esistente in solidarietà con Alfredo Cospito e tutti gli anarchici prigionieri nel mondo (Voltaggio, 5 febbraio 2023)
Riceviamo e a nostra volta diffondiamo: https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/02/07/chi-di-guerra-ferisce-di-guerra-guadagna-rivendicazione-del-sabotaggio-di-alcuni-ripetitori-sul-monte-leco-da-parte-degli-anarchici-per-la-distruzione-dellesistente/
CHI DI GUERRA FERISCE, DI GUERRA… GUADAGNA!
Questa società sempre più pervasiva e invadente è ormai interamente illuminata dal faro della scienza, e ne percorre, passo dopo passo, la strada da lui indicata.
Questa luce non solo è nefasta ma ci sta conducendo verso un punto di non ritorno, verso un precipizio mortale.
Nonostante ciò sia ben noto, viene anche puntualmente ribadito dagli stessi scienziati e esponenti della classa politica.
In un intervento di qualche mese fa, l’ex ministro della transizione ecologica Cingolani, disse che ogni “ritrovato” procura più problemi di quelli che risolve, ma che comunque è progresso e perciò bisogna andare avanti.
Questo “andare avanti” si traduce nel modello “green”.
Tutto è o deve diventare green: green economy, centrali nucleari green, green tecnology a cui appartiene la rivoluzione digitale.
È l’ennesima trasformazione della società, non più politica come all’epoca della rivoluzione francese, né economica come nelle varie ristrutturazioni del modello capitalista, ma tecno-scientifica.
I vari settori dell’economia capitalista o si adeguano o scompaiono e la politica esegue supinamente le varie imposizioni dettate dalla scienza.
La trasformazione in atto ha sicuramente approfittato di tre grandi occasioni che le sono capitate: il cambiamento climatico, il covid-19 e la guerra in Ucraina.
– Il cambiamento climatico, sotto gli occhi di tutti, ha portato milioni di persone a manifestare e porre così l’attenzione sull’impatto ambientale della nostra società sul pianeta.
Siccome molto pochi sono in realtà propensi a modificare radicalmente il proprio stile di vita, ma vogliono godere di tutti gli agi a cui sono abituati, le loro proteste sono già un’arma spuntata in partenza. Il sistema di potere ha trovato in ciò una bella proposta per rinnovarsi avviando la cosiddetta “transizione ecologica”, che consiste in una grossa ristrutturazione del modo di produrre energia (fonti rinnovabili) e prodotti di consumo più “sostenibili”, cioè, a minor impatto ambientale, ottenendo così tre piccioni con una fava.
IL PRIMO politico: smorzare così le proteste e far capire che la voce dei governati sta a cuore ai governanti; non si sa mai che questi, nonostante la pace sociale regnante, se inascoltati non turbino seriamente i sonni dei padroni.
IL SECONDO economico: un’opportunità di guadagno per le aziende che possono lanciare sul mercato nuovi prodotti e apparendo “amiche” dell’ambiente, attirare a sé una fetta di nuovi consumatori e di conseguenza nuovi guadagni.
IL TERZO scientifico: la possibilità di sperimentare, ricercare in campi finora poco battuti e aumentare ulteriormente la propria influenza sugli esseri viventi.
– Il covid-19 ha dato un forte impulso alla scienza medica, che facendo leva sulla paura e su un desiderio di ritorno alla “normalità” ha di fatto imposto una vaccinazione obbligatoria senza per altro aspettare i tempi necessari di sperimentazione di un siero prima che questo possa essere “sicuro”; una sperimentazione su miliardi di individui.
Non solo alla scienza medica ma anche alle applicazioni tecniche per sorvegliare e schedare tutte quelle persone refrattarie al vaccino. I vari green pass e permessi vari per poter spostarsi o lavorare non potrebbero essere efficaci senza un controllo capillare degli individui, controllo reso possibile dai sempre più nuovi ed invasivi apparati tecnologici.
– La guerra è l’occasione delle occasioni per il sistema di stringere le maglie perché porta beneficio a tutti e tre i poteri che gravano su di noi permettendo loro di agire in perfetta sintonia e sinergia.
Essa rafforza lo stato che può diramare leggi speciali, aumentando così il controllo sui propri cittadini. Rafforza anche il capitale grazie all’aumento della produzione di beni di consumo (armi in una situazione di conflitto) e poi sul lungo periodo una marea di profitti per le aziende coinvolte nella ricostruzione delle zone colpite (Bonomi, leader di Confindustria, è andato a Kiev per firmare degli accordi sulla ricostruzione con Zelensky).
L’apparato tecno-scientifico in questo caso può lavorare per sperimentare ogni nuova tecnologia atta a vincere la guerra, cioè, nuove armi sempre più sofisticate e letali, e allo stesso tempo, nuovi sistemi di controllo sociale per sedare sul nascere eventuali proteste e/o rivendicazioni.
Tutte le guerra hanno portato sempre tali “benefici” a maggior ragione quest’ultimo conflitto in Ucraina, per il semplice fatto che è a noi vicino.
RIMANDARE LA GUERRA AL MONDO CHE LA PRODUCE
Sono tanti i sentimenti e i desideri che ci attraversano, in quanto anarchic* questo turbinio di sensazioni li rendiamo palpabili tramite l’azione diretta, ma per arrivare a questa prima di tutto mettiamo in campo saperi, pazienza, determinazione, attenzione, paure e coraggio. Queste sono tutte caratteristiche che non appartengono agli “specialisti dell’azione” ma a milioni di individui fra cui anarchici e anarchiche.
Adesso che l’ennesimo conflitto è scoppiato a pochi chilometri da noi, da anarchic* ci siamo chiest* come, da qui, potevamo sostenere le popolazioni ucraine, russe ma anche yemenite, palestinesi, siriane, iraniane, curde, libiche – per citarne alcune – che si oppongono alle guerre e ai propri stati.
La convinzione delle nostre idee ci ha spinti ad attaccare le strutture che fungono da linfa comunicativa e che permeano la nostra mortifera società.
Tra la notte del 4 e 5 febbraio, accompagnati da una bellissima luna e con Alfredo e la sua lotta nel cuore, abbiamo sabotato alcuni ripetitori del monte Leco [a Voltaggio, in provincia di Alessandria].
Con questo piccolo gesto rispondiamo alla chiamata internazionale in solidarietà con Alfredo.
Il “nostro” governo, e tutti quelli che si sono succeduti prima, non sono diversi da quello ucraino o russo, come tanti altri, vende armamenti là, nei luoghi di guerra e usa le stesse armi qua, in “casa”, per reprimere.
Uno stato è stragista per antonomasia.
Lo stato è l’emblema dello stragismo; vedi nelle guerre, nelle carceri, nelle caserme, nei confini terrestri e marini, negli ospedali, nelle strada e perfino nelle proprie case.
Non dimentichiamo lo sterminio dentro il proprio appartamento dei quattro rivoluzionari BR del 28 marzo 1980 in via Fracchia a Genova eseguito dai carabinieri del boia di stato Carlo Alberto Dalla Chiesa.
PUNTO DI ARRIVO
Dopo aver sabotato col fuoco due ripetitori nel luglio del 2021 e aver incendiato totalmente un traliccio nel dicembre di quello stesso anno, con quest’ultimo attacco terminiamo la nostra esperienza come gruppo “Anarchici per la distruzione dell’esistente”.
Non neghiamo che le nostre aspettative erano maggiori ma le difficoltà pratiche e logistiche e un pizzico di inesperienza, ci hanno trovati concordi nel mettere fine a questo breve ma intenso viaggio.
Una legge fisica recita “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, così è la nostra tensione anarchica, c’è perché è innata, e ognun* di noi sceglierà in cosa “trasformarsi”.
Siamo comunque soddisfatti, speriamo di aver dato un contributo con le pratiche attuate e le analisi dei nostri testi.
Il nostro faro è stata sempre la propaganda col fatto, la nostra linfa le rivendicazioni delle varie individualità o cellule sparse per il mondo, la nostra determinazione coltivata grazie alla solennità e fermezza dei testi delle prigioniere e dei prigionieri anarchici.
Anche da queste tre linee guida nasce questo attacco come gesto minimo di solidarietà internazionalista con le popolazioni colpite dalle guerre volute dai padroni; noi sabotiamo il “nostro” stato, perché “staccare la spina” vuol dire interrompere tutto ciò che è nefasto per la terra e per tutti gli esseri viventi che la abitano.
PER ALFREDO COSPITO PRIGIONIERO IN 41 BIS E IN SCIOPERO DELLA FAME CONTRO IL 41 BIS E L’ERGASTOLO OSTATIVO DA 110 GIORNI,
PER IVAN ALOCCO CHE È STATO DUE VOLTE IN SCIOPERO DELLA FAME IN SOLIDARIETÀ CON ALFREDO, PER JUAN SORROCHE E ANNA BENIAMINO PRIGIONIERI CHE HANNO SOSTENUTO, ANCHE LORO, ALFREDO CON UN LUNGO SCIOPERO DELLA FAME.
PER THANOS CHATZIANGELOU PRIGIONIERO GRECO CHE HA TERMINATO UNO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE CONTRO IL NUOVO CODICE PENALE GRECO.
PER CLAUDIO LAVAZZA, PER KOSTAS DIMALEXIS, PER JUAN PIRCE, PER MÓNICA CABALLERO, PER I/LE COMPAGN* DEL CASO SUSARON, PER MARCELO VILLARROEL SEPÚLVEDA, PER DAYVID CECCARELLI, PER TOBY SHONE, PER GIANNIS MICHAILIDIS, PER GEORGIA VOULGARI, PER POLA ROUPA, PER FRANCISCO SOLAR, PER DAVIDE DELOGU, PER NIKOS MAZIOTIS,
PER TUTT* GLI/LE ANARCHIC* PRIGIONIER* NEL MONDO, PER CHI È IN SCIOPERO DELLA FAME, PER CHI È SOTTO SORVEGLIANZA SPECIALE, PER CHI È UCCEL DI BOSCO E PER CHI NON SI RASSEGNA.
PER TUTTI E TUTTE LE COMBATTENTI CADUTE NELLA GUERRA SOCIALE.
PER LA DISTRUZIONE DELLE CARCERI E DELLE GABBIE!
PER L’ABBATTIMENTO DELLA SOCIETÀ TECNO-INDUSTRIALE!
PER L’INTERNAZIONALE NERA!
PER L’ANARCHIA!
Anarchici per la distruzione dell’esistente