Per il 12 novembre a Roma: appello alla mobilitazione per Alfredo e contro il 41 bis
Riceviamo e diffondiamo:
APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ ATTIVA
A partire da fine maggio il compagno anarchico Alfredo Cospito, in carcere dal 2012, è stato sottoposto al regime di 41 bis e deportato nel carcere insulare di Bancali, in provincia di Sassari.
L’esistenza di tale regime di carcere duro è stata dapprima sdoganata grazie alla retorica dell’antimafia; il 41 bis è stato poi applicato a detenuti e detenute appartenenti all’organizzazione comunista BR-PCC. Oggi viene imposto per la prima volta ad un compagno anarchico, rendendo concreto il monito che in anni di lotta avevamo più volte espresso: se esiste questo regime prima o poi lo estenderanno.
Il 20 ottobre Alfredo ha dato inizio ad uno sciopero della fame a oltranza, fino alla morte, per l’abolizione del regime speciale detentivo del 41 bis e il “fine pena mai” dell’ergastolo ostativo, in quanto, entrambi, espressione della vendetta dello Stato attraverso la tortura istituita per legge.
Condizioni di detenzione inenarrabili, unica possibilità di modificarle, fare i nomi di qualcun altro.
Mettere qualcun altro al proprio posto.
La sua è una lotta di denuncia, attraverso la quale ci sbatte in faccia che per lui è meglio rischiare la morte mettendosi ancora una volta in gioco, che vivere interminabili anni in condizioni di stillicidio tese all’annientamento psico-fisico.
È l’attacco all’ipocrisia dello Stato democratico.
È lo smascheramento della manovra che lo Stato stesso sta operando attraverso il suo caso, perché esso costituisca un precedente nella storia, spalancando le porte del carcere duro per tutti quelli che verranno fatti rientrare nella categoria di “nemico”.
È guerra.
Crediamo sia importante non far passare sotto silenzio questa manovra.
È necessario mobilitarsi, per noi e per quelli/e che verranno dopo di noi. Per Alfredo, in sciopero della fame a oltranza. E gli altri.
In solidarietà alla lotta di Alfredo, altri due anarchici prigionieri, Juan Sorroche e Ivan Alocco, hanno iniziato uno sciopero della fame rispettivamente dal 25 e dal 27 ottobre.
Dal 7 novembre anche la compagna anarchica Anna Beniamino, detenuta nel carcere romano di Rebibbia, si è unita a questa lotta, dichiarando anche lei lo sciopero della fame.
Alfredo non ha mai smesso, in nessuna condizione si trovasse, di mettere lo Stato ed il capitalismo di fronte alle loro responsabilità. Per questo lo vogliono tombare vivo. Noi non possiamo permetterlo.
Diciamo chiaramente che riteniamo responsabili della vita e della salute del nostro compagno in primo luogo soggetti e organi dello Stato quali Ministero della Giustizia, Tribunale di Sorveglianza di Roma, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, direttore e personale del carcere di Bancali.
Alfredo ha già superato le prime due settimane di sciopero della fame, e andiamo incontro alla conclusione della terza. Le iniziative di solidarietà si susseguono qui, e ovunque nel mondo.
La situazione è di allerta.
Sabato 12 novembre scendiamo in piazza a Roma, dove si trovano i responsabili politici di quanto sta avvenendo.
Concentramento a piazza Gioacchino Belli. Ore 15:00.
Partecipiamo numerosi/e!