Rovereto: “rabbia, memoria, vendetta per Matteo Tenni”

 

Pochi giorni fa è arrivato il responso per la richiesta di archiviazione da parte della PM, Viviana Del Tedesco, per quanto riguarda l’omicidio di Matteo Tenni da parte del carabiniere Andrea Andreolli. Per molti di noi la risposta era scontata: lo Stato si auto-assolve, ancora e ancora.

In tante e tanti ci siamo ritrovati, venerdì 18 febbraio, in una piazza di Rovereto per ricordare Matteo e tantissimi altri uccisi dalla polizia e dai carabinieri, a partire dalla strage compiuta nel carcere di S. Anna a Modena l’8 marzo del 2020 (nel frattempo, quattro detenuti sono stati condannati a pene fino a 5 anni e 4 mesi per la rivolta avvenuta negli stessi giorni all’interno del carcere milanese di S. Vittore). Anche nel caso della strage di Modena è stata chiesta e confermata l’archiviazione. E dunque che cosa aspettarsi? Niente dagli uomini e le donne dello Stato. La nostra rabbia, la nostra memoria, invece, quelle sì.

In quella piazza non solo la Giustizia di Stato si è nuovamente palesata, ma la sensazione che questi morti, i nostri morti uccisi dalla violenza di Stato, debbano restare indelebili nelle menti era forte. Le parole della madre di Matteo sono state drammatiche, ma anche intense e determinate. Al silenzio inevitabile venutosi a creare mentre Annamaria esprimeva il suo dolore, è seguìto un rumoroso corteo che si è portato fino alle porte del tribunale, presidiato per l’occasione dalla polizia. La rabbia è risuonata per le strade, cori semplici quanto veritieri: “Matteo Tenni è stato assassinato, nessuna fiducia nello Stato”, “Andreolli assassino”…senza che per più di qualche secondo restasse il silenzio. Arrivederci nelle strade…

Di seguito il volantino distribuito e un testo scritto per l’occasione da un compagno agli arresti domiciliari.

MATTEO (3)

per Matteo