In nome del profitto: il Covid tra dati falsi ed effetti reali
«Più che per i tagli, l’aziendalizzazione della sanità ha contribuito a costruire e alimentare l’Emergenza in un altro senso. Secondo quel principio neoliberale di “autonomia” che a partire dagli anni Novanta ha letteralmente contagiato ogni servizio pubblico (per citarne solo alcuni, le scuole e le università), le strutture sanitarie ricevono finanziamenti secondo i risultati prodotti e le esigenze esibite. Come ha ricordato anche Guido Bertolaso in un’intervista, in nome dell’Emergenza ogni ospedale riceve dai 1000 ai 2000 euro al giorno per ogni paziente classificato come “caso-covid”, con il massimo del montepremi per i giorni di terapia intensiva. Chiaro come questo abbia sia favorito il ricovero indiscriminato nei reparti-covid di chi aveva sintomi appena compatibili con quelli della malattia, sia incentivato il ricorso facile ai reparti di rianimazione, con l’unico limite costituito dall’onestà o dal “buon cuore” del primario e del capo reparto di turno». (L’Emergenza Covid e la strage delle coscienze).
Così scriveva mesi fa un nostro redattore in un articolo pubblicato su questo stesso sito. Adesso, questa intuizione sembra confermata da un servizio uscito nientepocodimeno che su Rai2 lo scorso 26 gennaio. Investita dall’Emergenza e dalle sue “logiche” indiscutibili, una sanità completamente aziendalizzata non fa che produrre dati falsi (attraverso i soliti tamponi, che bollano come “caso-covid” persino chi entra in ospedale con una gamba rotta) ed effetti reali: ospedalizzazioni indiscriminate, ricoverati che contraggono il virus in ospedale e, naturalmente, morti…
Guardare per credere.