“Assumendo la responsabilità”. Dichiarazione dell’anarchico Francisco Solar (e altri testi)
Riceviamo e diffondiamo
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Assumendo la responsabilità
Estratto della dichiarazione dell’anarchico Francisco Solar (e altri testi)
Il testo che segue è un estratto della dichiarazione dell’anarchico Francisco Solar Domínguez in cui assume la responsabilità per l’invio dei pacchi-bomba al 54° commissariato dei carabineros e all’ex ministro dell’interno Rodrigo Hinzpeter nel luglio 2019 (l’azione è stata rivendicata dai Cómplices Sediciosos – Fracción por la Venganza) e per il duplice attacco esplosivo nell’edificio Tánica il 27 febbraio 2020, avvenuto nel contesto della rivolta generalizzata scoppiata in Cile nell’ottobre 2019 (l’azione è stata rivendicata dalle Afinidades Armadas en Revuelta). Francisco Solar è stato arrestato a Santiago del Cile il 24 luglio 2020, assieme alla compagna Mónica Caballero Sepúlveda.
Questo estratto della dichiarazione del compagno è stato reso noto nel dicembre 2021. Al termine vengono riportati anche i due testi inerenti le azioni (“Operazione per l’espansione delle ostilità ai carnefici” e “Duplice attacco esplosivo al quartiere dei ricchi per l’espansione della rivolta”) e altrettante note esplicative a cura del sito internet “Noticias de la guerra social”, che consentono di contestualizzare maggiormente gli eventi. Avendo peraltro avuto una scarsa diffusione in lingua italiana, i testi sono stati tradotti (alcuni nuovamente), nella convinzione che richiamino la massima attenzione da parte di quanti hanno concretamente e profondamente a cuore la lotta per l’anarchia. Solidarietà rivoluzionaria con il compagno Francisco Solar.
I testi sono leggibili anche a questo link: https://fuoridallariserva.noblogs.org/post/2021/12/28/assumendo-la-responsabilita-scritto-dellanarchico-francisco-solar/
Assumendo la responsabilità
[…] Nel novembre 2017 la nostra idea era di allontanarci dalle grandi città, principalmente da Santiago, per il suo frenetico modo di vita, e portare avanti un progetto autosostenibile. Sebbene abbia optato per questo modo di vita, non ho smesso di pensare che la maniera più adeguata di lottare contro un sistema dominante sostenuto dall’autorità e dalla depredazione, è mediante l’azione violenta rivoluzionaria. Solo a partire da questa è possibile arrivare a momenti di destabilizzazione, che, anche se si tratta di istanti fugaci, mostrano la vulnerabilità del potere.
A metà del 2018 mi imposi di iniziare con questo tipo di azione […]. Una volta presa questa decisione mi misi a pensare a qualche obiettivo, avendo chiaro che andavo a correre un grande rischio, l’azione da realizzare doveva essere potente. Pensai di realizzare un’azione come risposta, come vendetta contro persone legate alla repressione e al potere imprenditoriale, caratteristiche racchiuse pienamente in Rodrigo Hinzpeter, che nel 2019 era dirigente del gruppo Quiñenco, il cui presidente è Andronico Luksc, e in precedenza lo stesso Hinzpeter era stato ministro dell’interno del primo governo di Piñera, lasciando una striscia di repressione che sarà difficile dimenticare. Represse duramente le mobilitazioni sociali e studentesche, cercando di portare avanti una legge marcata da proibizioni di ogni tipo, conosciuta come la legge Hinzpeter. Come ministro dell’interno è stato responsabile politico dell’uccisione del giovane Manuel Gutiérrez, represse duramente le mobilitazioni sociali di Aysén e di Freirina, militarizzò il territorio mapuche, cosa che provocò centinaia di feriti, molti di questi bambini, e innumerevoli arrestati.
Nell’agosto 2010, assieme a più di tredici persone, siamo stati oggetto dei deliri repressivi di Hinzpeter, che nel proprio affanno per porre termine agli attacchi esplosivi avvenuti principalmente nel settore orientale della capitale a partire dal 2005, ci arrestò inventando prove e contrattando con detenuti disposti a corroborare le tesi della procura, tesi che si riferivano all’esistenza di una associazione terroristica illecita.
Per queste ragioni ho deciso di attaccare Hinzpeter, ritenendo che rappresentava un obiettivo completamente legittimo. Incominciai a investigare riguardo Hinzpeter […], andai a osservare l’edificio Itaú, a vedere il flusso di persone, la gente che entrava, che usciva; tentai di entrare al 14° piano, dove si trovavano gli uffici del gruppo Quiñenco, e non riuscii per via dei ferrei controlli presenti all’entrata […], così pensai fosse meglio inviare un pacco-bomba diretto all’ufficio di Rodrigo Hinzpeter, per assicurarmi che sarebbe stato lui ad aprire il pacchetto.
A questo punto è importante segnalare che gli attacchi indiscriminati non sono mai stati parte della pratica anarchica, i nostri obiettivi sono chiaramente definiti e mirano ai responsabili dell’oppressione e della repressione. Siccome mia intenzione era di realizzare un’azione di significativa entità […] decisi di utilizzare la dinamite.
Nel 2018 e al principio del 2019 la situazione era segnata dalla brutalità poliziesca contro gli studenti che con differenti istanze manifestavano contro la Ley Aula Segura. Era ricorrente vedere immagini di carabineros picchiare studenti che gli passavano davanti, trascinandoli anche dalle classi per condurli ai commissariati. È importante segnalare che questa lotta contro la Ley Aula Segura è stato l’antecedente diretto della chiamata a evadere che gli studenti avevano intrapreso a fronte dell’aumento dei prezzi della metropolitana, che è stata la scintilla della rivolta iniziata il 18 ottobre.
Senza la perseveranza degli studenti chissà se quanto occorso a partire da questa data sarebbe accaduto, pertanto decisi di rispondere a questa brutalità poliziesca attaccando i carabineros nelle loro proprie strutture; la mia idea era di attaccarli come istituzione, per quello che rappresentavano, per la loro storia di sangue, tortura e morte. Decisi di attaccare il 54° commissariato di Huechuraba come gesto di vendetta per l’uccisione della compagna Claudia López nel settembre 1998.
Sebbene abbia chiaro che gli agenti che lavoravano in questo commissariato nel 2019 non erano gli stessi che assassinarono la compagna, è questo luogo che funse come punto operativo in quell’occasione, e che continua ad esserlo per ogni giornata di protesta. Con questo intendevo dare un segnale di risposta, che nessuno e niente è stato dimenticato.
La mia intenzione era quella di ferire solo un carabiniere, quello di rango più elevato, e questo era il maggiore Manuel Guzmán, perciò, siccome la mia intenzione era di ferire un solo carabiniere l’esplosivo non doveva essere di grande potenza, così utilizzai della polvere nera dentro un cilindro d’acciaio.
[…]
La pretesa di quest’azione, quella di dare una risposta, tanto alle aggressioni dei carabineros che a un ex ministro dell’interno ricordato per il proprio aspetto repressivo e oggi dirigente di un gruppo economico padrone di praticamente tutto il Cile, arrivò a pieno compimento.
[…]
Rispetto al cosiddetto «fatto 2» (Tánica), posso evidenziare, per contestualizzare. La rivolta iniziata il 18 ottobre 2019 si è mantenuta viva negli ultimi mesi del 2019 e al principio del 2020, molte erano le proteste che si succedevano giorno dopo giorno nonostante la forte repressione della polizia. Marzo si avvicinava come un mese chiave, dove potevano accadere molte cose, tra queste anche le dimissioni di Piñera, fu in questo contesto che decisi di contribuire alla rivolta con la collocazione di due ordigni esplosivi.
Il settore orientale della capitale era oggetto di alcune manifestazioni che provocavano la repulsione di chi vive in quelle aree, di fronte al timore di vedersi minacciati e anche di perdere i propri privilegi. Si poteva notare come persone che manifestavano pacificamente in quello schifo di La Dehesa venissero insultate e pure aggredite, e anche come l’esercito e la polizia blindarono questi quartieri in una chiara complicità tra le forze repressive e la classe ricca, pertanto decisi di colpire in queste municipalità, però specificatamente in un quartiere interno a queste, quello di Santa María de Manquehue, dove ha sede il giornale “El Mercurio”, portavoce storico dei settori più conservatori di questo paese. Sono enfatico nel sottolineare che la mia intenzione non era quella di danneggiare delle persone ma di alterare la normalità del quartiere, ne è prova il fatto che in un primo momento pensai di collocare gli ordigni esplosivi all’interno dei bagni del Café Kant, situato all’interno dell’edificio Tánica, però a causa del rischio di ferire persone scartai questa possibilità, decidendo di collocare un ordigno nel settore del parco della società immobiliare Tánica, precisamente sotto una panchina di cemento che avrebbe attutito l’esplosione.
Questo attentato contemplava anche un altro obiettivo, che era quello di attaccare il GOPE dei carabineros mediante l’esplosione di un secondo ordigno, il quale sarebbe stato disposto in una maniera tale da esplodere mezz’ora dopo il primo […], deflagrando nel momento in cui il GOPE era intento nelle proprie attività nelle vicinanze, con l’unico obiettivo di dare loro un bello spavento.
[…]
Decisi di attaccare i carabineros perché oltre ad essere nemici storici di noi anarchici, a quel momento si erano già resi responsabili della mutilazione di centinaia di occhi […]. Decisi di attaccare i carabineros anche perché erano note le torture, i pestaggi, la creazione di centri di tortura, come quello del Metro Baquedano, che nonostante sia stato negato dalla giustizia, tutti sappiamo che è stato così.
Dall’inizio della rivolta io ho fatto parte delle differenti mobilitazioni che si vivevano giorno per giorno e ho potuto vedere a pochi metri di distanza come cadevano insanguinati i giovani colpiti a causa dei proiettili e dei lacrimogeni sparati dai carabineros. Fu per questo che la rivolta identificò i carabineros come uno dei propri principali nemici, dunque un attacco contro di loro era imprescindibile e completamente giustificato.
[Pubblicato in spagnolo al link: https://publicacionrefractario.wordpress.com/2021/12/21/asumiendo-la-responsabilidad-extracto-de-declaracion-del-prisionero-anarquista-francisco-solar/ 21 dicembre 2021].
Operazione per l’espansione delle ostilità ai carnefici
OPERAZIONE PER L’ESPANSIONE DELLE OSTILITÀ AI CARNEFICI
Rivendichiamo la spedizione di due pacchi-bomba composti da polvere pirica e dinamite diretti a Rodrigo Hinzpeter e a Manuel Guzmán, maggiore dei carabineros del 54° commissariato di Huechuraba.
Abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza necessarie affinché gli ordigni esplodessero solo nelle mani delle persone interessate dalla nostra azione. I nostri nemici sono chiari, non ci interessa né cerchiamo di danneggiare o ferire alcuna persona. Anche se sappiamo che tutti siamo parte del funzionamento del dominio, riconosciamo che esistono gradi di responsabilità e che i destinatari delle nostre spedizioni esplosive hanno un ruolo decisivo sia nella gestione e accumulazione del capitale che nel controllo e nella repressione statale.
Sono loro che prendono decisioni fondamentali per rafforzare l’oppressione. Su questo non c’è dubbio, ed è a causa di queste scelte che li attacchiamo nei loro luoghi operativi.
Rodrigo Hinzpeter, ministro dell’interno del precedente governo di Sebastián Piñera, incaricato di scatenare la repressione contro le comunità mapuche in lotta, gli ambiti anarchici e i settori studenteschi mobilitati e radicalizzati nel fragore della lotta nelle strade. È responsabile dei corpi di Manuel Gutierrez, degli 81 prigionieri del carcere di San Miguel e dei feriti delle rivolte di Aysén e Freirina. Attualmente ricopre una posizione dirigenziale nel gruppo Quiñenco, che appartiene al famigerato gruppo Luksic, i cui tentacoli si stanno espandendo in sempre più settori, dalle banche ai canali televisivi, trasformando le nostre vite in merce e in valore commerciabile.
Insieme a quanto sopra, questa mafia imprenditoriale pianifica, da questi centri operativi, ormai vulnerabili, la devastazione della terra e l’assedio delle comunità mapuche attraverso le proprie società forestali.
Manuel Guzmán, maggiore dei carabinieri del 54° commissariato di polizia di Huechuraba, quartier generale della polizia incaricato di reprimere e controllare il territorio dove nel 1998 i suoi ex colleghi hanno uccisero la compagna anarchica Claudia Lopéz durante gli scontri in strada di settembre.
Qualsiasi stazione di polizia è un obiettivo valido. Le loro uniformi sono ancora coperte di sangue, si aggirano in ogni angolo della città, sorvegliando i nostri nemici impiegando la brutalità contro chiunque si muova fuori da questo campo minato di divieti in cui hanno trasformato il mondo. È proprio nelle caserme di polizia che i carnefici danno libero sfogo all’orgia di tormenti e pestaggi contro i detenuti.
Li vediamo apparire con assurda spavalderia occupando militarmente attuali spazi di conflitto, come i licei. Già cercano di farlo in città o in scenari di scontri in strada, rifugiandosi nelle proprie leggi. Ma il desiderio di libertà investe di fuoco ogni obbedienza all’autorità e al suo ordine.
La società poliziesca e carceraria è una realtà. Qualsiasi azione contro di essa è completamente valida.
Questa operazione di due attacchi con esplosivi è un chiaro atto di vendetta e guerra contro determinati individui che sostengono e dirigono questo mondo. Le loro condotte non vengono dimenticate. Rispondiamo attraverso l’azione violenta anarchica che si colloca nel quadro ed è un contributo alla nuova guerriglia urbana.
Con questi atti riprendiamo uno strumento storico del conflitto anarchico che è stato utilizzato da diversi compagni e gruppi in altri luoghi e tempi.
Ancora risuonano le esplosioni dei pacchi-bomba utilizzati dagli anarchici irriducibili negli USA negli anni ‘20, il pacco con esplosivi inviato al carceriere responsabile delle torture all’anarchico Simón Radowitzky in Argentina o gli attacchi degli ultimi decenni in Italia e in Grecia.
Comprendiamo che l’unico modo per rimanere in vita è quello di colpire gli oppressori. Sappiamo che il potere non cadrà con questi attacchi, ma ciò non significa che resteremo inermi, con le mani in mano. Colpiamo perché non contempliamo la passività cittadina nelle nostre vite. Ci allontaniamo dalle strutture formali di combattimento per prendere nelle nostre mani, riuniti per affinità, il piacere dell’attacco.
Insieme agli esplosivi, questa spedizione contiene un ardente abbraccio per rubare un sorriso a coloro che sono sequestrati dallo Stato: Juan Aliste, Marcelo Villarroel, Juan Flores, Joaquín García, Sol Vergara e i prigionieri delle carceri in Italia, Grecia e Russia. Non li dimentichiamo.
Cerchiamo di contribuire al multiforme conflitto contro il potere. A coloro che costruiscono bottiglie molotov, pianificano attacchi, preparano barricate e blocchi stradali, costruiscono esplosivi, controllano i prossimi obiettivi, dedicano tempo e immaginazione ai nuovi attacchi contro il dominio. L’appello è ad estendere e qualificare la portata delle nostre incursioni offensive.
I potenti sono in carne e ossa, sono identificabili, vulnerabili e distruttibili… Andiamo a prenderli.
Estendiamo i nostri limiti d’attacco: possiamo sempre andare oltre.
Scateniamo le ostilità distruttive!
CÓMPLICES SEDICIOSOS / FRACCIÓN POR LA VENGANZA
[Pubblicato in spagnolo ai link https://es-contrainfo.espiv.net/2019/07/29/santiago-chile-adjudicacion-de-atentados-con-paquetes-bomba-contra-rodrigo-hinzpeter-y-el-mayor-de-carabineros-manuel-guzman/, 29 luglio 2019, e https://noticiasdelaguerrasocial.wordpress.com/2019/08/07/paquetes-bomba-contra-una-comisaria-y-un-ex-ministro-del-interior-comunicado-de-complices-sediciosos-fraccion-por-la-venganza/, 7 agosto 2019].
Nota di “Noticias de la guerra social” sulle azioni dei Cómplices Sediciosos – Fracción por la Venganza
Il 25 luglio 2019 una forte esplosione ha scosso il 54° commissariato di polizia di Huechuraba, in particolare gli uffici del maggiore Manuel Guzmán Hernández, ferendolo gravemente insieme ad altri sette agenti.
Il motivo? Un pacco-bomba composto da polvere da sparo industriale è esploso nelle mani del poliziotto, distruggendo parte del suo ufficio, lasciando tre poliziotti gravemente feriti e altri cinque con lesioni di media gravità. Diversi vigili del fuoco, elicotteri e forze speciali di polizia sono arrivati nel luogo.
Allo stesso tempo un altro pacco è arrivato negli uffici del gruppo Quiñenco, situata nel ricco quartiere di Las Condes; il pacco è riuscito a passare inosservato alla macchina a raggi X ed è stato infine depositato sulla sedia di Rodrigo Hinzpeter, attuale dirigente dell’azienda e noto per la brutalità con cui ha esercitato il suo ruolo come ex ministro dell’interno e della difesa.
L’ordigno consisteva in mezzo chilo di dinamite e non si è attivato perché, secondo lo stesso Hinzpeter, nonostante sia abituato ad aprire i pacchi appena arrivano, ha deciso di posticiparne l’apertura a seguito del pranzo.
Dopo l’esplosione alla stazione di polizia, la polizia e i servizi segreti hanno individuato rapidamente il mittente e ordinato un’indagine per verificare se fosse stato spedito un altro pacco, rendendosi conto solo allora che il pacco in questione era in attesa di essere aperto negli uffici di Quiñenco.
Il personale del GOPE (Grupo de Operaciones Policiales Especiales) ha proceduto rapidamente a disattivare e neutralizzare il pacco-bomba con l’esplosivo ad alto potenziale contenuto all’interno.
Durante tutta la giornata i mass-media hanno trasmesso le informazioni man mano che accadevano, così come le dichiarazioni dei diversi esponenti del governo. La caserma dei carabineros attaccata e gli agenti feriti sono stati visitati dal presidente Sebastián Piñera in persona e da vari funzionari di polizia che hanno annunciato che i responsabili degli attacchi saranno perseguiti secondo la legge antiterrorismo.
Tramite varie testate giornalistiche e alla televisione nazionale il presidente ha detto che stavano affrontando «un nemico molto potente». Il comandante generale dei carabineros, Mario Rozas, ha riconosciuto che l’attacco «è stato un colpo per la nostra istituzione».
L’apparato statale ha cercato di approfittare di questo attacco chiedendo per i prossimi giorni un voto su una riforma della legge antiterrorismo, riforma che permetterà di avere agenti sotto copertura, provocatori e uno stretto controllo delle spedizioni postali.
L’indagine per entrambi gli attacchi è stata lasciata nelle mani della Fiscalía Sur (procura del sud), sedicenti esperti in attacchi esplosivi e incendiari.
[Pubblicato in spagnolo al linkhttps://noticiasdelaguerrasocial.wordpress.com/2019/08/07/paquetes-bomba-contra-una-comisaria-y-un-ex-ministro-del-interior-comunicado-de-complices-sediciosos-fraccion-por-la-venganza/, 7 agosto 2019].
Duplice attacco esplosivo al quartiere dei ricchi per l’espansione della rivolta
Rivendichiamo la collocazione di due ordigni esplosivi nelle dipendenze dell’immobiliare Transoceánica situate in viale Santa María 5888 nella municipalità di Vitacura. Un’ora e mezza di preavviso è stata data telefonicamente al caffè Kant situato all’interno dell’agenzia immobiliare, ai carabineros e alla radio Cooperativa affinché lo spazio fosse sgomberato in modo da non coinvolgere le persone che transitano e/o lavorano nel settore perché non erano queste l’obiettivo dell’azione. Gli ordigni erano programmati a mezz’ora di distanza l’uno dall’altro, in modo che il primo scuotesse la normalità del quartiere borghese e il secondo, abbastanza potente, esplodesse negli istanti in cui i vili violentatori del GOPE fossero stati presenti sul posto, sperando che, almeno uno tra questi, fosse stato il più vicino possibile in modo da saltare in aria.
La rivolta iniziata il 18 ottobre 2019 si è appropriata di tutti gli spazi e gli scenari. Nessuno è riuscito a starne alla larga perché è ovunque, in ogni angolo delle città e in ogni ambito delle nostre relazioni. Niente è più come prima, niente sarà più come prima. Il desiderio di distruggere questo mondo così come lo conosciamo è qui per restare. Anche i quartieri dei ricchi e dei potenti, dei sostenitori e dei privilegiati di questo ordine, sono stati il bersaglio della potenza di questa rivolta che nelle sue molteplici pratiche incendiarie ha saputo riconoscere i propri nemici. I saccheggi nei centri commerciali della ricca borghesia, le barricate nei quartieri agiati, nelle grandi città, gli incendi dei negozi e dei veicoli di lusso sono solo alcuni degli esempi di come l’irruzione violenta, piuttosto che giungere e bussare alle porte dei potenti, li abbia distrutti.
Questa azione mira ad intensificare tale irruzione. È la continuazione di quella valanga di odio e di vendetta che ha flagellato i potenti nelle prime settimane della rivolta e che cerca senza esitazioni di instillare paura tra coloro che vivono della miseria altrui. La complicità diretta tra la grande imprenditoria e gli organismi repressivi è un altro aspetto del potere che si è reso evidente in questi mesi di rivolta, dove i primi hanno finanziato e sostenuto le infrastrutture che non sono riuscite a fermare i rivoltosi, come i muri di cemento installati nell’Alameda per proteggere il monumento e la chiesa della truppa degli stupratori in uniforme. D’altra parte, osservare la protezione che i militari e i carabineros hanno fornito nei quartieri borghesi non è il risultato di un’analisi meticolosa. Una protezione che oggi è stata infranta di nuovo. Voi, uomini d’affari e repressori, sapete perfettamente cosa stiamo dicendo. In ogni abbraccio che vi stringete nelle vostre ridicole marce e processioni, negli uffici e nelle caserme dove vengono pianificate le mutilazioni, le uccisioni e gli stupri, si forgia quell’alleanza nefasta che oggi cerca disperatamente di estinguere il fuoco incontrollato della rivolta. Questo duplice attacco esplosivo si rivolge a entrambi i lati di quella complicità marcescente; rompendo, anche solo per un istante, con la comoda vita pacifica dei benestanti e danneggiando gli agenti della repressione con l’annientante sorpresa.
Riteniamo che non sia necessario entrare nel dettaglio del luogo specifico dell’edificio oggetto dell’azione perché è la quotidianità del quartiere nel suo insieme che si intende alterare. Tuttavia, non è superfluo dire che il luogo scelto si trova a pochi metri di distanza dal fogliaccio borghese “El Mercurio”, così come che la famiglia Schiess Schmitz, proprietaria della società immobiliare Transoceánica, è uno dei gruppi economici più importanti e influenti di questo paese. Hanno costruito abitazioni e progetti di lusso nei quartieri più agiati di Santiago, insieme ad altri centri ricreativi destinati al divertimento dell’élite.
La rivolta sabota permanentemente la normalità, la frantuma, rompendo catene che sembravano eterne, dimostrando la vulnerabilità dello Stato e dell’imprenditoria capitalista. Nonostante ciò, pensiamo di poter andare oltre moltiplicando attacchi armati e selettivi contro i nostri nemici, contro il potere in tutte le sue forme, facendo parte di questa massiccia e generalizzata burrasca attraverso azioni di guerriglia urbana, preparandoci nella pratica ad affrontare l’intensificarsi della repressione. Ed è attraverso il combattimento anarchico che contribuiamo alla propagazione della rivolta, scommettendo nel portare la conflittualità a limiti insospettabili, negando con i fatti qualsiasi accordo di pace e costituzione che pretenda dirigere le nostre vite. E per gli stupidi opinionisti della guerra sociale che etichetteranno questa azione come una messinscena, sappiate che le vostre opinioni non fanno altro che rafforzare lo Stato invalidando e disconoscendo le potenzialità e la portata dell’offensiva della nuova guerriglia urbana.
Non abbandoniamo la strada, distruggiamo ciò che ci opprime, facciamo saltare in aria i quartieri della borghesia.
Afinidades Armadas en Revuelta
[Pubblicato in spagnolo ai link https://es-contrainfo.espiv.net/2020/02/28/comuna-vitacura-chile-colocacion-de-dos-artefactos-explosivos/, 28 febbraio 2020, e https://noticiasdelaguerrasocial.wordpress.com/2020/03/14/doble-ataque-explosivo-en-vitacura-comunicado-de-afinidades-armadas-en-revuelta/, 14 marzo 2020].
Nota di “Noticias de la guerra social” sull’azione delle Afinidades Armadas en Revuelta
Verso mezzogiorno di giovedì 27 febbraio 2020 una forte esplosione ha scosso i giardini dell’edificio Tánica nella municipalità di Vitacura. Trenta minuti dopo una seconda esplosione ancora più intensa ha scosso tutta l’area borghese a pochi isolati dalla casa dell’ex ministro Andres Chadwick.
Le due deflagrazioni sono state prodotte da due differenti ordigni esplosivi artigianali; un estintore da un chilo e una pentola a pressione da dieci litri, entrambi attivati da un sistema a orologeria e riempiti di polvere nera, come riportato dalla stampa.
Qualche momento prima, una telefonata ad un caffè vicino aveva allertato dell’esistenza di una bomba, e secondo le Afinidades Armadas en Revuelta – il gruppo che ha rivendicato l’attacco – anche la polizia e una stazione radio hanno ricevuto delle telefonate di avvertimento. Tra gli obiettivi, quello che a seguito della prima deflagrazione il personale del GOPE arrivasse e venisse quindi attinto dalla seconda ed ultima esplosione.
Questa nuova azione giunge in un contesto di aperta rivolta nel territorio dominato dallo Stato cileno. La Fiscalía Sur (procura del sud), sedicente specialista in questo tipo di attacchi, è di nuovo incaricata dell’indagine. Secondo le prime indagini, verso le 10:00 del mattino una persona che portava con sé gli ordigni esplosivi sarebbe entrata nell’edificio, ma «il soggetto appare travestito, cercando così di evitare che sia facilmente identificabile». Gli agenti della DIPOLCAR (la Dirección de Inteligencia de Carabineros de Chile) sono incaricati del procedimento, ma finora non sono stati effettuati arresti.
Il giorno seguente il presidente Piñera ha incontrato il ministro dell’interno Gonzalo Blumel e il sottosegretario alla prevenzione del crimine Katherine Martorell per discutere degli ordigni a Vitacura, mentre cercano di imporre normalità e ordine nelle strade sempre più infuocate.
[Pubblicato in spagnolo al link https://noticiasdelaguerrasocial.wordpress.com/2020/03/14/doble-ataque-explosivo-en-vitacura-comunicado-de-afinidades-armadas-en-revuelta/, 14 marzo 2020].