Lombardia: Comunicato sulle perquisizioni del 22 ottobre e sull’avviso orale aggravato

COMUNICATO SULLE PERQUISIZIONI DEL 22 OTTOBRE

*80 VOGLIA DI ANARCHIA*

Questa mattina, 22 ottobre, all’alba due case di nostri compagni sono state perquisite dalla Digos di Milano e Varese in riferimento alla piazza dello scorso sabato 16 ottobre a Milano. Il corteo aveva visto la partecipazione, secondo i media, di circa 30 mila persone, con nel finale alcune cariche a freddo delle forze dell’ordine. I reati con cui hanno giustificato le perquisizioni sono:

– art. 110 e 610, concorso in violenza privata

– art. 110 e 415, istigazione a disobbedire alle leggi

– art. 110 e 340, concorso in interruzione di pubblico servizio

– 18 TULPS, manifestazione non autorizzata

Le perquisizioni hanno avuto come principale finalità il sequestro della “rete informatica finalizzata al mantenimento dei contatti tra gli appartenenti ai gruppi anarchici e gli stessi gruppi No Vax”; in sostanza cellulari e pc alla ricerca di messaggi, volantini, flyer e materiale vario (da notare come gli scribacchini chiamino No Vax le persone che si oppongono al lasciapassare verde). L’operazione è stata diretta dalla sezione dell’antiterrorismo di Milano, a seguito delle dichiarazioni alla Camera della Ministra dell’Interno Lamorgese, la quale, dopo aver oscillato (o scivolato) sul moto ondulatorio di un blindato della celere, dichiarava come 80 presunti anarchici saronnesi avrebbero provato ad aizzare la folla presente in piazza. La natura di questa operazione che abbraccia Polizia e comunicazione mass-mediatica mira a intimidire e dividere.

Intimidire perchè le misure contro chi lotta da sempre hanno questa principale finalità, in particolare in una situazione imprevedibile come quella di queste ultime settimane, con pressioni costanti della Digos durante i cortei culminate nell’accusare un compagno, durante un momento concitato, di essere un infiltrato della Polizia -la dice lunga il fatto che persino la Polizia, per screditare una persona, la accusi di essere uno sbirro. Non a caso durante una delle tre perquisizioni è stato notificato anche un foglio di via di due anni da Milano, non riguardante le piazze di queste ultime settimane, come già accaduto con l’avviso orale aggravato dato a un nostro compagno lo scorso agosto (alleghiamo il comunicato a riguardo). Quale momento migliore per lo Stato per sommergerci di carte questurine, se non quando contenuti e pratiche anarchiche potrebbero attecchire?

Dividere perchè in piazze basate sul rapporto uno a uno, che tendono a rifiutare le divisioni fittizie e le categorie militanti, lo Stato ha tutto il vantaggio nel ricrearle. Nonostante le evidenti contraddizioni in seno a queste piazze, possiamo immaginare (riferendoci in particolare alla piazza di Milano) lo spaesamento poliziesco di fronte a una mobililitazione disomogena e diosorganizzata, senza capo nè coda, letteralmente. Da qui il bisogno di dare nomi, volti, ruoli e soprattuto capi, a un movimento contro cui altrimenti non avrebbero saputo come intervenire se non con azioni di forza che al momento, ad esclusione di Trieste, non sembrano volersi assumere. Proprio a vent’anni da Genova, a Trieste è stata rispolverata la categoria del /black bloc/, vero e proprio spauracchio che ha portato alla cancellazione del corteo ufficiale di sabato 23 ottobre.

Come ribaltare lo spauracchio?

In Italia l’assenza ormai decennale del conflitto sociale come strada percorribile collettivamente dagli oppressi, la sua mostrificazione giornalistica ed infine la stereotipizzazione delle parti in causa sono un grosso rimosso collettivo. In un contesto mondiale di moti di piazza, fuori dalla politica istituzionale ma anche dal movimentismo, sentiamo urgente interrogarci sui limiti e le possibilità della rivolta. Rimangono certo aperte numerose questioni, che però l’avanzare della Storia ci impone di affrontare, pena la resa totale all’inoffensività.

Vogliono intimidire e dividere?
Rilanciamo: ci vediamo _*sabato 13 novembre in piazza a Saronno*_.
Contro il green pass
Contro la repressione
Contro l’aumento dei prezzi
Contro le morti e lo sfruttamento del lavoro
*PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE!*

Seguiranno info.

P.S: 80?!?

Collettivo Adespota

 

 

AVVISO ORALE AGGRAVATO
Qualche settimana fa ad un nostro compagno è stato notificato dalla Digos di Varese un “Avviso 
Orale aggravato”.
Diversamente dal classico Avviso Orale che invita “solamente” a mantenere una condotta conforme 
alla Legge (e che potrebbe essere propedeutico alla sorveglianza speciale), l’aggravante consiste nell’aggiunta di alcune imposizioni emanate dalla Questura.
Trascriviamo testualmente ciò che viene riportato:

“Impone: a xxx xxx il divieto di possedere o utilizzare, in tutto o in parte, indumenti e accessori per
la protezione balistica individuale, mezzi di trasporto blindati o modificati al fine di aumentarne la potenza o la capacità offensiva, ovvero comunque predisposti al fine di sottrarsi ai controlli di polizia, armi a modesta capacità offensiva, riproduzioni di armi di qualsiasi tipo, compresi giocattoli riproducenti armi, altre armi o strumenti, in libera vendita, in grado di nebulizzare liquidi o miscele irritanti non idonei ad arrecare offesa alle persone, prodotti pirotecnici di qualsiasi tipo, nonché sostanze infiammabili ed altri mezzi comunque idonei a provocare lo sprigionarsi delle fiamme”.
Il tutto viene condito con la solita narrazione della “pericolosità sociale”, citando una recente
condanna in definitivo e innumerevoli precedenti penali e di polizia dal 2013 ad oggi, tutti riguardanti manifestazioni o situazioni di lotta avvenute negli ultimi anni tra la provincia di Varese, Milano, Torino, Monza e Como.
Non avevamo mai avuto a che fare con una misura del genere, e per quel che ci è dato capire ci
sembra possa essere considerata un avviamento alla sorveglianza speciale, infatti, seppur in misura meno afflittiva, questo tipo di avviso orale non si limita a invitare a un improbabile ravvedimento, ma inizia a limitare in maniera arbitraria la libertà individuale della persona di turno.
Il fatto che questa nuova misura sia stata notifica a margine di un momento di piazza a Busto
Arsizio contro il green pass rinverdisce l’idea per cui il fine di tali misure sia esattamente allontanare e limitare i compagni dai contesti sociali potenzialmente critici per chi deve gestire l’ordine. A condimento del tutto le solite manfrine della Digos su cui ci pare inutile soffermarci.
Non saranno di certo della carta straccia questurina o qualche avance sbirresca a farci cambiare
rotta.
Il periodo che stiamo vivendo è molto particolare, è palese come la presenza, in diversi contesti di
piazza, di chi tende a portare un approccio libertario, continuità organizzativa, praticità e discorsi di critica radicale preoccupi lorsignori e sgherri.
La carta è solo carta, la carta brucerà si cantava, e vale tanto per l’avviso orale quanto per il green
pass.
Collettivo Adespota