Milano: Resoconto del corteo dell’11 Luglio e invito ad un’assemblea
Riceviamo e diffondiamo:
MILANO
-Resoconto corteo 11 luglio a Milano e invito all’assemblea pubblica VENERDI’ 16 LUGLIO alle ore 18 al PARCO BADEN-POWELL-
Domenica 11 luglio il centro di Milano è stato animato da due manifestazioni.
Intorno alle 14 si è formato un cerchio di persone affianco al monumento di Piazza XXIV Maggio. Era l’inizio di un presidio in contrasto al razzismo sistemico di Stato e polizia, organizzato da persone nere e razzializzate stufe marce di subire le angherie poliziesche. Da una cassa con microfono, a turno, diversi partecipanti hanno raccontato le loro esperienze di razzismo e discriminazione. Coraggiosamente, anche chi in prima persona ha vissuto il raccapricciante episodio di violenza poliziesca davanti al McDonald’s la mattina del 28 giugno ha portato la propria testimonianza.
Gli sbirri come al solito si sono comportati in modo indegno. Evidentemente preoccupati per la determinazione e la coscienza politica dimostrata dai partecipanti al presidio hanno deciso di schierare uno spropositato numero di camionette e di digotti. La digos, con fare stupido e sprezzante, rideva in faccia ai manifestanti. C’è ben poco di risibile nel razzismo sistemico delle istituzioni, è chiaro a tutti, e l’unico scopo del loro irritante atteggiamento era rimarcare la loro vicinanza ideologica ai colleghi che hanno pestato dei ragazzi neri per motivi puramente razziali.
Terminato il presidio, verso le 17, si è formato un nuovo concentramento, tante le persone presenti anche all’iniziativa precedente. Poco tempo dopo prende vita un corteo contro le violenze della polizia, che parte dalla Darsena e si dirige al carcere. C’erano almeno 200 persone, con età e storie diverse, con volti conosciuti o nuovissimi, ma mosse dallo stesso obiettivo.
È girata voce che la digos abbia tentato di ricattare squallidamente le persone coinvolte nell’organizzazione dell’iniziativa antirazzista, minacciando di addossare loro la colpa di “eventuali disordini” del corteo qualora si fossero azzardati a parteciparvi. Questi i fatti: il giorno prima la digos telefona con fare mafioso a chi ha organizzato il presidio precedente, intimando loro di non prendere parte al corteo e di convincere i propri compagni a fare altrettanto, pena l’attribuzione di ogni azione violenta o sgradita che si sarebbe potuta verificare.
Senza ormai alcuna remora la polizia ricatta la gente per telefono, utilizzando spudoratamente metodi non solo illegali ma anche decisamente antidemocratici per tarpare le ali alla lotta politica, rivelando la vera natura del loro ruolo sociale.
Com’è naturale, qualcunə si è spaventatə e ha deciso di non prendere parte all’iniziativa, moltɜ altrɜ invece sono restatɜ ancora più determinatɜ ed incazzatɜ.
La testa del corteo si apre con uno striscione che recita: “Mele marce? Abbattiamo l’albero. Contro le violenze della polizia”.
Si sono susseguiti numerosi interventi che hanno ricordato ciò che è accaduto dietro le mura di Santa Maria Capua Vetere, dei morti di Modena e di episodi analoghi avvenuti in tutte le altre carceri d’Italia. Una forte voce si è sollevata anche contro la gestione sempre più repressiva della socialità e della vita quotidiana, i fatti avvenuti in Darsena e alle Colonne di San Lorenzo sono stati solo alcuni degli esempi citati.
È stato un corteo partecipato e variegato che, passando dalla vie del centro fino ad arrivare sotto alle mura del carcere di San Vittore per portare un caloroso saluto a chi vi è rinchiuso, ha saputo dare una piccola ma coraggiosa e decisa risposta a una pericolosa ed inquietante tendenza che non deve assolutamente venire normalizzata.
Le forze di polizia sembrano dirci che possono permettersi, nel deserto di socialità e nello stato di continua emergenza assicurato dalla pandemia, ogni tipo di azione, sicuri dell’impunità e dell’approvazione di politici, giornalisti e benpensanti.
È necessario e urgente alzare la testa e non rimanere indifferenti.
Questo 11 luglio è stato un piccolo passo, la strada da fare è ancora lunga.
Quando siamo solɜ ci picchiano, quando ci organizziamo ci minacciano, ci ricattano e tentano di dividerci. Noi non ci lasceremo intimidire tanto facilmente, siamo compagnɜ e complici, non lasceremo nessunɜ indietro e affronteremo la violenza dello Stato insieme, a testa alta.
La nostra volontà è quella di ampliare sempre più la partecipazione e coinvolgere tuttɜ coloro abbiano a cuore questa tematica.
L’invito dunque è per un’assemblea pubblica VENERDI’ 16 LUGLIO alle ore 18 al PARCO BADEN-POWELL, nel prato di fronte all’ostello Combo, per discuterne assieme e formulare proposte di lotta. Teniamoci in contatto, andiamo avanti e non molliamo!