Rovereto: Su vaccini, libera scelta e altre cose
volantino distribuito al personale sanitario dell’ospedale di Rovereto. Stando alla stampa locale, ad aver rifiutato la vaccinazione in Trentino sono circa 700 operatori sanitari
Su vaccini, libera scelta e altre cose
Dopo un anno di Emergenza Covid-19, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che tutto quello che le istituzioni non hanno fatto per affrontare questa epidemia ci è stato e ci viene letteralmente rovesciato addosso sotto forma di limitazioni sempre più pesanti della nostra libertà.
Lasciamo perdere qui le cause strutturali della diffusione del virus (deforestazione, sconvolgimenti climatici, allevamenti intensivi, aggressione chimica al nostro sistema immunitario…), che non sono state nemmeno prese in considerazione. Parliamo del sistema sanitario e di quello a cui è stato ridotto da un trentennio di tagli, privatizzazioni e aziendalizzazione. Se affrontati per tempo a domicilio, i sintomi del Covid non degenerano quasi mai in forme gravi. Se le terapie intensive si sono riempite in modo drammatico, questo non è solo dovuto al taglio dei posti letto operato negli anni, ma proprio perché non si è intervenuti a monte per via di politiche sanitarie ben precise. I tanti medici di base che non hanno seguìto i protocolli ministeriali hanno avuto pochissimi pazienti ricoverati e nessun morto. Dalle istituzioni hanno ricevuto solo ostacoli. Se una dottoressa bergamasca non avesse contravvenuto alla direttiva del Ministero della Salute che scoraggiava di fare le autopsie, quanti morti per trombo-embolia in più ci sarebbero stati a causa delle prime terapie sbagliate? Quanti – anziani ma anche giovani – finiscono attaccati all’ossigeno perché nei dieci giorni precedenti non hanno visto nessun medico? Perché l’enorme dispiegamento logistico per le vaccinazioni non è stato nemmeno lontanamente disposto per le cure domiciliari?
Il motivo non è misterioso. Se si abolisce ogni idea di cura dal dibattito pubblico, in nome della salute (e della paura) si possono imporre le misure più autoritarie senza incontrare alcuna resistenza. Se il Covid “non si può curare” (cosa smentita dall’esperienza di centinaia di medici di base) cosa rimane? La vaccinazione di massa come unico rimedio.
Che poi siano vaccini basati sull’ingegneria genetica; che i loro effetti a medio-lungo termine siano del tutto sconosciuti; che essi non proteggano il vaccinato dal Covid (lo immunizzano forse dalle sue forme più gravi); che non garantiscano che il vaccinato non contagi altre persone; che abbiano una durata limitata nel tempo (tre mesi? sei mesi?, non lo sanno nemmeno i loro sviluppatori) – sono tutti aspetti di cui è vietato parlare.
E così, dopo averli chiamati “eroi”, ora il governo emana l’ennesimo decreto, questa volta per imporre la vaccinazione a quelle migliaia di operatori sanitari che la rifiutano. Lo ripetiamo (sapendo che nessuno può smentirci): anche i vaccinati possono trasmettere il virus. Ma è così comodo scaricare la colpa del disastro sanitario su chi non prende per oro colato le indicazioni dei comitati tecno-scientifici!
Visto che nessuna voce si leva in difesa dei “mostri” che rifiutano questi vaccini, lo facciamo noi. Primo, perché siamo per la libera scelta, e ci fa orrore ogni passo avanti verso la medicalizzazione forzata. Secondo, perché la somministrazione di vaccini i cui effetti non sono noti è una vera e propria sperimentazione di massa. Terzo, perché ciò di cui abbiamo bisogno non sono i prodotti del bricolage biotecnologico, bensì una medicina del territorio e di prevenzione, una medicina che si confronti con la popolazione e che sia da questa sostenuta.
Ne abbiamo abbastanza delle dichiarazioni a senso unico dell’OMS, dei comitati tecno-scientifici, dei dirigenti dell’Istituto Italiano di Sanità e ora persino dei generali!
Vogliamo ascoltare i nostri medici! Vogliamo sentir parlare di cosa fare quando insorgono i sintomi del Covid! Di come curarci! Di come renderci collettivamente più sani! Vogliamo spazi pubblici di confronto!
Libertà e salute si difendono o si perdono insieme.
Rovereto, 31 marzo 2021
Collettivo salute e libertà