Bencivenga: Due giorni benefit Prigionierx Anarchicx AGGIORNATO
LA SALUTE È IN NOI
due giornate né sane né sanitarie
10-11 Aprile 2021 BENCIVENGA OCCUPATO
Discutendo tra compagne e compagni, ci si è trovatx sul desiderio di confronto e scambio di pratiche riguardanti il corpo, la salute e, quindi, della cura. Necessità accentuata dalla situazione attuale della cosidetta pandemia e intensificazione della repressione sanitar-militare.
Sono molteplici e complessi gli sviluppi di un ipotetico discorso in questo senso e la questione ha origine anche proprio dalla voglia di condividere e discutere sul glossario utilizzato, dalle parole.
Cosa vuol dire stare bene?
Quale è la narrazione che vogliamo dei nostri corpi?
A noi piace considerarli insiemi di anatomie, menti e psiche, ognuno unicum di molteplici incontri e scontri con se stessx e con ciò che lo circonda.
Tendiamo ad avvininarci ad un concetto di salute come capacità innata del corpo di relazionarsi con l’ambiente, nelle sue diverse componenti, e di resistere, combattere e compensare gli influssi nocivi, gli stress quotidiani ed occasionali della vita.
Di quali strumenti quindi, possiamo dotarci per ascoltare questa attitudine innata? E come possiamo coltivarla?
Consapevolx della diffusione del processo di devastazione degli ambienti, di avere una visione derivata dal contesto occidentale europeo e della mercificazione della vita che comporta la monetizzazione di ogni suo aspetto, consci dello sradicamento dei saperi sulla cura per citare solo alcuni dei limiti dai quali partiamo. Restiamo determinatx a non voler delegare la salute al solo sistema di medicalizzazione, ampiamente sponsorizzato dalle aziende/industrie tecno-farmaco-petrol-chimiche, imposto dalla società capitalista neocolonialista.
Un sistema che vede il corpo come un involucro di parti sconnesse tra loro e dal resto di ciò che forma il nostro sè, un caso da inserire in protocolli standardizzati, qualcosa che non riguarda in primis noi stessx e che non si possa autodeterminare, ma d’affidare in toto al medico specialista o al farmaco miracoloso di turno, seguendo acriticamente le verità scientifiche in voga, al fine di un controllo morboso dipendente.
Un corpo pronto a produrre e consumare nell’eterna rincorsa ad adempiere i canoni prefissati. Un corpo pronto al sacrificio, senza invecchiare mai, in una (im)possibile ricerca di immortalità. Un corpo che se sta male e presenta squilibri se ne tamponano i sintomi anzichè ricercarne la causa, in cui l’attenzione per focalizzare l’estetica non pone più caso all’etica dell’agire.
Non è contemplato il potersi fermare; perciò ci si allontana dal dolore, dal prendersi il tempo a sè e per sè.
In questa continua ricerca del benessere indotto è presto fatto somatizzare o eludere il disagio dovuto al vivere in questa società, anche grazie agli innumerevoli palliativi concessi.
Insomma un fiume di questioni che in un qualche modo ci attraversano e che vorremmo sviscerare in questa due giorni al Bencivenga Occupato e creare momenti e spazi conviviali aprendosi alla discussione, considerando che quanto è complesso il sistema di dominio, lo è la nostra critica e la nostra tensione distruttiva e creativa.
Una due giorni di trattamenti, laboratori di erboristeria e pratiche corporee, di massaggi nel riconoscimento e consenso reciproco, mangiando cibi buoni autoprodotti o fugacemente sottratti ai templi dell’economia verde, facendoci tintinnare le ossa con i nervi al suono di musiche popolari.
Il tutto volto a sostenere x compagnx anarchicx sequestratx dallo Stato.
Due giornate nè sane nè sanitarie per sottolineare che sputiamo sul culto del corpo sano d’epoca fascista ma anche su quello sanitario in stile 2020.
Il nome è ispirato al fil-rouge che ci collega alla storia dell’anarchismo d’azione. Prende spunto dagli anarchici Sacco e Vanzetti che scrissero ax loro compagnx: “Il giorno dell’esecuzione si avvicina e i prigionieri avvertono: la salute è in voi!”(1916). Quest’esortazione a non lasciarsi abbattere dalla ferocia della repressione e continuare la lotta e gli attacchi contro l’oppressione e chi la incarna ha un chiaro riferimento. La salute è in voi infatti è il titolo di un noto libricino, in circolazione all’inizio del ‘900, contenente, come recitava una recensione dell’epoca, la limpida e inesorabile chiarezza della formula chimica che raggiunge i simboli dell’onnipotenza borghese.
Un manuale con “formule semplici, pratiche e sperimentali” poiché attaccare il sistema nocivo può solo che far bene!
E andrà tutto bene solo quando la salute sarà in noi.