TikTok e la disciplina dei contenuti online, esperimenti a Denver e altro
Dalla puntata del 1 marzo 2021 di Bello Come Una Prigione Che Brucia
Per ascoltare gli audio della puntata andare al link sopra
BREVI
Franco Gabrielli viene nominato sottosegretario con delega ai Servizi Segreti in un momento di transizione tra la “lotta al terrorismo” che ha caratterizzato l’ultimo decennio e la cybersecurity elevata a principale minaccia nazionale.
Proseguono i processi e le inchieste contro detenute e detenuti coinvolti nelle rivolte della scorsa primavera. A margine una breve notizia dall’Ecuador: una guerra tra gruppi criminali in carcere che restituisce gli interessi delle mafie sul mondo delle galere.
Dal Cile – Wallmapu arriva la denuncia di Victor Montegro, 17enne torturato in carcere per fare pressione sul padre, Manuel Montenegro, sindacalista e prigioniero politico.
Da Torino arriva la notizia del pestaggio di un detenuto mentre si trovava in tribunale.
Passando per alcuni casi di abbandono sanitario in carcere, andiamo a parlare dell’approccio muscolare da parte delle FFOO nell’affrontare situazioni critiche che coinvolgono persone con sofferenza psichica.
DENVER – STAR TEAM
Divise e pistole spianate contro persone in crisi psicotica, centinaia di chiamate di intervento per fenomeni che riguardano problemi psichici e sociali; interventi che spesso sfociano in esecuzioni o arresti. Mentre i sindacati delle FFOO italiane richiedono ancora più Taser, a Denver stanno tentando un’altra strada: “e se per alcuni problemi non chiamassimo gli sbirri?”.
Pur con uno sguardo critico, andiamo a osservare l’esperimento della squadra STAR di Denver: operatori sociali invece di divise. Una sperimentazione che ha evitato diverse centinaia di arresti e potenziali sparatorie.
MARKETING REPRESSIVO, SORVEGLIANZA E TIKTOK
Le relazioni tra l’industria della repressione e della sorveglianza occidentale e quella cinese sono molto meno ostili di quanto possa apparire. Europa e UK importano tecnologie sorveglianti cinesi, gli USA vendono armi less-then-lethal alla repressione di Pechino [1]. Intanto, partendo dalla testimonianza di un addetto alla censura di Bytedance (TikTok), riflettiamo su quanto le possibilità di controllo dei contenuti online – e quindi di manipolazione della memoria e delle narrazioni individuali e collettive – sia un problema che ci riguarda da vicino [2].
[1] LESS THEN LETHAL
Riproponiamo un estratto dalla puntata del 6 luglio 2020 in cui si approfondisce la fornitura delle armi less-than-lethal statunitensi alle forze repressive di Hong Kong, con un focus sulle tecnologie messe in campo, le strategie di marketing (mock prison riots), i diversi munizionamenti e le loro funzioni (somministrazione dolore, irritanti/lacrimogeni, marcatura dei manifestanti).
[2] CENSURA DEI CONTENUTI “TERRORISTICI” NEL WEB EUROPEO
La Commissione LIBE del Parlamento Europeo ha votato un nuovo regolamento per contrastare
la diffusione di “contenuti terroristici” online, senza alcuna definizione chiara e circoscritta di cosa possa rientrare in quella fattispecie. Una qualunque questura europea potrà richiedere la rimozione di un post, di un articolo o di un’immagine, senza necessità di un mandato e lasciando un’ora di tempo prima che scattino le sanzioni: un’evidente minaccia per la controinformazione autogestita.
Ne parliamo con Riccardo Coluccini.