Trivelle del Tav in Trentino, riparte la mobilitazione+Manifesto camminata del 17.01
Trivelle del Tav in Trentino, riparte la mobilitazione
Nella terza settimana di novembre, voci di corridoio parlano di una trivella al Casteller (area protetta a sud di Trento, nei pressi di Mattarello) legata ai sondaggi per il TAV. La notizia è confermata sia dalla presenza consistente di Celere, carabinieri e Guardia di Finanza dentro e fuori dell’area, sia da un verbale rilasciato a un compagno fermato e portato in Questura mentre camminava in quella zona. Si decide così di lanciare, per domenica 24 novembre, un appuntamento pubblico nella piazza di Mattarello. Nonostante i timori legati al Covid e le ordinanze “anti-assembramento”, partecipano una sessantina di persone. La giornata si svolge tra interventi informativi in paese e camminate attorno alle recinzioni del Casteller, grazie alle quali si vede il punto esatto dov’è posizionata la trivella. L’appuntamento a Mattarello, nella settimana successiva, diventa quotidiano. In un’occasione, la passeggiata attorno all’area recintata (che è molto vasta) si trasforma nel blocco di uno dei mezzi che devono entrare per lavorare; il blocco permette di scoprire che a eseguire i sondaggi è una ditta di Bolzano, la Geo Land. La mobilitazione costringe Comune e Provincia di Trento a dire che il carotaggio al Casteller (ormai concluso) fa parte di una serie di studi geognostici e che la trivellazione successiva è prevista a Povo (sopra Trento). Così, dopo un’ultima giornata a Mattarello, con qualche incursione dentro l’area del Casteller e l’uso di un drone da parte della polizia, viene lanciata un’assemblea pubblica in un parco di Povo, dove si decidono alcune iniziative tra cui la camminata no tav prevista per il 10 gennaio da Mattarello a Trento. Nel frattempo, di fronte alla sfacciata nomina di “Mister TAV” (Ezio Facchin) quale assessore alla mobilità e alla “transizione ecologica”, il 2 dicembre si svolge un partecipato presidio davanti al Comune, circondato da un imponente dispiegamento di Celere.
Per dare un po’ l’idea del confronto emerso nella varie discussioni, ecco un paio di interventi letti davanti al Comune di Trento, in occasione del presidio svoltosi il 2 dicembre 2020:
Sono passati solo due anni da quando il ciclone Vaia ha colpito il Trentino.
Per me, che sono trentino d’adozione, la visione di intere aree boschive rase al suolo è stata tremenda e posso immaginare quanto possa essere stata dolorosa per chi ama questi territori perché vi è legato sin dalla nascita.
Ma negli ultimi tempi sono arrivate molte altre conferme, ben visibili anche qui da noi, della gravità del disastro ecologico in corso, aldilà dei dati scientifici che già lo annunciavano. Pensiamo all’allagamento di Venezia nel 2019 o all’invasione di locuste di quest’anno che ha affamato milioni di persone in Asia e Africa e ha devastato anche in Sardegna 13 mila ettari di coltivazioni.
Anche la pandemia in corso fa parte delle catastrofi annunciate dovute al modello capitalistico di sfruttamento delle risorse naturali, in questo caso soprattutto in relazione alla sempre maggiore antropizzazione di territori selvaggi e allo sfruttamento massiccio degli animali selvatici e di allevamento.
Molti si auguravano che questa ennesima sciagura avrebbe messo in crisi il modello capitalistico di sfruttamento globale, ma è evidente che si sbagliavano. L’obiettivo per il quale governi e corporation stanno lavorando è infatti quello di tornare a far funzionare il più velocemente possibile i soliti processi di messa a profitto della vita e delle risorse del pianeta.
Basta vedere come in Italia governo e confindustria stanno promuovendo il rilancio e l’accelerazione delle Grandi Opere Inutili e Dannose. A luglio di quest’anno il governo ha varato un piano che sblocca i cantieri per 130 grandi opere, in molti casi sono cantieri fermi a causa di inchieste per criminalità organizzata e irregolarità oppure rallentati dalle proteste della popolazione. Non a caso questo piano si chiama Italia Veloce e riguarda in buona parte cantieri dell’Alta Velocità Ferroviaria.
E ad alta velocità andremo a schiantarci un’altra volta e un’altra volta e un’altra volta ancora contro i limiti ecologici del pianeta.
Ricordo brevemente cosa significa il TAV del Brennero a livello ambientale: utilizzo di enormi risorse naturali per un’opera inutile dal momento che la ferrovia storica è utilizzata per meno della metà della sua capacità potenziale, prosciugamento di centinaia di corsi d’acqua a causa degli scavi in galleria, enormi consumi energetici, pensate che per raddoppiare la velocità di un treno occorre quadruplicare l’energia che l’alimenta, cantierizzazione estesa e sconsiderato consumo di suolo in un territorio alpino, danni al paesaggio, inquinamento acustico e inquinamento dell’aria a causa della movimentazione di una enorme mole di materiali di scavo.
Naomi Klein ha parlato in un suo famoso libro di Shock Economy, ossia della strategia capitalistica di attuare avanzamenti nel saccheggio delle popolazioni e delle risorse naturali, approfittando della scarsa reattività che le persone hanno dopo il verificarsi di disastri e traumi collettivi. È una tecnica semplice ed elegante come rapinare una persona svenuta.
E cos’altro è se non questo ciò che sta succedendo in Italia e in Trentino approfittando dello shock che la popolazione sta vivendo a causa della pandemia?
È un caso che a 5 anni di distanza dagli ultimi sondaggi geognostici, che erano stati bloccati e attaccati dalla popolazione, le trivellazioni riprendano proprio ora che le persone hanno remore ad incontrarsi per paura dei contagi e dei controlli di polizia? È un caso che questa trivella sia arrivata scortata dalla polizia e di nascosto?
Sin dai tempi della prima trivella a Marco di Rovereto nel 2014 i No Tav sono abituati ai comportamenti vigliacchi e fraudolenti dei promotori del progetto. In quel caso era stato l’assessore provinciale Gilmozzi a mentire sulla finalità della trivellazione bloccata dai No Tav per poi arrendersi davanti all’ostinazione di chi ha continuato a mantenere il blocco per giorni, quando si è dovuto ammettere che si trattava proprio di una trivella dell’Alta Velocità.
Anche questa volta si è dovuto manifestare e assediare il cantiere-fortino del Casteller per costringere la Provincia ad ammettere che si trattava di lavori collegati al TAV.
Accanto alla Shock Economy c’è anche una politica dello shock. Così, approfittando di una crisi interna ai partiti della sua stessa maggioranza, a soli due mesi dalle elezioni il sindaco di Trento ha di punto in bianco nominato Ezio Facchin assessore alla mobilità e alla “transizione ecologica”.
Ezio Facchin è uno dei rappresentanti principali del fronte che promuove il TAV sia in Trentino che in altre regioni italiane. Per quanto riguarda il TAV del Brennero mi limito a ricordare che è stato amministratore delegato della società che si occupa della costruzione del Tunnel di Base. Inoltre è stato commissario governativo per la realizzazione del TAV in Trentino-Alto Adige fino al 2018, quando si è dimesso perché a suo dire il governo non faceva abbastanza per il progetto.
Facchin insomma è mr. TAV!
Affidargli l’assessorato alla mobilità e alla transizione ECOLOGICA è come mettere un razzista alle pari opportunità.
Eppure se leggete il programma elettorale per il quale Ianeselli è stato eletto, non c’è nessun riferimento al TAV. Sul TAV questa amministrazione comunale ha scelto la strategia politica del silenzio e della truffa, ossia: lavorare duro per portare avanti il progetto senza dire nulla di chiaro al riguardo alla popolazione.
Come riportano i giornali, nella sua prima dichiarazione al consiglio comunale Facchin, mr. TAV, ha detto che non bisogna parlare di TAV perché “è un nome che rischia di confondere l’opinione pubblica”. Loro preferiscono parlare di Alta Capacità, di quadruplicamento della linea ferroviaria, di circonvallazione ferroviaria di Trento. Ecco come funziona la strategia del silenzio e della truffa.
Oggi quella strategia ha un altro nome: interramento della ferrovia di Trento. Un vecchio progetto che viene rispolverato per fornire agli abitanti di Trento allo stesso tempo un diversivo per non parlare di TAV e uno scambio: certo, bucheremo le vostre montagne con danni irreversibili al territorio, però vi diamo i soldi per realizzare quel vecchio progetto che vi toglie la ferrovia dalla città.
Silenzio e truffa. Così Ianeselli non parla di Tav ai suoi elettori sapendo che è un’opera screditata e avversata dalla popolazione e dice solo che lavorerà all’interramento della ferrovia. Ma il Protocollo d’intesa del 2018 tra Provincia, Comune di Trento e Rete Ferroviaria Italiana è chiarissimo nel dire, articolo 3, che l’interramento serve “nell’ottica della realizzazione accelerata della circonvallazione di Trento quale misura di sostegno per migliorare la regolarità del traffico generato dall’apertura della Galleria di Base del Brennero”.
Insomma l’interramento serve al TAV! È, come abbiamo detto, il cavallo di Troia del TAV.
Loro non parlano chiaro perché non possono andare fieri di quello che fanno.
Noi invece andiamo fieri di chiamare le cose con il loro nome, fieri di diffondere consapevolezza sulla necessità di lottare, fieri di esprimere e praticare la contrarietà a questa Grande Opera Inutile, Dannosa e Costosissima.
Così abbiamo fatto in passato e così continueremo a fare.
ORA E SEMPRE NO TAV!
OGNI GIORNO, anche oggi, mentre la gente si ammala e muore, il governo italiano spreca 70 milioni di euro in spese militari. Con i 70 milioni spesi in uno solo giorno si potrebbero costruire ed attrezzare sei nuovi ospedali e resterebbe qualche spicciolo per mascherine, laboratori di analisi e tamponi per fare un vero screening.
Un respiratore costa 4.000 mila euro. Quindi si potrebbero comprare 17.500 respiratori al giorno: molti di più di quelli che servirebbero ora.
IN QUESTI ANNI tutti i governi che si sono succeduti hanno tagliato costantemente la spesa per la Sanità, per la prevenzione, per la vita di noi tutti.
HANNO CHIUSO I PICCOLI OSPEDALI, ridotto il numero di medici e infermieri, tagliato i posti letto (in Lombardia, regione simbolo dell’arroganza leghista, i posti letto negli ospedali sono stati dimezzati rispetto agli anni ’90), obbligato i lavoratori della sanità a fare straordinari, per sopperire ai tanti buchi. Oggi, con l’epidemia, non ci sono più code agli sportelli, non ci sono più liste di attesa di mesi ed anni per un’indagine diagnostica: hanno cancellato le visite e gli esami. Li faremo quando passerà l’epidemia. Quanta gente si ammalerà e morirà di tumori diagnosticabili e curabili, quanta gente vedrà peggiorare le proprie patologie perché hanno saccheggiato quello che restava della sanità pubblica? Intanto le cliniche e gli ambulatori privati fanno qualche mossa pubblicitaria e moltiplicano gli affari.
Non ci sono soldi – ci dicono – e voi potreste dirmi ma che c’azzecca il Tav con il Covid?
Ecco che c’azzecca:
dati del 2015
1 metro di tav = 158.712€ uguale cento giorni di terapie intensive
Fate un passo in avanti…. La lunghezza che avete appena percorso costa per il Tav circa 100.000€!
1 km di tav = 158.712.000€ (un anno di tasse universitarie per 250 mila studenti)
54 Km di TAV = 8.570.448.000 = 54000 giorni di terapia intensiva
DI NORMA un paziente ricoverato ha un costo di 7-800 euro al giorno, con la cifra che sale a 1.300 euro per quanto riguarda le terapie intensive.
Per i malati Covid però c’è un aumento del 20-30%, arrivando a superare i 1.500 euro per le terapie intensive. Con 1 metro di Tav si salverebbero 105 persone in terapia intensiva, con 1 km se ne salvano 105.000 di persone.
PERÒ IL GOVERNO HA VARATO l’aumento del 6% per le spese militari e ha previsto per il 2023 ulteriori tagli alla Sanità pubblica, perché le opere pubbliche, ovvero la distruzione ambientale, devono andare avanti a discapito della qualità della vita, dell’aria che respiriamo e della Sanità pubblica. E chissenefrega se, come affermano molti virologi, il Covid prolifica laddove l’inquinamento industriale è più forte, o dove è forte la presenza di allevamenti intensivi nei quali vengono scannati milioni di animali per una pelliccia o per alimentare una parte della popolazione; oppure ancora nella concentrazione di lavoratori obbligati a recarsi in fabbrica o gli studenti a viaggiare stipati nei treni regionali e sui bus.
MA UNA DECISIONE per migliorare la qualità dell’aria questi signori l’hanno presa, bisogna dargliene atto, tenetevi forte: dal 1° gennaio 2021, a Milano per ora, non si potrà più fumare per la strada e nei parchi! Ma ci rendiamo conto di come ci prendono in giro? io non posso fumare per la strada e tu mi abbatti migliaia di alberi per i tuoi cantieri? mi costruisci la Valdastico? mi imponi il 5G?
I LAVORI PER IL TAV causeranno inquinamento acustico e ambientale, distruggeranno falde acquifere, come è già accaduto nel Mugello, in Val Susa e come già prevedono i signori del Tav-Trentino. Migliaia di camion per le nostre strade a trasportare i residui degli scavi, aree gigantesche dedicate a far da deposito, polveri sottili nell’aria e nei nostri polmoni, montagne devastate… è questa la vera devastazione e saccheggio che, con una faccia come il culo, lo Stato trasforma in imputazione per chi non si rassegna, come gli arditi che sono sotto processo a Bolzano.
Devastazione e saccheggio portata avanti in primis dal PD ma con l’appoggio di tutta l’opposizione, è l’unico argomento per il quale si trovano d’accordo tutti i Partiti, oltre ovviamente alla repressione di chi si oppone.
UN NOSTRO AMICO E COMPAGNO DI STRADA è agli arresti domiciliari dalla settimana scorsa, più di un anno di reclusione per essersi opposto al TAV in Val Susa, e c’è chi è in galera per questo. Noi non li lasceremo soli e continueremo a lottare per gli stessi obiettivi. Fermare il Tav in Trentino e ovunque.
Juan e Massimo liberi
No Tav-Kein BBT – e ACAB, sempre e comunque
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