Lettera di Beppe sullo sciopero per trasferimento e cure, carcere di Pavia

Una immagine d'archivio di un carcere italiano. ANSA / CIRO FUSCO

tratto da sicilialibertaria.it

Pavia 03/12/20, Casa Circondariale

Carissimi compagni e compagne,

Vi scrivo per informarvi che dal 02/12/20 ho iniziato uno sciopero (l’ennesimo dopo svariati scioperi della fame nell’arco di questo anno in questo carcere!) dell’aria e delle salette (le uniche 4 ore che si hanno a disposizione per uscire dalle celle in 20 ore).

Con questo sciopero chiedo le cure trattamentali per le mie patologie ampiamente documentate da circa 1 anno dal mio legale Fabio Sommovigo!
Non sono bastate le segnalazioni-denunce presentate dal mio avvocato!
A oggi vengo completamente ignorato, questo vuol dire condannarmi a morte visto che le patologie di cui sono affetto, se non curate, possono solo aggravarsi!
A tutto ciò si aggiunge l’isolamento in celle a tempo indeterminato visto che sono rinchiuso in una sezione “protetti” e non posso condividere la cella con tali detenuti perché io sono di “alta sicurezza” avendo l’art. 280 con tutte le aggravanti!!

Un isolamento nell’isolamento, nel totale abbandono. Ad aumentare la tortura fisica e psicologica si aggiunge l’enorme difficoltà di interagire con la stragrande maggioranza di detenuti (stupratori, pedofili, ex sbirri tra cui Montella, il capo branco della caserma di Piacenza, papponi, femminicidi…).
Chiedo da tempo un trasferimento ma come le cure mi viene negato!

La mia permanenza forzata qui è un pericolo serio per la mia integrità psico-fisica. Non escluso a breve l’inizio di uno sciopero della fame consapevole dei rischi che comporta per la mia salute già compromessa.
Vi chiedo di divulgare questa mia lettera il più possibile a nome di ogni detenuto lasciato morire nelle galere di Stato

A pugno chiuso

Beppe Bruna