Lettera aperta di Toby Shone in risposta alla dichiarazione di solidarietà di Dan Baker

Da Toby Shone: “Come Mercurio” – Lettera per Dan Baker, anche noto come Alishare

13 maggio 2022

Alishare, ho udito il tuo messaggio di solidarietà, grazie, mi ha dato forza. Ritorno l’energia con questa lettera aperta, sperando di creare una breccia in queste mura. Ancora una volta. In un turbinio di piume nere e di saggezza lunare, uno stormo di corvi ha consegnato la tua dichiarazione e quegli astuti corvi mi hanno raccontato della tua situazione nell’FCI di Memphis.

Voglio aggiungere elementi al dialogo e parlare di tre compagni anarchici imprigionati in Italia. La prima è Anna Beniamino, che sta scontando una condanna a 17 anni, in attesa della sentenza definitiva prevista a giugno, per l’inchiesta Scripta Manent in regime di alta sicurezza nel carcere Rebibbia (Roma). Il caso Scripta Manent ha comportato l’arresto di 7 anarchici accusati di associazione sovversiva di stampo terroristico e di una serie di azioni dirette rivendicate dalla Federazione Anarchica Informale. Una farsa assurda dalle conclusioni oscene. Il secondo compagno che voglio rammentare è Alfredo Cospito, rinchiuso sin dal 2012 per il caso Adinolfi (per il quale ha ricevuto una condanna a quasi 11 anni) e sta adesso attendendo conferma di un’altra sentenza a 20 anni per l’operazione Scripta Manent. Alfredo è stato recentemente colpito dall’applicazione del regime di 41 bis. Può ricevere una sola telefonata al mese (10 minuti) oppure una sola visita dei familiari, con vetro divisorio e videoregistrazione del colloquio; può passeggiare all’aria con un massimo di altri 3 detenuti, che devono essere approvati dall’amministrazione carceraria; non può ricevere libri, ha la censura sulla corrispondenza e una lista ristrettissima di oggetti che può tenere in cella. Diversi organismi internazionali hanno condannato il regime di 41 bis come forma di tortura. Il terzo compagno che voglio ricordare è Juan Sorroche. Nella giornata internazionale del detenuto anarchico a lungo termine, l’11 giugno, Juan affronterà a Treviso un’udienza del processo che lo vede imputato per un attacco contro la sede della Lega Nord, rivendicato dalla cellula “Haris Hatzimihelakis/Black International (1881/2018)” e avvenuto nell’agosto del 2018. Juan, che sta scontando condanne per altri reati, rischia un’altra lunga condanna in quest’altro processo politico. Come tutti gli anarchici imprigionati nel mondo, questi tre compagni meritano il sostegno e la solidarietà che il movimento anarchico internazionale può offrire loro.

La repressione che affrontiamo è la prova che la nostra lotta ha validità e il nemico è minacciato e reattivo. Anche se siamo rinchiusi, le nostre vite continuano. Il nostro mondo interiore è ancora infinitamente ricco e variegato nell’affrontare la nostra esperienza.
Facciamo tutti parte dello stesso continente perduto e scopriamo la libertà – nei nostri cuori indistruttibili. Alishare, con le nostre lettere creiamo un ponte atlantico sul quale poterci incontrare tutti e imparare gli uni dagli altri. Noi anarchici camminiamo negli stessi cortili, udiamo le stesse chiavi e porte che sbattono, ma discutiamo e facciamo piani e non ci arrendiamo. I dialoghi tra di noi sono importanti, almeno quanto quelli che intratteniamo con chi sta fuori dal carcere.

Ti racconto un po’ di mie notizie. Forse è a causa della solidarietà dei compagni/e fuori, fatto sta che sono riuscito ad avere un po’ di lettere, cartoline e un libro: “Sara – Prison Memoirs of a Kurdish Revolutionary”, di Sakine Cansiz. Non so chi mi abbia mandato il libro, ma li ringrazio di tutto cuore. Ho ricevuto diverse lettere dalla Croce Nera di Philadelphia, spedite nel corso degli ultimi due mesi, un paio di cartoline dalla Croce Nera di Brighton e un pacco da NFA ABC di Londra. Tutto questo e qualche altra lettera è arrivato negli ultimi giorni. Ancora molta corrispondenza non mi è stata consegnata, come pure libri. La G4S [http://g4s.com/; multinazionale britannica di sicurezza privata che gestisce carceri e centri di detenzione in tutto il mondo; ndt] mente nonostante tutto ciò, sostenendo che “non ho posta” e che i libri non sono ammessi. In carcere a Bristol mi era arrivata una copia di “Pestifera: la mia vita” di Claudio Lavazza, prima che l’amministrazione mettesse la censura sulla posta. Raccomando la lettura del libro di Claudio: leggerlo è come ricevere un abbraccione da un caro amico che ti ha aiutato a evadere. Mentre ero a Bristol, i compagni italiani mi hanno mandato un calendario lunare, che mi è stato proibito.

Tutti gli anarchici dovrebbero fare conoscenza col piacere della Luna Nera. Per un alfabeto in fiamme, che la penna s’intinga nel vuoto.

Eric King libero!

Liber* tutt*!

Toby Shone