Per un 2 giugno antimilitarista: manifestazioni a Trento e a Roma


A Trento

Siamo in guerra.

Lo siamo almeno dal 1947, con missioni italiane all’estero ancora in corso (le più recenti in Kosovo, Iraq, Afghanistan, Libano, Libia, Niger, Mali). Ma oggi l’ipotesi di uno scontro aperto tra le varie potenze si fa sempre più concreta. In Ucraina si sta consumando una guerra tra Russia e Stati Uniti, con in mezzo gli Stati della NATO. Al di là delle giustificazioni di comodo, tutti gli attori in campo sanno che la posta in gioco è anche il controllo delle risorse necessarie – abbondanti in Donbass – per la così definita transizione ecologica e per un’economia 4.0, di cui i rovesci materiali sono la devastazione ambientale, lo sfruttamento coloniale e i bombardamenti.

Mentre i governi strumentalizzano cinicamente i morti e le violenze in Ucraina per giustificare l’invio di armi e prospettare l’invio di truppe regolari, crediamo che il modo più concreto di far arrivare la nostra solidarietà a chi sta subendo questa guerra sia sabotarla: disertare la chiamata alle armi, con relativa propaganda e censura; bloccare l’economia di guerra; rompere l’unità nazionale, condita da sacrifici e carovita a carico delle classi popolari, dentro cui vogliono farci crepare.

La guerra inizia qui, a pochi passi da noi.

Nelle fabbriche di armi, come l’Iveco DV di Bolzano da cui escono i mezzi Lince
Nelle università come l’Ateneo di Trento, che ha accordi con le principali aziende del settore della difesa e con l’esercito, cui fornisce centri di ricerca e personale.
Nelle basi militari e relativi alloggi, come quelli per il Genio Guastatori Alpini che verranno realizzati in Via al Desert, al posto dell’ospedale NOT all’ex-caserma Chiesa, proprio accanto al quartiere di San Pio X.

Quest’anno in particolare il Festival dell’Economia si presenta come una kermesse che prepara le guerre future: Da un incontro sulla spartizione neocoloniale dell’Africa (Africa: terreno di scontro tra le grandi potenze. Quale ruolo per l’Europa?) e della Libia (Libia crocevia di tribù e petrolio), fino alla presenza del ministro Cingolani, ex-dirigente di Leonardo/Finmeccanica (PNRR, guerra in Ucraina e transizione energetica) e alla chiusura del Festival affidata a un ex-generale nonché teorico della NATO (Il mondo dopo la crisi ucraina), passando per la presenza di molte delle aziende artefici dell’economia di guerra, da un lato e, dall’altro, dell’ordinaria guerra che l’economia fa agli sfruttati e alle sfruttate (con più di tre morti di lavoro al giorno solo in Italia!).

Lo stesso PNRR, cui il Festival dedica ampio spazio, oltre che a una straordinaria iniezione di denaro nelle tasche degli oligarchi nostrani (che fanno capo a Confindustria), nel concreto significa l’ulteriore asservimento di scuola e ricerca agli interessi delle imprese e del complesso militare-industriale e la continuazione di un processo di aziendalizzazione che ha smantellato la sanità pubblica e lo sblocco di decine di progetti impattanti per i territori (dal TAV in Trentino ai parchi eolici e solari in altre regioni).

Non possiamo restare zitti di fronte a questa ignobile passerella!

Vogliamo inaugurare a modo nostro il Festival dell’Economia con un corte antimilitarista che porti in strada l’opposizione al futuro di guerra e al presente di rassegnazione che ci prospettano.

Assemblea antimilitarista Trento


2 GIUGNO 2022

CORTEO ANTIMILITARISTA

Concentramento 15.30 Piazza Dante, angolo Via Alfieri

Al termine del corteo assemblea pubblica parco Maso Ginocchio, quartiere San Pio X

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A Roma